Monti fa un Decreto di Stabilità (leggi: finanziaria) che sa di decreto elezioni.
di Enrico Carotenuto
Monti, lo aveva detto: vado via dopo l’approvazione del ddl stabilità. E noi ci eravamo fatti grandi risate. Infatti due cose erano chiare dalle sue dichiarazioni del dopo “sfiducia”:
1) Che Monti non se ne va neanche a calci, infatti uscirà dalla porta del governo tecnico per essere rieletto a febbraio da qualche bella coalizione asservita (scegliete tranquillamente a caso i partiti della coalizione pro-Monti. Escluso il M5S, gli altri, al netto dei teatrini, gareggiano a chi si prostra meglio);
2) Che avrebbe usato il ddl stabilità, ora alla camera, come trampolino di lancio per le elezioni. Infatti proprio non è riuscito ad esimersi dal finanziare la TAV con 2,2 miliardi (il primo di molti futuri finanziamenti per questo mostro preistorico), dal favorire ulteriormente il gioco d’azzardo, che spesso sfrutta le patologie umane, e che deve ancora 96 miliardi di Euro di tasse evase allo Stato; e dall’elargire prebende, soldi e soldini, probabilmente in cambio degli ultimi “si”, quelli della bassa manovalanza, necessari a ripresentarsi in tutta tranquillità a febbraio.
Avete presente le alluvioni che ci sono appena state in Toscana e Umbria? Bene. Sapete, per esempio, quanto è stato destinato al problema del dissesto idrogeologico in Abruzzo?
10 milioni. Come si fa a rimettere in sesto l’idrogeologia dell’Abruzzo con 10 milioni? Ci si pagano forse 2 o 3 studi di consulenza…
2,2 miliardi ad un treno che sarà in perdita tutta la vita, che devasta il territorio, che non ha merci o persone da trasportare. E 10 inutili milioni per evitare morti e danni alle proprietà ed in grado di arrestare le economie locali.
In compenso, all’editoria (i giornali), aumentano i fondi di 40 milioni.
Eh, i giornali servono eccome, sennò chi mai potrà far finta di credere a quello che dicono? Chi potrà far passare con toni neutri ed asettici le peggiori porcate, come se fossero i migliori standard?
Per esempio, notate, in questo articolo, il tono e l’abilità di chi si sforza allo stremo per evitare anche il più piccolo commento di qualsiasi natura. Questo è si, duro lavoro! E non ce ne vogliano l’autore o la testata, per aver ricordato come portano a casa la pagnotta.
A volte è dura rimanere centrati e motivati per fare quello che occorre per aiutare le coscienze, la propria e se possibile, quella degli altri. Certe volte è difficile ricordarsi che va tutto bene, che più fanno così, più favoriscono il risveglio.
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