Grazie Michele, eroe della coscienza, caduto sul campo di battaglia di Acerra
di Fausto Carotenuto
Per anni Michele Liguori, vigile urbano, ha fatto il suo dovere, come funzionario e come cittadino, svolgendo il compito di responsabile unico della polizia ambientale del comune campano di Acerra, nella Terra dei Fuochi.
Per anni è andato ogni giorno a caccia di discariche abusive, di depositi di materiali pericolosi, di roghi di sostanze patogene. In una terra devastata dal malaffare e dalla malapolitica, colluse nel traffico di veleni.
Ed ha resistito a tutto, alle blandizie ed alle minacce dei camorristi, ma anche alle pressioni dei suoi superiori politici. Tornava a casa la sera – come racconta la moglie – con addosso l’odore acre dell’immondizia bruciata, dei depositi di materiali cancerogeni.
Lui sequestrava, denunciava, cercava di fare il possibile da solo. Mentre istituzioni, colleghi e persino centri di ricerca e medici compiacenti si prestavano al gioco del malaffare imperante in quelle zone. Alla fine lo avevano trasferito con una motivazione che la dice lunga sulla levatura morale di chi l’ha pensata: “per eccesso di zelo”…
Ora è morto, colpito ad un calangiocarcinoma che, come spiega l’oncologo Antonio Marfella, medico per l’ambiente, è “un tumore marker legato specificamente ai polibromodifenili (PBDE) che persino la truffa dello studio SEBIOREC dichiara in eccesso nei pool di sangue delle zone interessate, ma che dice che va tutto bene”. “Michele Liguori – scrive l’oncologo – aveva nel sangue eccessi degli stessi policlorobifenili PBC 118 e 126 trovati in eccesso nelle acque dei regi lagni di Acerra, nelle pecore di Acerra, nei pastori di Acerra, nei figli dei pastori di Acerra. Cancerogeno certo secondo Lancet, ma che non è certo secondo medici negazionisti. Vergogna a loro ed onore a Michele”.
Sì, onore all’eroico Michele, che aveva davanti a sé l’ideale di una società più giusta e più umana, e che per questo ha combattuto sacrificando la propria vita.
Una grande speranza per noi: non c’è solo il malaffare e l’egoismo brutale ed insensato. Non c’è solo la stupidità della predazione. C’è anche, tra noi, chi agisce per un ideale di amore sociale. E questa parte di umanità va incoraggiata, sostenuta, diffusa.
E’ morto…e questo ci dispiace e ci colpisce profondamente. Ma la visione spirituale ci aiuta a trovare un elemento positivo in questa tragica morte, sia per noi che per Michele. Sappiamo che l’appuntamento con la morte è un passaggio indispensabile, e la stessa data della morte fa accuratamente parte del nostro progetto di vita… Ciò che è veramente importante è come abbiamo vissuto, la qualità di coscienza che abbiamo sviluppato vivendo. Solo quello rimane con noi dopo la morte, come frutto autentico di una vita. E da questo punto di vista è chiaro che Michele ha portato con sé nel Mondo Spirituale i frutti di una qualità di coscienza superiore, sviluppata e guadagnata proprio combattendo per il Bene sui fetidi campi devastati da criminali e negli uffici pubblici ammorbati dalla malapolitica. E la sua morte, il suo sacrificio e la sua vita esemplare sono oggi un positivo elemento di riflessione per tante persone.
Pena per i suoi carnefici e ferma condanna per le loro azioni disumane.
Onore, rispetto, gratitudine per Michele, che ha creato luce nell’oscurità.