Gente della Val di Susa, non vi fate incastrare!. Ci vuole più coraggio.
di Fausto Carotenuto
Ormai ci sono quasi riusciti: essere No Tav significa essere violenti, antidemocratici e sovversivi.
E‘ questo che volevano i poteri forti, e questo stanno ottenendo. Soprattutto dopo gli scontri di sabato notte. Che hanno consentito al fronte protav di scatenarsi su tutti i media contro i “sovversivi” valsusini.
Si può manifestare anche senza violenza. Si può fare resistenza passiva. E’ del tutto inutile e controproducente abbattere reti e lanciare petardi, o sassi. O vestirsi come guerrieri della notte in cerca di avventure, con caschi e maschere antigas. La maggior parte dei valsusini non lo fa, ma bastano pochi per rovinare tutto. La resistenza ai poteri forti è una cosa seria. Non è fare i bambini che giocano alla guerra.
Mi scuso per le parole forti, ma siamo arrivati ad un punto critico, ed occorre che i valsusini non si facciano incastrare come degli sprovveduti. Gandhi è l’esempio di come si fa. Manifestazioni passive pacifiche, senza alcun gesto aggressivo. E la pubblicizzazione del metodo non violento come unico metodo. Che lascia qualsiasi violenza solamente agli oppressori. Questo il modo di farsi sentire, di mettersi dalla parte della ragione comunque. E di mostrare chiaramente gli oppressori per quello che sono.
La tentazione di un piccolo e insensato squadrismo che colpisce gli interessi dei cattivi, che risponde con i sassi e i petardi alle cariche o ai lacrimogeni e agli idranti, semplicemente non paga. Anzi fa un grande favore a chi vuole reprimere. Confonde tutto, fa sembrare buoni i cattivi e viceversa.
Come è successo sabato notte, con i media prontissimi a servire i propri padroni e a dipingere il movimento come antidemocratico e violento. E che va represso non tanto perché rivendica che la TAV non si faccia, ma perché adopera metodi violenti. E allora è facile per tutti condannare. E poi reprimere.
Vi state facendo incastrare. Serve ora una correzione di rotta forte. Passare al pacifismo puro e incondizionato.
Per fare questo serve una forza maggiore di prima. E’ più facile lasciarsi prendere da azioni attive che avere il doppio coraggio di resistere passivamente. Questo serve: un coraggio raddoppiato. La forza di non reagire, di manifestare con la propria indignazione umana.
Il coraggio di non odiare, per non essere invischiati nello stesso circuito di bassi sentimenti da cui nasce l’aggressione alla Valsusa.
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