Egitto: ve l’avevamo detto…
di Enrico Carotenuto
Da quando siamo on-line, ovvero dall’aprile 2012, abbiamo commentato i fatti che si susseguivano in Egitto, ponendo in evidenza come tutto quanto rientrasse nel piano di rifacimento dello scacchiere mediorientale. Facesse parte, cioè, del piano per formare un enorme fronte multinazionale in mano a certe organizzazioni islamiste che faccia da giustificazione per i nostri enormi ed inutili apparati militari, e che fornisse quella continua emergenza che la minaccia “terrorismo” non può più rappresentare.
Personalmente, ne parlavo in diretta con alcuni amici egiziani che si trovavano al Cairo, già durante la rivoluzione del 25 gennaio 2011. Questi mi dicevano allora di essere ottimisti, e che nulla poteva essere peggio del regime di Mubarak. Altri tiravano fuori l’argomento che i “fratelli mussulmani” non sono una formazione così integralista, e quindi dissentivano col quadro che gli proponevo.
Oggi, questi stessi amici, sono di nuovo a piazza Tahrir. Nell’ultimo anno ho visto le loro posizioni cambiare a poco a poco. Man mano si rendevano conto che ciò che stavano facendo i fratelli mussulmani, era ne più ne meno quello che faceva Mubarak, ma con l’aggiunta di una buona dose d’integralismo islamico, e di spregio ancora maggiore per il benessere degli egiziani. In pratica, hanno passato tutto il tempo ad infilare loro fedelissimi in tutti i posti chiave del paese. Inoltre questi personaggi non erano neanche rodati nella gestione di un paese complesso, e a maggioranza islamico, ma fondamentalmente laico come l’Egitto, quindi sono anche riusciti a ridurre il paese alla fame.
Oggi, i miei amici egiziani mi dicono: “Questi sono peggio di quelli di prima, il mondo deve saperlo!”.
Gli americani (finanziatori e partner politico dei fratelli mussulmani), nel caso Egitto, si sono fatti male i conti. Credevano di trovarsi in una situazione simile alla Siria, o alla Tunisia. Ma Siria e Tunisia non sono cosmopolite come l’Egitto, dove per quanto la gran parte della popolazione è si mussulmana e povera, è abituata ad avere scambi con l’estero, invasa da milioni di turisti, studiosi, investitori, da tutto il mondo, ogni anno, con i quali gli egiziani parlano, e come! La classe medio-alta è abituata a viaggiare, navigare in rete, studiare all’estero, e forma comunque una solida barriera di resistenza contro l’integralismo.
Per cui Morsi non ha potuto portare avanti le cose come previsto. In questo contesto s’inserisce l’ultimatum di 48 ore che l’esercito egiziano ha dato a Morsi per stabilire una via d’uscita, un cambiamento che stia bene ai milioni di persone che sono nuovamente scese in piazza.
In queste ore i seguaci di Morsi stanno organizzando una contro-mobilitazione, per dimostrare di essere la maggioranza, e di avere diritto a continuare a governare. La nostra speranza è che ciò non provochi un bagno di sangue.
Ma perchè l’esercito, i cui comandanti sono stati tutti sostituiti con persone vicine ai fratelli mussulmani, ha preso questa posizione?
Per salvare il salvabile.
Occorre ricordarsi che l’arte della manipolazione delle masse prevede il controllo dei “cattivi”, si, ma anche quello dei “buoni”. Ecco spiegata la telefonata di Obama a Morsi, nella quale gli chiede di farsi da parte…toh!
Quindi l’esercito, che come dicevamo, fa capo agli stessi poteri, ha assunto il ruolo di “buono”, di modo che abbia una forte voce in capitolo, qualsiasi sia il risultato dell’insurrezione: se la gente non ne vorrà più sapere dei fratelli mussulmani, si fideranno però di quei bravi ragazzi dell’esercito, che hanno difeso il popolo. Così che qualsiasi sia il polo politico che gestirà il dopo-Morsi, dovrà fare concessioni agli amici dell’esercito, cioè, gli amici (segreti) di Morsi. Et voilà, l’ennesima fregatura è servita.
Non c’illudiamo che l’ennesima rivoluzione sia quella buona. Gioiamo però perchè quello che succede in Egitto è la dimostrazione di una cosa di cui noi di Coscienze In Rete siamo profondamente convinti: il male deve fare i conti con la coscienza delle persone, e di fronte all’aumento di questa, non può che arretrare. Un numero sufficiente di persone istruite, che non se la beve, che non sta zitto, che pacificamente dimostra il proprio dissenso, che fa le cose per amore del prossimo e della comunità, riesce a mandare all’aria i piani congegnati dai migliori strateghi delle intelligence mondialiste.
Ora, come dicevamo, tenteranno di rigirare la frittata per terminare la cottura. Sta agli amici e fratelli egiziani ora, fare il prossimo salto di coscienza per impedire che il piano vada avanti. Ci riusciranno? Io, e tutta la redazione, ce lo auguriamo con tutte le nostre forze.
In bocca al lupo, fratelli e sorelle!
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