Eppur si muove!
Paola Lo Sciuto
Arte e finanza, arte e comunicazione di massa, arte e pubblicitá, arte e star system, arte e atteggiamento egoico degli artisti, arte e vezzo estetico, arte e mercato dell’arte, arte e critica d’arte. C’è qualcosa che non quadra nel mondo dell’arte contemporanea!.
In un interessante articolo firmato da Marcello Carriero e pubblicato ieri su Exibart, ci sono spunti evidenti di una presa di coscienza diversa. Questo è molto positivo.
Siamo ancora lontani dal capire come gli artisti e l’arte si possano liberare dalla morsa di questi meccanismi certamente perversi e contaminanti, ma la lettura dell’articolo è sorprendente, perché qualcosa, comunque, sta cambiando.
Eppur si muove!
É la coscienza di giornalisti, critici, e forse di molti artisti che cominciano timidamente a capire che tutta questa giostra mediatica e confusiva, mina il vero fine dell’arte, il suo ruolo nell’umanità, il suo significato profondo.
Tra le righe dell’articolo citato si elencano tutti gli elementi negativi che si sovrappongono all’autentico senso del fare artistico, e così basterebbe togliere di mezzo proprio quelli per lasciare agli artisti la lbertà di lavorare nella direzione evolutiva della creazione artistica, senza pressioni da parte del mercato dell’arte, senza finalitá egoiche, senza piegare la ricerca artistica a produrre oggetti che facciano necessariamente pendant con l’arredamento. senza l’angoscia di dover creare immagini e sculture che imitino per modernità la comunicazione pubblicitaria e la progettazione industriale.
Finalmente liberi ci si rivolga alla propria interiorità più alta, cercando di fare della propria vita un’opera d’arte virtuosa. L’artista potrebbe fare delle opere il mezzo della propria evoluzione ed elevazione spirituale. Cominciare a riconoscere il proprio ruolo e affinare la capacitá di rendere materia ciò che sogna e vede con gli occhi del cuore. Fare tesoro dalle proprie intuizioni più elevate, universali.
L’autobiografia: qualcuno dice che l’artista facendo le opere percorre il proprio cammino autobiografico per una crescita personale nella bellezza. Così l’opera potrebbe diventare il proprio percorso evolutivo, come un “tableaux vivant” d’esempio per gli altri, perché chi guarda l’opera possa vibrare insieme a quell’ anima vivente e sensibile d’artista, di una vibrazione benefica e più alta della materia stessa. L’artista potrebbe consegnare l’opera al mondo contribuendo al processo evolutivo dell’umanità.
Come quando l’arte non si chiamava nemmeno arte ed era soltanto materia spirituale.
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