Kerry di nuovo a Roma per promuovere la guerra
di Enrico Carotenuto
Come ogni buon venditore, eccolo di nuovo a fare il giro dei possibili clienti. Ha un prodotto che va alla grande: la guerra. Di più! E’ praticamente l’esclusivista di “Guerra-al-terrorismo(TM) “, un prodotto che spopola da almeno 15 anni. Letteralmente. Poco importa che terrorista è chi gli pare a lui. Prendiamo ad esempio quando nel 2013 venne a dirci che era stato Assad ad uccidere tutti quei bambini col gas, e che bisognava fargli la guerra subito per fermare questo barbaro disumano. Poi è uscito fuori che il gas era stato usato dai ribelli, cioè quelli che noi avremmo dovuto aiutare, cioè quelli che sono poi diventati ISIS. Poverino, si sarà sicuramente sbagliato, ma in fondo cosa importa? Non conta tanto chi si bombarda o perchè: l’importante è bombardare, no?
Si, ma fino a un certo punto: in fondo, tutto ‘sto casino in Siria è stato fatto anche per levare di mezzo Assad e quindi, per Giove, leviamolo di mezzo no?
Per questo Kerry si è riunito con i suoi compagni Gentiloni e Mogherini, per poterci ricordare che non possiamo mica cavarcela così, e che la guerra all’ISIS la dobbiamo fare pure noi, o per lo meno pagarla. Ovviamente non ci ha ancora spiegato perchè fare la guerra ad Assad sia equivalente a combattere l’Isis, perchè, ovviamente, non può. In compenso può dire frasi senza senso tipo “Assad è un magnete per il terrorismo”, che è un po’ come il “Gardol” nel Colgate, o come dire “i nostri test clinici dimostrano” nelle pubblicità: frasi che poi vengono riportate acriticamente dai media di regime, e che quindi arrivano a significare, nelle orecchie dei disinformati, “Assad=terrorismo”, mentre è chiaro a chiunque si informi un minimo, chi sia il vero terrorista.
Si, ok, ma perchè adesso parlano di fare la guerra all’Isis, se prima dovevamo fare la guerra per aiutarli?
Questa risposta, Kerry, ce la dà forte e chiara: “La guerra sarà lunga, più di quelle guerre tra uno Stato e l’altro Pur essendo simile a quella “contro al Qaeda” questo conflitto è un impegno più lungo e duraturo“.
Lungo e duraturo, più chiaro di così… peccato che chi si è occupato per anni e anni di medio oriente, proprio per conto della Nato ed altre serissime organizzazioni affermi che Isis, volendo, e semplicemente per ragioni logistiche, si ferma in un mese o giù di li, e senza combattere!
LA CITTA’ DI HOMS, SIRIA, OGGI.
Nel frattempo, faccio poco umilmente notare ciò che scrivevamo su queste pagine lo scorso 11 settembre, proprio in occasione dell’ultima campagna del venditore porta a porta di morte, perchè ogni tanto è utile confrontare le previsioni con gli esiti.
Giudicate voi.
“Nell’ottica di chi ha avviato e foraggia tutti questi massacri, il fatto che ci sia resistenza, che la guerra si prolunghi e si inasprisca, è una vittoria. Lo scopo infatti è mantenere aperta la ferita. Assad riesce a contenere l’ISIS con l’aiuto dei russi e degli iraniani? Bene! Significa che potranno potenziare ulteriormente lo spauracchio wahabita, che continueranno ad esserci migranti che scappano, che aumenteranno i problemi sia in Europa che in medio oriente, che quindi si dovranno aumentare i controlli interni, che i politici potranno gridare “più Europa!”, che gli americani potranno flettere i muscoli e aumentare ancora il budget per gli armamenti, ecc.”
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