L’Aquila, città dello Spirito, vergogna della politica italiana… RISVEGLIATI!
di Fausto Carotenuto
A 5 anni dal sisma del 3 aprile, l’Aquila è una città fantasma, con il bellissimo corpo martoriato prima dal terremoto e poi dalla gestione insulsa e truffaldina del dopo terremoto.
L’Aquila, dolce città dei bei palazzi e delle bellissime chiese, città federiciana, templare, celestiniana… costruita dai cistercensi per essere le nuova Gerusalemme al fianco del magico chakra di Santa Maria di Collemaggio. Capitale della gente “forte e gentile”… del buon vivere… col tempo un po’ troppo convertita dai beni spirituali a quelli materiali.
La dolce l’Aquila devastata dal terribile sisma, ma soprattutto dai poteri oscuri che hanno subito afferrato la gestione del dopo terremoto, come avvoltoi famelici.
Producendo un disastro morale e materiale.
Dopo 5 anni ancora 23900 le persone fuori casa, sparse tra moduli abitativi in parte inabitabili e palazzine rapidamente fatiscenti.
Palazzine presentate come miracolose da un ridicolo demagogo… e costruite in tutta fretta a costi altissimi dalla corte dei suoi sciacalli. Con il legno che marcisce, i pannelli solari subito rotti, le perdite dai tetti mal fatti, il costo altissimo, scandaloso, di 2800 euro al metro quadro… I 900 piloni antisismici non funzionanti che sarebbero costati 5000 euro l’uno. E tante altre nefandezze…
Non è più la dolce l’Aquila. Ora è una specie di bella addormentata sfregiata nel cuore e devastata nelle membra… In attesa dolorosa di un principe che faccia il miracolo.
E la ricostruzione non funziona… La Chiesa manovra per ottenere la guida dei nostri soldi per riparare l’enorme patrimonio immobiliare religioso… Poteri contrastanti si muovono per chi deve gestire l’”affare”. I governi sono del tutto insensibili, interessati solo a mantenere in piedi il teatrino nazionale della manipolazione, o i progetti inutili come la TAV, e le dispendiose imprese militari dei poteri mondialisti. O il perverso disegno di perdita di sovranità in favore di un superstato europeo di matrice orwelliana.
Ed è una vergogna che a Roma si perda il tempo in false riforme elettorali, in finti dissidi politici, quando l’Aquila è ancora in queste condizioni. Cosa blatera Renzi – e prima di lui Letta, Monti, Berlusconi… – senza prima aver risolto rapidamente una tragedia come quella aquilana? Tutta l’azione politica perde ulteriormente di credibilità di fronte alla incapacità o alla mancanza di volontà di risolvere il dramma dell’Aquila la dolce.
E gli aquilani? Purtroppo poco incisivi… bisogna ammetterlo. Ancora ingabbiati da una classe politica e da congreghe varie dalle quali non sono riusciti né interiormente né esteriormente a liberarsi.
Si sono resi conto di essere troppo facilmente vittime del malaffare? Si sono resi conto di aver votato e continuare a votare per una classe politica inaffidabile? Si sono resi conto dei danni materiali e sociali prodotti dal competere, dal voler fare carriera attraverso l’adesione a forze di controllo sociale e delle coscienze come massonerie, opus dei , gruppi gesuiti? Si sono resi conto che il loro gioiello, l’Università… era un centro di diffusione di cultura quasi esclusivamente materialista, abbondantemente infarcita di professori – per fortuna non tutti – dipendenti da una cultura sclerotizzata e da centri di potere anticoscienza?
Come sempre i veri danni li produce il sonno della coscienza. Fortemente presente, come nella maggioranza la società italiana – anche prima del terremoto.
Alcuni aquilani erano già svegli… Ma la gran parte era intenta alla ricerca dei beni e dei piaceri materiali. Una provincia, come tante, addormentata… tranne pochi ma bei fermenti spesso radunati intorno alla celestiniana basilica di Collemaggio, al meraviglioso ricordo dei templari ed alle origini sacre della città dello Spirito… Per ritrovare il fondamento di una rinascita spirituale e morale.
Il terremoto con la sua devastazione, è venuto dolorosamente e non casualmente a stimolare un risveglio… E poi la mala gestione della ricostruzione truffaldina ad accentuare il dolore nei cuori degli aquilani. E il dolore serve a domandarsi: perché? Ad aumentare il risveglio delle coscienze.
309 martiri sacrificarono parte del loro progetto di vita per il risveglio dei loro concittadini. Che non sia stato invano.
Aquilani, risvegliatevi dal sonno della materia: se la politica, il malaffare e i gruppi di manipolazione imperversano saccheggiando le vostre risorse e la vostra buona fede è anche perché una parte importante di voi lo ha consentito, dimenticando che la vostra città non era solo la città dello shopping, della buona cucina o della cultura materialista… ma una città con una origine ed un destino spirituali.
Già dal suo misterioso nome: Aquila, simbolo dello Spirito, simbolo di Giovanni e della Ecclesia giovannea… Quella che doveva venire a sostituire l’Ecclesia Carnalis e corrotta di Roma, secondo le profezie del grande Gioacchino da Fiore… Ma che per farlo doveva cominciare dai cuori della gente.
Gli aquilani hanno reagito al terremoto ed alla sua gestione, e questo è un bene…. Ma ancora troppo poco. I partiti e le congreghe dovevano uscire distrutti, polverizzati dal sorgere di forti movimenti dei cittadini, capaci di prendere in mano la guida delle proprie sorti. Ma i lacci dei vecchi poteri ancora legano le membra interiori delle società aquilana.
Gli avvoltoi sono dappertutto, ma occorre trovare la forza morale di scacciarli e prendere in mano il proprio destino.
Dal doloroso lamento generale questo popolo deve uscire rispolverando le proprie doti di gentilezza sì, ma ora soprattutto di forza morale. E organizzarsi di conseguenza.
Deve liberarsi prima di tutto dai lacci interiori. E ne ha le qualità.
E solo allora il Principe dello Spirito aquilano risveglierà l’Anima Bella di una città per troppo tempo addormentata.
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