Tangenti, guerre di potere, ipocrisie e campagna elettorale
di Fausto Carotenuto
Le tangenti non vanno pagate. Va bene, siamo d’accordo.
L’Italia è il regno delle tangenti: per fare qualsiasi cosa che abbia a che fare con la pubblica amministrazione, ma troppo spesso anche per aggiudicarsi gare presso organizzazioni private. Il problema delle tangenti non nasce dalla Stato o dalle società private. Ma dalla qualità morale di alcune persone che ne fanno parte, che vogliono impossessarsi di denari non loro attraverso meccanismi di distorsione delle procedure e della verità.
Ci sono leggi e severe sanzioni per chi pretende o accetta di dare “mazzette”. Ma verranno sempre superate se non migliora l’interiorità delle persone. Se non si afferma un più forte senso della probità e del dovere.
Una cultura materialista non riesce a produrre questa elevazione morale. Perché in essa i beni materiali sono l’unico obiettivo da perseguire, e “se non ti scoprono” non succede nulla alla tua anima. La fai franca e ti tieni i soldi, che in questa cultura cieca “garantiscono la felicità”.
Nel mondo anglosassone e nord-europeo, nel quale è diffuso un maggiore senso civico e del dovere, il la corruzione è inesistente ai livelli di massa, ma molto forte comunque negli alti livelli di governo e dell’economia. Nei paesi del terzo mondo, sia quelli poveri o in via di sviluppo, che in quelli produttori di sostanze “ricche” come il petrolio o il gas, la corruzione è la norma.
Se si vuole lavorare in quei Paesi, la struttura locale impone l’impossibilità di farlo senza entrare nel meccanismo della corruzione.
Tutti pagano le tangenti sui mercati internazionali. Chi dice di no fa solo finta, ha un ottimo scudo di protezione e sofisticati meccanismi per poter pagare le tangenti. Soprattutto al di fuori del mondo occidentale – ma non solo – per aggiudicarsi commesse, per comprare materie prime come il petrolio, non si può fare altrimenti. La gara tra le società spesso non avviene tra capacità tecnologiche e commerciali simili, ma alla fine vince chi ha gli “sponsors” locali più potenti. Più in grado di assegnare un lavoro. Delle volte gli stessi gruppi locali sono sponsors di tutte le società in gara. Loro guadagnano comunque. Se non si passa da loro, non si conclude nulla.
Come dire che nessuna società italiana di dimensioni internazionali potrebbe sopravvivere senza pagare tangenti. E deve fare salti mortali per non farsi individuare dai magistrati, e non solo da quelli italiani. Normalmente viene protetta, soprattutto se ha forti agganci politici e massonici. Ma talvolta una società o alcuni suoi uomini vengono colpiti duramente per aver pagato tangenti. Ma questo non avviene perché si afferma la moralizzazione e la giustizia… No, in genere avviene per motivi di lotta politica ed economica.
Confermiamo che secondo noi le tangenti non si devono pagare, che è qualcosa di immorale. Ma occorrerebbe che questa visione fosse applicata da tutti, e che non diventasse strumento di lotta di potere, da usare solamente quando si vuole colpire l’avversario. Che sia una persona, una società o un Paese.
Come dire che ora, nella guerre tra gruppi di potere, se si vuole attaccare e indebolire un avversario, basta procurarsi le prove di un caso di tangenti, riuscire a farle usare da un giudice, ed è fatta: colpito e affondato.
Non è un grosso problema, visto che tutti i partiti tradizionali sono corrotti, che tutte le società pagano tangenti ecc… Devi solo scegliere l’obiettivo e trovare un po’ di prove… il che non è difficile, con i mezzi tecnici di oggi.
Non appena lo scandalo esplode, i media sono pronti a fare da grancassa. E lo scandalo produce, oltre ad effetti giudiziari, anche la vera valanga che travolge persone, circuiti di potere e circuiti di affari. Eliminando avversari e donando fette di potere e di mercato a chi ha scatenato lo scandalo.
Diciamo che fino ad ora gli scandali non hanno un intento moralizzatore, ma usano la giustizia ed il giusto risentimento popolare, come strumenti di lotta di potere.
In questa fase il fronte gesuita-massonico, nel suo intento di ricondizionare completamente la politica italiana in senso centralista europeo, sta colpendo duramente gli avversari. Soprattutto ora, in campagna elettorale.
Questo produce l’indebolimento delle lobbies e dei partiti tradizionali, e favorisce ulteriormente Grillo. Per portare ad un Parlamento con una opposizione vociante e giacobina talmente forte da indurre tutti gli altri a compattarsi sotto le bandiere europeiste gesuito-massoniche e a consegnare loro il governo.
E l’indebolimento di bastioni dell’indipendenza economica italiana, come ENI, Saipem, Finmeccanica, MPS ecc.. svolge anche il compito di liberare fette di mercato per società transnazionali legate al circuito di potere avanzante.
Il tutto con la scusa della “moralizzazione”. Una enorme ipocrisia.
Berlusconi osserva giustamente che per lavorare all’estero le aziende italiane devono poter pagare le tangenti, ma dimentica di dire che questo è immorale e che bisogna trovare strumenti per mettere fine a questa pratica. Ma gli altri – Monti, Bersani, Maroni, ecc… – che ora fanno finta di scandalizzarsi, cosa propongono? Solo di non pagare le tangenti a costo di distruggere diverse aziende italiane in favore dei loro avversari. Ma lo fanno solo per favorire le loro fazioni e i gruppi di interessi da cui dipendono. Una grande e colpevole ipocrisia.
Ma allora come fare, ci dobbiamo tenere le tangenti?
No, dobbiamo favorire la crescita delle coscienze e della spiritualità, unica garanzia del fatto che gli uomini smettano di predarsi l’uno con l’altro prima o poi.
Nel frattempo, se proprio si volesse uscire dall’ipocrisia, bisognerebbe istituire delle fortissime organizzazioni internazionali, capaci di intervenire con energia nei vari paesi per stroncare ed impedire il fenomeno della corruzione. Per assicurare la massima trasparenza. Per colpire tutte le tangenti, e non solo quelle dei propri nemici di fazione nella lotta per il potere.
Ma ancora non ci siamo: proprio non appare una seria volontà del genere da parte degli Stati.
Quindi le tangenti rimarranno ancora uno strumento di arricchimento illecito e di illecita lotta politica ed economica, finché la coscienza umana, o un orwelliano stato di polizia mondiale non metteranno fine a questo sistema.
Noi preferiamo di gran lunga la crescita della coscienza… che sta avanzando in modo così forte da imporre ai poteri di manipolazione di sbrigarsi a formare un orwelliano stato di polizia mondiale.
Chi vincerà? Dipende solo da noi…
Basta che ognuno si impegni ad eliminare la corruzione dalla propria interiorità, e si liberi all’impulso e alla gioia di volere il bene di tutti!