Ambiente, salute e portafoglio – Il costo nascosto dell’insalata pronta.
di Giorgio Carotenuto
Oltre alla perdita di freschezza e il costo molto superiore al prodotto fresco, l’insalata in busta è uno dei prodotti meno sostenibili che troviamo oggi al supermercato.
Si presenta in comode confezioni dal prezzo apparentemente conveniente: € 0.99 per rucola pronta all’uso, € 1.49 per l’insalatina formato famiglia – già lavata, tagliata e asciugata. Ma se prestiamo attenzione al prezzo, potremo notare come si paghi almeno 10 euro al kg, ovvero 7-8 volte in più del prodotto sfuso.
Eppure le vendite di frutta e verdura di quarta gamma, sono in costante crescita. Si arriva all’arancia già sbucciata e confezionata, o le uova sode già pronte…ma come tanto cibo a basso costo, la quarta gamma nasconde un prezzo salato che noi tutti paghiamo: non solo hanno una scarsa capacità di nutrirci veramente bene (clicca qui per approfondire),ma hanno un impatto negativo sull’ambiente.
Basta andare nella in provincia di Salerno, tra Eboli e Battipaglia per capirlo. Se si attraversano i viadotti dall’autostrada Salerno Regio Calabria quest’area sembra un’unica palude di plastica con 7000 ettari di serre, in cui vengono cresciute le nostre insalate e rucole tutto l’anno, una produzione tra l’altro fortemente sostenuta dai fondi europei che finanziano al 70% la costruzione delle serre o il 90% se sono destinate al bio.
Accanto alle serre ci sono gli stabilimenti per la lavorazione, perché, ovviamente l’insalata non cresce pulita e imbustata, ma va lavata. Quanta acqua si consuma? Tra i 5 e i 10 litri per chilo di prodotto prima del taglio, a cui va aggiunto altri tre / quattro litri dopo il taglio.
All’acqua utilizzata dobbiamo aggiungere il costo energetico dalla refrigerazione delle celle lungo la catena del freddo fino ad arrivare ai potenti frigo nei supermercati.
E poi c’è la plastica. Il consumatore spende ameno dieci euro al chilo per insalata e soprattutto per la confezione di plastica (in alcuni casi due, vaschetta con plastica più copertura). Involucri che finiscono nella spazzatura. Tra imballaggi e confezioni di vario genere i numeri sono impressionanti: in Italia ogni anno vengono prodotti 35 chili di rifiuti di plastica a persona. A livello globale – secondo lo studio della Scientific Report – se ne consumano 320 milioni di tonnellate.
Pensiamoci: lavarsi e asciugarsi l’insalata da soli non è un dispendio di tempo ed energie così grande da giustificare questi sprechi, basta lasciarla a mollo senza esagerare con la quantità d’acqua. Cerchiamo di mettere maggiore coscienza in quello che compriamo e consumiamo, per la nostra salute e per il nostro futuro. Siamo noi a decidere le regole del mercato.