Chi combatte chi, in medio oriente, e da noi.

CIR Chi contro chi

Chi combatte chi, in medio oriente, e da noi.

di Enrico Carotenuto

Al di là delle cavolate che ci arrivano dai media di regime, siano essi tv o giornali, le notizie degli ultimi giorni possono rendere finalmente chiaro anche ai meno informati quale sia la realtà del problema ISIS.

Basta infatti esaminare gli schieramenti, ovvero le forze militari in campo, e le alleanze, per vedere come l’occidente, pressochè unito, appoggi senza riserve i sanguinari filo-wahabiti, mentre il mondo islamico “normale”, quello meno legato al blocco occidentale, sta combattendo disperatamente ed in maniera compatta contro l’ISIS.

Chi combatte chi2Di qualche giorno fa, la notizia che l’Iran ha inviato ventimila soldati in Siria, a combattere al fianco delle forze di Assad. Allo stesso tempo, anche una brigata composta da 4000 palestinesi è arrivata in Siria per aiutare nella difesa di Damasco. Quindi, da una parte abbiamo: Siria, Iran e Palestina (Sunniti normali e Sciiti) che combattono insieme contro una forza per lo più mercenaria che si fa portatrice dei “valori” retrogradi della più retrograda interpretazione dell’Islam, quella Wahabita, ovvero Saudita, che come abbiamo potuto constatare ripetutamente, è ovviamente sostenuta economicamente dall’Arabia Saudita e dal Qatar. ISIS è aiutata più o meno implicitamente, anche da Israele.

Israele?

Chi combatte chi1Ma come? Non dovrebbero essere spaventatissimi dall’idea di un califfato retrogrado e sanguinario che cresce indisturbato a pochi km da loro?

Affatto. In realtà sono ben contenti di appoggiarli, in quanto:

a) per pura casualità non hanno mai torto un capello agli “infedeli” israeliani, e invece di avanzare verso Israele, avanzano verso Siria e Iran;

b) sono stati ferocissimi contro gli Hezbollah (Sciiti) e i loro amici palestinesi;

c) La prima cosa che hanno fatto è stata di scatenarsi contro la Siria, da sempre uno dei principali contrappesi allo strapotere militare d’Israele.

d) Sanno che una volta svolto il loro ruolo potranno essere spazzati via facilmente, togliendo loro i finanziamenti dall’Arabia, e bombardandoli per davvero, mica come fanno gli USA

Insomma, quest’Isis è una mano santa anche per Israele.

L’ultimo tassello nello scacchiere mediorientale è il ruolo della Turchia. A sostegno dell’Isis fin dall’inizio. Infatti è da li che sono passate gran parte delle armi (armi NATO dall’Europa) dirette a quelli che allora si chiamavano i “ribelli” anti-Assad, e che si sono poi trasformati in ISIS. Ed è la Turchia che fa ancora da corriere, quando c’è da mandare le armi, sia attraverso il confine con la Siria, sia spedendole a mo’ di DHL dove servono all’ISIS: per esempio in Libia.

Chi combatte chiSe a questi dati uniamo che:

a) Israele, Arabia Saudita e Qatar, nominalmente nemici storici, ormai vanno apertamente a braccetto;

b) che tutte e tre più la Turchia sono emanazioni dirette del blocco occidentale USA-Europa;

c) che Europa e Stati Uniti hanno creato le condizioni per l’esistenza e la sopravvivenza dell’ISIS, abbattendo uno dopo l’altro tutti i regimi che avrebbero fatto da ostacolo: Gheddafi in ibia, Ben Ali in Tunisia, Mubarak in Egitto, e (quasi) Assad in Siria;

d) Che Europa e USA fanno la guerra all’Isis solo a chiacchiere;

Non possiamo non giungere alla conclusione che questo “Terrore-Isis” sia un falso nemico, costruito a tavolino e supportato dallo stesso Occidente.

Ma perchè?

Sono anni che su queste pagine anticipiamo cosa sarebbe succeso, fin dai tempi della “rivoluzione” egiziana.

Ecco, ad esempio, cosa scrivevamo sulla Siria nel 2012, mentre i telegiornali parlavano di Assad-il-cattivone e di ribelli buoni e bravi. 

Il perchè non è il controllo delle risorse (quelle erano già in mano agli stessi poteri). Il perchè è il controllo della popolazione (occidentale ed orientale), quello che conta è avere una scusa credibile per dedicare le risorse planetarie non all’aumento del benessere, all’eliminazione della fame, ed a creare condizioni favorevoli all’ondata di risveglio delle coscienze che riguarda tutto il mondo, ma al suo esatto opposto: creare odio, povertà, disperazione, mantenere la fame nel mondo, distrarre fondi verso gli armamenti, ecc. Una strategia molto chiara per rallentare il risveglio delle coscienze.

Stanno combattendo “noi”.

Noi che cerchiamo di essere meglio di come eravamo ieri. Tutti noi.

Ragion per cui dobbiamo stare molto attenti, e guardare in faccia la realtà delle cose, senza farci prendere dai vortici di ansia/odio/paura, che sono l’unico scopo vero di queste manovre. (Per capire meglio come funziona questo meccanismo, clicca qui)

aquilaPer combattere chi vuole tutto ciò, occorre essere diversi da come ci vorrebbero. Quindi niente paura, informiamoci, approfondiamo su tutto, dalla politica al cibo, dall’arte alla medicina, ma ricordiamoci sempre che quello che noi chiamiamo il risveglio delle coscienze è un fenomeno planetario, che sta crescendo a ritmi incredibili, e che è la grande notizia che nessun telegiornale ci darà mai. Che sono le forze oscure ad essere sulla difensiva e ad organizzare tutti questi disastri per cercare di mantenere la loro stretta sulle nostre menti ed i nostri cuori. Solo loro i primi ad avere paura, e sono loro che ne hanno di più. Per combatterli, basta che noi continuiamo a fare le cose che stiamo facendo, nel piccolo del nostro raggio d’azione. Che continuiamo a migliorare noi stessi, ad occuparci del bene fin dove possiamo arrivare. Che facciamo una piccola azione d’amore in più al giorno. Magari alleniamoci facendone una piccola, che normalmente non faremmo, magari anche solo un sorriso di cuore al nostro capoufficio antipatico. Dobbiamo unire il cuore alla testa. La cosa che li spaventa di più.

Per capire meglio le dinamiche, ed il punto di vista esposto nell’articolo, consigliamo la visione di questo video:

 

 

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