PASQUA COVID: Passione o Resurrezione?

PASQUA COVID: Passione o Resurrezione?

Finalmente i numeri delle dinamiche di questo coronavirus cominciano a volgere ad un chiaro miglioramento. Diciamo che l’epidemia comincia la sua fase di vero e proprio esaurimento.

Certamente il regime di contenzione, di isolamento e distanziamento sociale funziona. Tanto è vero che, al di là degli atteggiamenti più “libertari” iniziali di USA, Gran Bretagna, Giappone e Svezia, poi tutti i paesi in serio aumento di contagi si ritrovano a prendere gli stessi provvedimenti cinesi ed italiani.

Ma anche in questa situazione i media e le istituzioni continuano a fare terrorismo – per quanto possono – e tentano di prolungare la tensione il più possibile. Per condizionarci meglio. Occorre anche dire che noi italiani siamo naturalmente eccessivamente indisciplinati, ma anche in certi casi positivamente anarchici. E comunque non è facile tenerci dentro casa, e quindi un po’ di terrorismo aiuta.

Ma c’è qualcosa di più in questo voler mantenere la tensione.

Per esempio sono evidenti i giochetti con i numeri nei bollettini della protezione civile e nelle comunicazioni dei media. In particolare, viene evidenziato un dato quanto meno poco chiaro: il primo numero che viene sbandierato è quello dei contagi giornalieri.

Un dato falsato dal fatto che lo si ricava dai tamponi effettuati. In questa fase i tamponi sono aumentati tantissimo rispetto alle fasi precedenti, e, siccome i contagiati pare che siano circa 10 – 12 milioni, in buona parte asintomatici, o con lievi sintomi, è chiaro che più tamponi si fanno più positivi si trovano. E nonostante questo ormai anche la curva dei contagiati giornalieri comincia evidentemente a scendere.

E non lo possono negare.

I numeri veramente significativi, e che è sempre difficile reperire, perché non vengono evidenziati, sono gli accessi al pronto soccorso ed i ricoveri in terapia intensiva. Questi numeri nella stragrande maggioranza degli ospedali sono in calo evidentissimo. In base a tante testimonianze dirette che abbiamo ricevuto nelle ultime ore.

Anche se alcuni reparti di terapia intensiva sono ancora sotto pressione, ma ancora per poco. E possiamo già dire che è molto probabile che quei nuovi ospedali che le istituzioni si sono affrettati a costruire, è probabile che non serviranno a niente.

Ma nemmeno questo viene evidenziato, per non farci fare troppi sospiri di sollievo.

E poi ora, ovviamente, anche i decessi cominciano a diminuire. Tra alcuni giorni saranno praticamente esauriti. E quindi la vera emergenza sarà sostanzialmente finita.

Il problema di questo virus non è tanto nei numeri della sua mortalità o nella sua diffusione, quanto nell’alta concentrazione in poche settimane delle vittime, e quindi di una necessità di terapie intensive del tutto insolita. Insolita, ma temporalmente limitata.

Alla fine della pandemia vedremo molto probabilmente che la curva inizio-fine sarà stata di 60-80 giorni quasi in tutto il mondo. Se non fosse stato per questa concentrazione temporale, se i ritmi espansivi del virus fossero stati più lenti, magari diffusi su 4 o 5 mesi, ce ne saremmo accorti molto di meno.

Quindi da una parte c’è stata una obbiettiva difficoltà del sistema sanitario, il che ha imposto le misure di isolamento e contenzione. Ma dall’altra si è creata – o è stata creata – una ghiotta occasione per i poteri di manipolazione delle masse per mettere in moto una operazione mondiale di strategia della tensione. Basata sull’accentuazione delle paure, sulla creazione ed il mantenimento – più a lungo possibile – del panico.

Non solo, come abbiamo visto, si gioca in modo capzioso con i numeri, ma la strategia della tensione si avvale anche di altri strumenti.

Si accentua in tutti i modi il fatto che negli altri paesi, come stati Uniti e Spagna, i valori stanno aumentando esponenzialmente, senza evidenziare a sufficienza che stanno seguendo la stessa curva cinese ed italiana, proprio la stessa, e che quindi anche loro tra qualche settimana cominceranno ad avviarsi alla fine della pandemia.

Ma questo tiene in tensione tante persone, anche se vivono in una Italia che sta guarendo.

Tante persone che stanno chiuse terrorizzate in un appartamento, e non si rendono conto che le loro possibilità di morire di coronavirus sono decine di volte inferiori alla maggior parte di cause di morte, dal tumore, alle cardiopatie, al diabete, agli omicidi… Ma allora dovrebbero stare in panico tutti i giorni della loro vita, non solo adesso!

Perché questo non viene detto tutti i giorni per tenere la gente più tranquilla?

Pare che ormai gli accessi al pronto soccorso per gente che “va fuori di testa” comincino ad essere superiori a quelli per coronavirus…

Paure immotivate… che vengono alimentate.

E chiaramente faranno di tutto per tenerci nel terrore anche dopo, per settimane, per mesi, per quanto possibile, con varie misure di limitazione della libertà e di condizionamento psicologico.

Ma non sarà facile nemmeno per loro.

Le pressioni per una ripresa della vita normale che vengono da tutti i settori economici e sociali sono ora già forti, ma saranno fortissime di fronte alla crescente evidenza del fatto che tra un po’ di tempo non ci saranno più casi significativi di Coronavirus.

Vorranno certamente mantenere una tensione che ci porti alle vaccinazioni di massa, a continuare ad accettare controlli e limitazioni di libertà, digitalizzazioni, meccanizzazioni e disumanizzazioni del mondo. Vorranno mantenere una tensione che possa ancora coprire il più possibile altre nefandezze, tuttora in corso: inquinamenti elettromagnetici, g5, geotermia, trivellazioni ed altri progetti contro l’ambiente… e poi produzione di armi, forme pensiero devianti, ecc…

Una tensione che possa mantenere una riduzione complessiva del dibattito politico, a favore dei poteri centrali. Che sono sempre avvantaggiati dalla gestione delle emergenze.

Prepariamoci: ne verrà fuori una normalizzazione punteggiata di continui messaggi terroristici…

E continueremo a non ricevere i veri messaggi costruttivi. Messaggi come: riduciamo l’inquinamento, miglioriamo l’alimentazione, conduciamo uno stile di vita migliore, rafforziamo il nostro sistema immunitario, coltiviamo gli ideali, i valori umani elevati, i buoni sentimenti, le azioni volte al bene…

Certamente tanta gente uscirà fuori da questo periodo di coronavirus psicologicamente indebolita, e cercherà di riprendersi buttandosi nuovamente nella vita del lavoro, del divertimento sensoriale, della materia, dell’effimero….

Ma molti, forse più di quelli che pensiamo, ne verranno fuori migliori ed interiormente più forti.

Avranno riassaporato, ritrovato la forza degli affetti familiari, recuperato forze interiori.

Avranno apprezzato, pur nelle tante limitazioni, il piacere e l’utilità di tempi più lenti per i pensieri, per i sentimenti, per un agire più accurato….

Avranno finalmente ragionato un po’ di più sul senso della vita e sul senso della morte… Rivedendo le priorità della vita. Rivedendo ciò che è veramente bene. Riscoprendo e mettendo in azione i nostri più profondi sentimenti d’amore.

Avremo attraversato dei giorni di Passione, per uscirne con la Resurrezione di un’anima in parte positivamente rinnovata e con uno Spirito più forte.

Ed è singolare che questo possa avvenire proprio a Pasqua, una Pasqua che dopo settimane di Passione può portare finalmente ad una vera, sostanziale Resurrezione.

Se usciremo da questa vicenda portando con noi nella ripresa della vita normale quanto di meglio abbiamo coltivato in noi e tra noi durante questi giorni di Passione, questa sarà una Pasqua di Resurrezione.

Altrimenti, se ci faremo condizionare dalla strategia della tensione, rimarremo crocifissi nel dolore, nella paura, nei cattivi sentimenti… come ci voglio i poteri di manipolazione mondiali e nazionali.

Ci voglio mantenere appesi alla croce, ma abbiamo tutte le forze per risorgere.

Non facciamoci manipolare: dipende solo da noi.

Forza e coraggio!

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