Non è mica solo il Papa a saltare…ora arriva anche Finmeccanica. Ma che c’entrano?
di Enrico Carotenuto
Non è la vecchiaia…
Lo scontro tra le due principali piramidi vaticane, quasi sempre sotterraneo, giunge finalmente al suo culmine ed esplode sulla scena pubblica, con dimissioni papali che in duemila anni di storia si verificano solo quando la stessa esistenza della Chiesa è messa in pericolo. Una cosa epocale.
La piramide che potremmo genericamente definire opusdeista, dominante fin dall’elezione di Giovanni Paolo II°, sembra essere uscita sconfitta su tutta la linea, grazie agli uomini della piramide gesuita, che hanno chiuso il cerchio, occupando con la loro famosa “invisibilità”, i gangli del potere economico e politico internazionale, in maniera così efficiente da riuscire a dare, con queste dimissioni, il segnale della vittoria completa.
Si, perchè forzare le dimissioni papali equivale a dichiarare al mondo intero chi è che comanda. E’ come dire che tutti gli accordi che avevano portato all’elezione di Ratzinger sono nulli. Che una delle parti può permettersi di stracciarli, e pretendere un pontefice dei “loro”. Che ora è tutto da rifare, e tutto deve passare per i nuovi canali, quelli che ora sono “giusti”.
E se guardiamo attentamente, ci accorgiamo che non è solo il Papa ad essere travolto dagli “scandali”. Anche gli altri centri di potere economico, finanziario e politico, quelli sicuramente subordinati, stanno cambiando di mano. Per lo meno quelli che erano ancora rimasti in mano ai perdenti. In quest’ottica la perdita di potere di quell’asse vaticano che vede in Ruini il suo elemento di spicco sembra avere avuto delle conseguenze notevoli: abbiamo visto come nell’ultimo anno e mezzo, in rapida successione, siano crollati bastioni come Berlusconi e Formigoni (Compagnia delle Opere ed il circuito di CL), colpiti gli ambienti d’alemiani con lo scandalo MPS (vedremo il rientro “dall’Africa” di Veltroni?), abbiamo visto la scomparsa di Rutelli e Buttiglione, la cacciata di Gotti Tedeschi dallo IOR (immischiato anche in MPS), lo scandalo ENI-Saipem, e ora l’arresto dell’amministratore delegato di Finmeccanica.
Si, perchè anche con Finmeccanica hanno usato lo stesso metro di giudizio che per Saipem: quello che che è tacitamente ammesso fare a tutte le ditte del mondo, all’improvviso, per certa gente, non vale più. Per capire il meccanismo clicca qui.
Insomma, il quadro è ben più esteso di quello che dice il telegiornale. Il ricambio sta avvenendo rapidamente, nei punti chiave, o per lo meno nei punti chiave rimasti in mano agli ex-vincenti.
Un indizio importante, può essere il fatto che si sia parlato subito della candidatura al soglio pontificio del cardinale Angelo Scola (vicino all’Opus Dei e a Comunione e Liberazione), il quale non sembra molto contento che se ne parli così presto: in genere quando è così, significa che la candidatura è bruciata sul nascere… Un genere “chi entra Papa nel conclave, ne esce cardinale…”
Ma a noi, cosa cambia, esattamente?
Ben poco, anche se dovremmo preoccuparci sempre quando c’è una vittoria così completa, poichè gli spazi di democrazia e di libertà in genere sono maggiori durante gli scontri tra piramidi. Le informazioni circolano di più, e magari a volte escono fuori cose a favore della gente. Comunque si tratta sempre e comunque di una situazione temporanea. E’ nell’ordine delle cose che ci sia, nel tempo, un riequilibrio: è condicio sine qua non del Divide et Impera.
Ed è proprio quello il gioco a cui noi dobbiamo sottrarci: non ci dobbiamo far dividere. Non nel nostro intimo personale, non nel nostro rapporto con gli altri. Dobbiamo andare avanti col nostro percorso di crescita interiore individuale, costruire reti, aiutare chi ci è accanto, se possiamo.
E’ in fondo questo, quello che temono veramente, e forse è per questo che è stato permesso ad una fazione di sbaragliare l’altra: hanno urgente bisogno di un fronte compatto per affrontare il vero problema della crescita delle coscienze.
Può interessarti anche: