Il “watchdog della politica economica italiana”? E’ una ditta di marketing che lavora per l’establishment
di Enrico Carotenuto
Può essere che l’esito referendario abbia messo un bel po’ di paura agli eurocrati: evidentemente noi Italiani siamo meno scemi di quanto gli sembravamo.
Qualcuno magari si sarà detto: “Questi non se le bevono proprio tutte, vuoi vedere che adesso magari aumenta il numero di quelli che vogliono uscire dall’Euro?”
Chi lo sa se è andata effettivamente così. Certo che però colpisce il fatto che in cima alla colonna dei blog de ilfattoquotidiano.it oggi spicchi un titolo molto forte: questo…
Caspita! Lo dice Lavoce.info “il cane da guardia della politica economica italiana“, mica pizza e fichi…
Deve essere una voce imparziale, per potersi fregiare di contanto titolo.
O meglio, dovrebbe…
Ora prendiamo in considerazione tre diversi lettori: uno superficiale, che scorre il titolo e va avanti, uno che legge l’articolo, ma non conosce la materia, ed infine uno che legge l’articolo e conosce la materia.
Quindi se fosse un lettore superficiale e non aprisse l’articolo, come probabilmente fa una gran parte dei lettori, immagazinerebbe nella sua mente la seguente informazione: “Euro-BENE/Lira-MALE”
Il lettore che vuole approfondire troverebbe un articolo allarmante sul fatto che un’uscita dall’Euro sarebbe una catastrofe per questo, questo e quest’altro motivo…
…e a quel punto, se fosse un lettore privo di adeguate conoscenze di economia, immagazinerebbe anche lui l’informazione “Euro-BENE/Lira-MALE”.
Nel caso invece in cui fosse un lettore attento e con adeguate conoscenze della materia, si renderebbe immediatamente conto che l’articolo contiene grossolanità oltre che assunti che non stanno nè in cielo nè in terra. E anche se fosse un economista pro-euro si troverebbe a dover concludere che si tratta di un articolo-spazzatura. Quindi si può dire che solo in un caso su tre il messaggio “Euro-BENE/Lira-MALE” non passerebbe. In realtà i casi in cui il messaggio non passa sono molti di meno, ma per facilità di lettura diciamo 1 su 3.
Ora, è preferibile non dilungarsi tanto sulla “fantasy economics” dell’autore dell’articolo, mostreremo un paio di passaggi molto discutibili, ma non ci soffermeremo troppo sui contenuti, perchè non sono quelli il punto.
Frasi tipo “esempio: un’obbligazione in euro che quota a 100 con una svalutazione attesa del 50 per cento“…
Svalutazione attesa del 50%? E perchè? Se dobbiamo proprio fare paura, diciamo il 75%, il 90%, o perchè no, il 100%! 😀
Oppure
“I titoli di stato dovrebbero essere ridenominati in valuta nazionale, altrimenti il debito pubblico sarebbe insostenibile… Forti vendite finché i prezzi non scontano pienamente la svalutazione attesa con rilevanti perdite per gli investitori esteri, che potrebbero reagire uscendo dal nostro mercato e rendere così difficile il rifinanziamento del debito in scadenza.”
Frase che lascia il tempo che trova, perchè un ritorno alla Lira fatto bene, con un giusto ritorno ad un sano rapporto tra il Ministero del Tesoro e Bankitalia (pre-1981), significherebbe che il debito pubblico sarebbe invece molto più sostenibile.
Per non parlare della completa assenza dall’articolo della menzione di anche uno dei numerosi benefici economici per uno stato che ha il controllo della propria economia. Anche quelli li lasciamo a chi vuole approfondire, basta cercarsi un video di Nino Galloni, se proprio non si vuole aprire un libro di economia.
No. Non c’interessa più di tanto confutare delle argomentazioni a metà.
C’interessa di più andare a vedere CHI E’ “il watchdog della politica economica italiana”.
Si autodefinisce così la testata on-line: lavoce.info
Grazie al cielo esistono i siti “whois”, che permettono di andare a vedere a chi appartiene un determinato dominio (sito).
A chi appartiene “il watchdog della politica economica italiana”?
A questi qui:
Ah, e cosa fa la Sequel srl?
Questo:
Sono una società di marketing, specializzata sulle attività web-based, tra le quali spicca “progettazioni e realizzazioni editoriali”.
Evidentemente, realizzazioni come “lavoce.info”.
Quindi “il guardiano della politica economica italiana” è la realizzazione editoriale di una società di marketing. Credo che sappiamo tutti che per definizione chi fa marketing non sia il massimo dell’imparzialità. Un call-center che vi vuole vendere un abbonamento a TIM non vi dirà mai che l’abbonamento ad un altro operatore costa di meno, giusto?
E allora vediamo chi sono i clienti di questa Sequel srl.
Eccoli qua:
Banche, telecomunicazioni, carte di credito, multinazionali, grandi società varie.
La Sequel Srl, quindi, è un piazzista glorificato per quello che può tranquillamente essere definito “l’establishment”. Ed in questa veste è proprietaria e gestrice del “cane da guardia della politica economica italiana”.
Ora si capisce perchè non abbiamo insistito tanto per confutare i tecnicismi?
Avete mai visto, ad esempio, un rappresentante della folletto venire a casa vostra a dirvi che l’aspirapolvere della Hoover è molto meglio e costa la metà?
Ovviamente, no.
Per capire quale aspirapolvere comprare, oltre al rappresentante porta a porta, magari vi rechereste anche in un negozio di elettrodomestici per provarne alcuni e comparare i prezzi, prima di scegliere.
Ora, un giornale come Il Fatto Quotidiano, non dovrebbe prestarsi ad un simile gioco di prestigio. E confidiamo che si tratti di un disguido dovuto a mera superficialità.
E’ giusto dare spazio a tutti i punti di vista, di modo che possa esserci confronto delle idee, ma i redattori de Il Fatto dovrebbero stare più attenti, perche tali articoli non possono essere presentati come provenienti da “il watchdog della politica economica italiana”. Se li vogliono far comparire sulla loro diffusissima area blog facciano pure, ma senza quella dicitura. Anzi, possibilmente con l’avvertenza “Questo articolo è scritto per conto di una società di marketing che lavora per…” perchè altrimenti qualcuno potrebbe pensare che Il Fatto voglia in qualche modo contribuire a spargere informazioni ingannevoli.