Siria: Assad denuncia un complotto internazionale. Ha ragione?
di Fausto Carotenuto
Bashar al Assad in un discorso al Parlamento ha accusato “mostri” di aver compiuto la terribile strage di Hula. Ed un complotto internazionale di aver portato terrorismo e guerra nella strade della Siria. Varie testimonianze, rintracciabili su internet, supportano questo quadro. Certo non i grandi media influenzati dai poteri di manipolazione.
Il timido e malinconico Assad negli anni ’90 stava a Londra, non aveva alcuna intenzione di occuparsi di politica. Lui voleva fare l’oculista… Il padre dittatore Hafez, che voleva mantenere in famiglia il controllo del potere, proprio per questo aveva destinato al suo posto il fratello minore. Che però rimase vittima di un incidente. E così, quando Hafez muore, Bashar viene costretto dalla ragione di famiglia e di gruppo (i minoritari alauiti) a diventare dittatore… E non gli piaceva per niente passare dalla libertà londinese agli intrighi di una corte araba.
Ora si ritrova al centro di una strategia della tensione che ha stravolto il Paese. Attacchi terroristici, rivolte di alcune aree, infiltrazioni pesanti e improvvise di Al Qaeda e di salafiti, spesso stranieri. Prima sconosciuti nel paese, dove c’era una opposizione soprattutto di tipo laico, e non particolarmente forte. Molto ben controllata dai feroci servizi siriani.
Una considerazione semplice: la strategia della tensione (bombe e stragi) in genere la fa o il potere in carica per rafforzarsi con l’emergenza. Oppure un potere esterno che vuole far saltare proprio il potere in carica.
La spinta drammatica impressa agli eventi non va certo nella direzione di rafforzare il potere degli Assad, anzi il contrario.
E’ allora evidente che non sono gli Assad a mettere bombe e a fare stragi: pur essendo un regime deprecabile, aspro e spesso sanguinario, in questa fase non avrebbero alcun interesse a far montare la tensione. E soprattutto ad indignare a tal punto l’opinione pubblica internazionale da dare alla NATO una bella scusa per intervenire in forze con mezzi contro i quali non avranno alcuna speranza di difendersi.
Ma l’esponente di un regime veramente sanguinario e criminale non ha alcuna credibilità, e quindi nessuno prende sul serio quello che dice il malinconico Bashar. Così come nessuno prendeva sul serio Gheddafi quando diceva di essere oggetto di una aggressione e di un complotto. Bashar sa che il suo paese è stato sostenuto per anni dai poteri internazionali, perchè utile nella gestione del terrorismo e della crisi libanese. E come Gheddafi, Mubarak e Ben Alì, non capisce perchè ora quegli stessi poteri gli si rivoltino contro.
Il timido Bashar al Assad, già stritolato dalla ragione di stato e di famiglia, rischia di rimanere stritolato anche dalle ragioni delle forze oscure internazionali.
Che vogliono che un altro paese da laico diventi radicale islamico.
Che un’altra falsa rivoluzione araba accresca il numero dei paesi islamici radicali, per farne il fronte sempre più credibile della guerra mondiale occidente-islam. Che giustifica la sopravvivenza dell’emergenza, della tensione, degli apparati militari e politici che sempre di più schiavizzano l’occidente…
Rendiamocene conto. Non diamo appoggio ai falsi interventi umanitari. Non partecipiamo alle onde emotive sollevate ad arte per giustificare pesanti interventi militari,
E pensiamo ad un Medio Oriente che non sia più il terreno di scontro di oscuri poteri, ma torni ad essere quel caldo giardino di antiche tradizioni, quella terra dove si muovevano i meravigliosi sufi… E la “magica” Siria sia finalmente il cuore sereno di quel Croissant Fertile, di quella mezzaluna fertile a cavallo delle zone desertiche, che tanto faceva sognare gli antichi profeti.
Noi pensiamo al giardino fertile e pacifico… dove la coscienza umana mette in armonia il lupo e l’agnello… Chissà…
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