Dal libro, “Corpo, Anima, Spirito” di Fausto Carotenuto.
Leggi la parte precedente qui:
http://www.coscienzeinrete.net/spiritualita/item/3106-corpo-anima-spirito-parte-4-anima-e-spirito-i-sensi-e-le-percezioni-l-anima-e-le-sensazioni
Abbiamo già detto che la psiche, l’anima, è una cosa molto complessa. Per cercare di orientarci al suo interno bisogna cominciare a dare dei nomi alle sue differenti parti ed alle sue diverse funzioni. E’ come per il corpo fisico: se vogliamo approfondirne la conoscenza dobbiamo prima di tutto cominciare a distinguere la testa dal tronco, dalle braccia, e così via… Altrimenti non ci ritroviamo più.
Dove stanno tutte le sensazioni, i sentimenti, i desideri, le pulsioni…? In effetti, una volta che li abbiamo provati, ci rimangono. Se vogliamo, li possiamo anche andare a ripescare. Da dove le ripeschiamo?
La somma, l’insieme, il contenitore, la casa che viene fuori attraverso queste attività lo possiamo considerare una specie di corpo invisibile, che è in noi, e che si aggiunge al corpo fisico ed a quello vitale o eterico. Lo possiamo chiamare “corpo dell’anima”. Oppure, per cominciare ad usare un termine piuttosto noto, e di cui si sente spesso parlare, chiamiamolo corpo astrale.
l’anima che sente
Dentro a questa casa astrale si svolgono alcune attività.
Quella di far sorgere, di far nascere le sensazioni, viene svolta da una certa parte dell’anima, che è in prima linea rispetto al mondo esterno e che riceve gli stimoli dai sensi. Questa la possiamo chiamare
anima che sente
E’ l’organo dove arrivano le percezioni e sorgono le sensazioni.
E’ qui che in noi si forma la fondamentale sensazione “mi piace” o “non mi piace”.
l’anima che ragiona
Ma, oltre a provare sensazioni, in genere facciamo anche qualcos’altro: ci riflettiamo sopra, ci ragioniamo, ci pensiamo.
E allora accade che, se ci siamo presi una indigestione di ciliegie, e questo ha prodotto in noi una sensazione spiacevole, ci pensiamo: ne deduciamo che mangiarne troppe ci fa male, e che quindi per il futuro eviteremo di farlo. La prossima volta cercheremo di resistere a quello che l’anima che sente vorrebbe proprio rifare: una nuova scorpacciata di ciliegie.
E’ proprio ragionando sulle nostre sensazioni che ci facciamo un’idea del mondo intorno a noi. Ma per farlo dobbiamo tirare giù da una dimensione che non è quella materiale, o quella eterica, o quella delle sensazioni, una “materia” superiore da adoperare: i pensieri. Per capire la realtà materiale che ci circonda dobbiamo collegarci con il mondo che le ha dato origine. I pensieri sono all’origine di tutto quello che c’è nel creato, e quindi è nel mondo dei pensieri che possiamo sperare di capire come stanno le cose.
Questa parte dell’anima nella quale si svolge l’attività di pensare, la possiamo chiamare
anima che ragiona.
Il pensare tende a migliorare il livello dell’anima che sente. Se non ci fosse questa attività, noi vorremmo immediatamente soddisfare i nostri impulsi, le nostre voglie, e fuggire subito di fronte alle cose spiacevoli o dolorose. E’ facile immaginare che questo ci creerebbe infiniti problemi, e ci terrebbe schiavi delle sensazioni,
Invece capita spesso che cerchiamo di non comportarci così. Vediamo una bella automobile, che proprio ci piace, e allora l’anima che sente ci spinge a comprarla subito. Ma è la nostra anima che ragiona che ci dice se ce lo possiamo permettere… Se aprendo il frigorifero vediamo una bella porzione di torta che ci fa gola, e abbiamo il colesterolo alto o dei chili di troppo, solo l’anima che ragiona ci potrà impedire di mangiare subito quella leccornia.
Cosa ci fa comportare in modo diverso da quello che pretende la nostra anima che sente? Cosa ci consiglia se è il caso di fare una certa cosa a prescindere dalle nostre sensazioni? Cosa ci avverte quando è meglio aspettare? Sono i pensieri che il nostro io pensa attivando questa parte della casa interiore: l’anima che ragiona.
il mondo della verità e del bene
La sfera dei pensieri è un mondo differente da quelli precedenti, sta un gradino più in alto di quelli che abbiamo già visto: fisico, eterico o vitale, e delle sensazioni.
Quando pensiamo cerchiamo di capire una certa realtà, come funziona, che senso ha. Vogliamo conoscerne la verità per sapere cosa significa per noi, per decidere come comportarci. Perché poi vogliamo sempre ottenere un bene, qualcosa di buono nella nostra vita. Non vogliamo avere una risposta finta, che poi “ci spiazza”: vogliamo proprio la verità. Così poi potremo decidere liberamente cosa fare per ottenere un bene.
Una brava mamma, per esempio, vuole che sulle etichette delle cose da mangiare che compra per i suoi figli ci sia scritto chiaramente quali sono gli ingredienti. Vuole la verità su quel cibo. Perché così potrà ragionare e scegliere qualcosa di sano e nutriente per la sua famiglia. Leggendo gli ingredienti, deciderà a ragion veduta. Se non ce li scrivono in modo chiaro preferirà non comprare…
Se vediamo nostro figlio troppo distratto, indebolito, incapace di fare le cose, vogliamo sapere perché… Perché questo ci è necessario per pensarci sopra e capire come lo possiamo aiutare. Se ci accorgiamo che ci dice la prima scusa banale che gli viene in mente, a noi non basta: vogliamo sapere la verità! Se no come facciamo ad aiutarlo veramente, per il suo bene?
Ma nel cercare la verità pensando, cosa stiamo facendo? Cerchiamo di metterci in contatto, a partire dalla nostra anima, dalla nostra privata casa interna, con qualcosa che è fuori, nel mondo. Diciamo proprio nella comune casa “esterna”. La casa esterna ci ha mandato dei messaggi su come è fatta attraverso i sensi, ma ora ci rendiamo conto che le sensazioni non ci bastano per capire la realtà e che non possiamo vivere solamente su questa base. L’anima che sente ci farebbe agire spesso in modo sbagliato, ma non ci spiega il senso, la verità delle cose del mondo. Quella che più ci serve.
Se vogliamo la verità, dobbiamo pensare, attivare l’anima che ragiona.
Se lo facciamo andiamo in direzione della verità, verso il significato vero della realtà. A prescindere da come le sentiamo noi. Cominciamo a entrare in contatto con quel mondo che è all’origine della realtà come la vediamo. Pensando cominciamo ad affacciarci in un mondo differente, nel mondo spirituale. La realtà materiale è solo la sua manifestazione esteriore.
Quando ho fatto qualche immersione subacquea nella barriera corallina, la mia anima che sente si è riempita di gioia, di commozione. Guardando i coralli, i singoli pesci di tutte le forme e colori, ho pensato cercando di afferrare la loro realtà: come sono fatti, come si muovono, come stanno in branco… La mia gioia era solo mia, e se non avessi fatto quelle immersioni non ci sarebbe stata. I pensieri che ho fatto su come sono i coralli e i pesci, riguardano invece la loro realtà, che non ha nulla a che fare con me. Io mi ci sono collegato pensando. Quella realtà era lì anche prima e spero sarà lì anche dopo. Qualsiasi altro uomo è passato o passerà di là, potrà pensare gli stessi pensieri collegati a quei pesci ed a quei coralli. Se osservando un certo tipo di pesce di colore blu ho notato che vive sempre ad una certa profondità, o si muove in un certo modo speciale, o cambia colore quando viene minacciato, questi miei pensieri si rivolgono alla realtà di quella creatura, non alla mia. Sono verità alle quali io mi sono collegato pensando. Ma chiunque altro può pensare questi stessi pensieri. Non sono del mio mondo interiore, ma appartengono alla realtà propria di quella creatura marina. Hanno un valore in sé, non glielo dò io.
Quello che noi facciamo incessantemente è cercare di collegarci ai valori, alle verità che sono fuori di noi e che sono vere di per sé.
Forse la sto facendo un po’ lunga… Ma è molto importante dal punto di vista pratico, della vita vissuta. Infatti noi abbiamo moltissimi problemi con il resto del mondo e una infinità di incomprensioni con gli altri, se badiamo solo alle nostre sensazioni, se diamo retta solamente alla nostra anima che sente. Perché ognuno ha un mondo interiore differente.
E così non ci capiamo…
Cominciamo però a intenderci quando ci colleghiamo a qualcosa che è fuori di noi e che tutti, se vogliamo, possiamo capire. Lì possiamo ritrovarci, a condividere verità comuni.
Se, osservando i fondali del mare, ci rendiamo conto del fatto che quel certo tratto di barriera corallina sta morendo… e capiamo che questo deriva dagli scarichi di una raffineria, questo ci farà arrabbiare. Ma di per sé non ha nulla a che vedere con la nostra rabbia: è una realtà che può scoprire chiunque altro, perché è nelle cose. E’ una verità che tutti, se vogliono, possono riconoscere pensando. Ed in questa verità possiamo ritrovarci, anche se le nostre sensa-zioni sono differenti.
E allora magari, se volessimo fare qualcosa per combattere questo inquinamento ambientale, potremmo scoprire che il nostro migliore alleato non è solamente e necessariamente uno che “sente” come noi, ma può anche essere un ricco imprenditore locale al quale l’anima che sente non trasmette un sentimento di rabbia, ma uno di paura di perdere i soldi investiti in bar e stabilimenti balneari…
Ciò su cui ci ritroviamo è la verità pensata dalle nostre anime che ragionano, su una certa realtà.
Qualcuno dirà giustamente che non basta pensare per raggiungere la verità. Perché tutti pensano ed ognuno dice di avere una verità differente. E’ proprio così… non c’è niente da dire. Ma comunque pensare tende a metterci in collegamento con le verità delle cose, e noi ne possiamo prendere una parte, o afferrarne un momento. Ognuno forse guarda solo un lato della stessa verità, ma può sempre mettercela tutta per “migliorare la connessione” e trovarne visuali sempre più ampie e luminose.
la lotta per la libertà è
dentro l’anima
Ma il problema è anche un altro: se ci pensiamo ci rendiamo conto che
i nostri pensieri non sono liberi.
In che senso ?
E’ come se tendessero a scoprire la realtà che è fuori di noi, ma provano a volare fuori dalla casa interiore e una specie di elastico, o di tentacolo, li tiene legati e li ritira dentro, in mezzo al mare delle sensazioni e dei sentimenti. E’ come se l’anima che sente cercasse in ogni modo di colorare, di “inzuppare” i nostri pensieri nel brodo denso e oscuro delle sue esigenze primarie: quelle di dare soddisfazione a tutti i suoi impulsi, alla sua voglia di piaceri, ai suoi desideri, alla sua esigenza di sfuggire tutto quello che non le piace. E allora cerca di richiamare i pensieri, se volano liberi verso la luce della verità, o ancora meglio tenta sempre di mandarli fuori già oscurati e deviati dalle sue esigenze. Pensieri così condizionati vedono solo pezzi di verità, e quelli riportano in casa al nostro io.
Viceversa, meno siamo condizionati dall’anima che sente, più sottile è l’elastico e più lontano nella dimensione spirituale possono volare i pensieri, a pescare parti sempre più grandi della verità delle cose.
Se sentiamo una forte, istintiva antipatia per qualcuno, è difficile che riusciamo a mantenerci lucidi nei suoi confronti: vedremo molto più facilmente i suoi difetti… Anche quelli che non ha. E terremo poco o niente conto dei suoi lati positivi. L’antipatia ci renderà difficile conoscere veramente quella persona, e questo ci porterà o ad allontanarla oppure a deteriorare i nostri rapporti.
Così come anche una eccessiva simpatia istintiva può generare problemi. Quante volte succede di “infatuarsi” di qualcuno che non lo merita. E di faticare molto a scoprire i suoi aspetti negativi, che magari qualche amico aveva segnalato da un pezzo! Quante volte abbiamo sentito la frase: “Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire!”… Chi non vuole sentire siamo noi quando non riusciamo a districare i nostri pensieri dalle prepotenze dell’anima che sente. Che ci impone quello che superficialmente ed automaticamente le piace o non le piace. Non quello che è meglio per noi…
Occorre poi considerare meglio un aspetto molto importante di quello che ognuno di noi cerca: il nostro io cerca la verità nelle cose, ma lo fa perché in noi c’è un impulso innato a cercare il bene. A cercare ciò che è buono. Perché l’impulso d’amore che arde in fondo al nostro cuore, vuole il bene.
Anche il bene è un qualcosa di indipendente dalle nostre sensazioni, o dalle nostre pulsioni. Il bene è ciò che è bene per tutto il cosmo, per tutti gli uomini e per la loro evoluzione positiva.
Quando noi facciamo qualcosa è perché pensiamo che sia bene farla. Ma se l’elastico dell’anima che sente è bello forte, non potremo fare a meno di considerare come un bene quello di soddisfare le nostre sensazioni e le nostre pulsioni più basse ed egoistiche. Quando invece riusciamo a tenere a bada questi sentimenti, i nostri pensieri potranno rivolgersi al bene che è buono in sé.
Alla nostra anima che sente in genere non piace fare le faccende di casa, che sono faticose e poco piacevoli. E allora ci spinge ad evitarle. Se la nostra anima che ragiona, invece di “zittire” l’anima che sente, si mette a sua disposizione, i nostri pensieri partiranno alla ricerca di mille scuse. E possiamo anche arrivare a convincerci di idee come: “ci sono cose più importanti e interessanti nella vita…”, oppure “io le faccende proprio non le so fare..”, o ancora “non è roba da uomini…”, o “non sono cose adatte ad una donna emancipata…”
Che cosa è che invece può farci scegliere di farle con serenità?
Sono quei pensieri pieni di amore che mi dicono che, lavorando coscienziosamente nelle faccende domestiche, facciamo qualcosa che è bene non solo per noi, ma che mette tutta la nostra famiglia in condizioni migliori di vita. Avremo scelto liberamente un bene superiore. Il nostro io si sarà aperto ad una realtà superiore, spirituale, che non viene dalla nostra casa interiore, che non viene dalle forme materiali del mondo esterno, ma è più su, nel mondo spirituale. La verità ed il bene sono lì e noi, con i nostri pensieri pieni di amore e liberi dal condizionamento delle sensazioni di piacere o dispiacere, apriamo a loro la nostra casa interiore, che si riempie di luce, di aria buona, fresca, pulita, profumata.
Qui in effetti siamo di fronte ad un vero e proprio bivio. Abbiamo due possibilità:
vivere isolati nella nostra interiorità, avvolti e condizionati dalle pulsioni dell’anima che sente, schiavi delle sue sensazioni;
oppure
cercare il senso vero delle cose e della vita, cercare di collegarci gradualmente sempre di più, con il cuore e con la mente, alla verità ed al bene; per poter esser liberi di vivere meglio la nostra vita.
Se facciamo la prima scelta, quella meno “cosciente”, la nostra anima che sente tende ad usare tutte le nostre grandi potenzialità di pensiero per obbedire agli egoismi imposti dalle sensazioni.
A questo proposito Rudolf Steiner, un secolo fa, faceva notare una cosa sulla quale vale la pena di riflettere:
“…Grandissime quantità di forze di pensiero sono indirizzate a questo scopo. E’ forza di pensiero quella che ha costruito navi, strade ferrate, telegrafi, telefoni; e tutto ciò serve in massima parte a soddisfare i bisogni dell’anima che sente.”
Non è che in un secolo le cose siano migliorate. Anzi, ora c’è una sfrenata propensione del nostro sistema economico e di mercato a solleticare e soddisfare principalmente le pulsioni dell’anima che sente. Siamo in un’epoca in cui sulla Terra, sull’altare delle esigenze delle anime che sentono dei paesi ricchi, vengono sacrificate le esigenze primarie, vitali dei paesi poveri e quelle spirituali di tutta l’umanità.
l’anima cosciente
Quando invece cominciamo a non agire più nel primo modo, ma di fronte al bivio scegliamo la seconda possibilità, entriamo in contatto ed in collaborazione con il mondo della verità e del bene che è dietro a tutte le cose. Quello che possiamo chiamare “mondo spirituale”. E allora dentro di noi cresce una parte differente, superiore, più luminosa della nostra anima. Capace di “intuire” le realtà spirituali che sono dietro le apparenze materiali. Facendo vivere in noi ciò che è vero e buono di per sé, il nostro io trasforma la sua casa: al suo interno cresce un elemento che di per sé è vero, buono ed eterno… immortale.
Questo elemento, che solo il nostro io può introdurre dentro noi, è lo spirito che si fa strada nella nostra casa interiore, illuminandola e riscaldandola. Così facendo dà forza ad una nuova parte dell’anima attraverso la quale facciamo già parte del mondo spirituale.
Mentre il modo di pensare dell’anima che ragiona tende ad essere razionale e intellettualmente freddo, qui è pienamente in gioco il calore del nostro cuore. Perché solo partendo da un impulso del cuore, lasciando scorrere l’amore che è in noi, possiamo afferrare la realtà di ciò che è veramente bene. Per tutti.
Il nostro io fa questo vero e proprio lavoro di coscienza, assistito da questa parte nuova, amorosa e luminosa della nostra anima, che allora chiameremo anima cosciente.
Mentre il corpo cerca di dettare le sue condizioni attraverso l’anima che sente, e se ci riesce mantiene l’anima intrappolata nei suoi confini limitati, quando ci apriamo allo spirito questo si riversa nell’anima cosciente. Ed allora tutta l’anima si espande verso l’esterno, verso il mondo…
L’anima cosciente è la vera protagonista della nostra crescita. Il vero, autentico ponte tra la dimensione terrena e quella spirituale. E’ ricolma dello stesso amore e della stessa luce dei quali è intessuto il cosmo. Sotto la sua guida gli impulsi dell’anima che sente ed i pensieri dell’anima che ragiona trovano la giusta direzione e si pongono finalmente al servizio della nostra evoluzione spirituale.
L’anima che sente non è il “diavolo” dentro di noi, ma una sorta di molla automatica che ci spinge verso i piaceri della materia. In quei piaceri non c’è nulla di male. Sono anzi positivi in quanto avvicinano il nostro spirito gioiosamente al rapporto col mondo esterno. E con le esperienze che è chiamato a fare sulla Terra. Ma è quando la sua spinta diventa fine a sé stessa, rivolta solo al conseguimento di questi piaceri, anche a danno del bene altrui, che l’anima rischia di avvelenarsi. L’anima cosciente è allora la guida che consente all’anima che sente di muoversi libera e sicura, in una dimensione superiore, di crescita spirituale. Il suo effetto è tale, che un po’ alla volta l’anima che sente comincerà a trasformare quello che le piace o non le piace. A cambiare i propri gusti. I piaceri interiori o fisici coincideranno sempre di più con i disegni d’amore della saggezza cosmica e con il bene comune. E sempre meno con il proprio egoismo.
Ciò che è veramente bene per tutti comincerà a piacerci e ciò che è male a non piacerci più.
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“Corpo, Anima, Spirito” è disponibile in formato cartaceo ed ebook al seguente link:
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