Mattei fu ucciso per togliere libertà al nostro Paese
di Fausto Carotenuto
50 anni fa, Il 27 ottobre 1962, oscuri poteri di manipolazione transnazionali uccidevano Enrico Mattei. Presidente dell’Eni, eroe della Resistenza, uomo libero e geniale.
La mafia si fece strumento cieco di un complotto, per confondere le acque. Un killer mafioso, con la solita protezione dei soliti uomini infedeli dei servizi segreti, sabotò il suo aereo. Causandone la caduta.
Ancora oggi la tesi prevalente è che ad ucciderlo furono i petrolieri americani, minacciati nelle loro tasche dal grande senso degli affari di Mattei. Che non solo aveva liberato l’Italia dalla schiavitù nei confronti delle loro forniture, ma aveva anche fatto diventare l’AGIP e l’ENI delle grandi compagnie in grado ci competere in tutto il mondo. Ed in grado di conquistare grandi mercati e grandi aree di estrazione.
Ma forse la storia non è andata proprio solamente così, e la verità va ricercata a partire dai fumosi equilibri di potere di casa nostra. Tanto per cambiare.
Mattei adoperava le enormi quantità di denaro che gli passavano per le mani non solo per sostenere lo sviluppo economico del Paese, ma anche per comprare vasti settori della politica e della stampa. Con grande successo. Non lo faceva per voglia di potere, ma per mantenere una parte importante della politica e dei media indipendenti dai grandi poteri oscuri. Lo faceva per continuare nella sua Resistenza ai poteri contrari alla libertà. E nel fare questo sottraeva potere ed influenza a ordini religiosi, massonerie, poteri oscuri di corruzione e di schiavizzazione.
Un eroe della Resistenza ai poteri oscuri, un martire della lotta per la libertà degli italiani. Così come poi martiri della stessa lotta, sulle sue stesse posizioni saranno Aldo Moro, Mino Pecorelli, Dalla Chiesa… e tanti altri, fino a Falcone e Borsellino.
Ogni volta che uno di loro veniva ucciso, la classe politica italiana scendeva un gradino affondando in quella barbarie che è sempre frutto della scelta di farsi servi di poteri di manipolazione e di corruzione.
Il livello di amoralità di questa classe politica è anche il frutto di quegli omicidi. Con gente della tempra di Mattei, Moro, Pecorelli, Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino il nostro Paese non sarebbe ora nelle mani di oscuri poteri anticoscienza che stanno sfaldando il tessuto del nostro Paese per infilarlo in una megagabbia europea.
“Li riconoscerai dai loro frutti…”
Speranze?
Certo: la stessa fiamma interiore che guidava questi martiri della Libertà, è ora silenziosamente più diffusa di prima, ma non nei vertici politici ed economici, bensì nell’onda di risveglio della coscienze in pieno sviluppo. La fondata speranza è proprio nella fiamma della libertà di pensiero e nella forza di tanti cuori che ancora non sono influenti e visibili in politica, ma che prima o poi la libereranno dai mostri psichici che ora ne dominano i recinti.
Può interessarti anche: