Tutto secondo i piani
di Enrico Carotenuto
In un qualche paese, in una qualche stanza, è andato in scena un dialogo molto simile a questo: “Buongiorno Eccellenza, ha visto i giornali? Siamo stati bravissimi, non trova? Va tutto secondo i Suoi desideri.”
Non importa quale sia il paese, nè quale sia la stanza. Non importa neanche se il dialogo ci sia effettivamente stato, o sia stato tra due, o venti persone. Il risultato è lo stesso.
Con il risultato elettorale di queste europee, la strategia che descriviamo da anni su queste pagine, comincia a diventare talmente palese, che diventa difficile pensare che una scena simile non si sia effettivamente vista da qualche parte, ieri.
Tutto secondo i piani: Il parlamento europeo saldamente nelle mani dei cristiano-democratici di Juncker, e della finta alternativa Schultz, con una crescita degli euroscettici, che hanno finalmente il peso giusto per continuare a fare da fattore K per molto, molto tempo.
In Italia, questo fattore K potremmo chiamarlo fattore G, ma la sostanza è sempre quella.
Il ridimensionamento delle ambizioni dei 5 Stelle rientra perfettamente nella strategia: un buon fattore K non può essere troppo grande, deve avere le giuste dimensioni: Deve essere grande abbastanza da mettere paura alla maggioranza dell’elettorato, e abbastanza piccolo e/o isolato da non poter mai contare veramente. Difatti la strategia del fantastico duo in testa ai 5 stelle non è stata altro che uno sfrondamento continuo di dissidenze, di libertà, di coralità, di coerenze, che ha disamorato molti simpatizzanti, quelli più attenti, che si sono chiesti dove stavano le differenze con gli altri, e dove stava un minimo di democrazia. Allo stesso tempo, però, ha creato un solido zoccolo di fideizzati, al quale può dire e fare qualsiasi cosa, tanto quelli applaudiranno sempre.
Ma d’altronde non si poteva permettere che il 5 stelle crescesse nella maniera corretta, altrimenti avrebbe rischiato seriamente di prendere il potere. Gli autogol di Grilleggio non possono essere semplici errori di valutazione. Magari, sforzandomi molto, posso credere all’inconsapevolezza di Beppe. Non a quella di Casaleggio. A questo punto mi chiedo se Beppe terrà fede alla sua boutade (“Se perdo mi ritiro dalla politica”), o se semplicemente continuerà a fare come tutti gli altri politici della storia: fregarsene della coerenza. Giusto il tempo di chiedermelo, e già mi dò la risposta: dubito che non lo vedremo fare il tour della vittoria cantata anche alle prossime elezioni.
Fattore K, dicevamo, che ha funzionato alla grande, spingendo il PD verso il più grande risultato della sua storia. Roba da mettersi le mani nei capelli e sbattere la testa contro il muro. Abbiamo gia esplicitato abbastanza come quest’ultimo partito non sia altro che l’espressione più diretta delle volontà della vincente piramide gesuito-massonica, che è comunque dietro tutta l’offerta politica che conta.
Dietro troviamo le stesse mani, davanti troviamo da una parte il baubau ringhiante contro tutto, tranne contro certi temi che non si toccano, se non a parole, dall’altra il bonaccione che ti dà 80 Euro, ma si vende la tua sala da pranzo e gli ori della nonna. Dato l’attuale stato della coscienza politica degli italiani, l’esito era scontato.
Chi ci ha messo in mano le carte elettorali da scegliere, ringrazia sghignazzando.
In Europa ora abbiamo uno scenario simile a quello italiano, Con un fattore K, rappresentato dagli euroscettici, che finalmente ha raggiunto una grandezza complessiva sufficiente a poter fare al parlamento europeo ciò che il 5Stelle ha fatto a quello italiano: compattare gli altri.
C’è da dire che al momento però il gruppo degli euroscettici altro non è che un’accozzaglia di anime molto diverse tra loro. Non c’è una direzione, non c’è un gruppo saldo e forte. Ci sono solo dei gruppi principali, che non hanno molto in comune. Il risultato più clamoroso è l’affermazione dell’UKIP di Farage come primo partito della Gran Bretagna. L’altro è il risultato del Front National della Le Pen in Francia.
Se andiamo a ben guardare, però, l’Ukip ha vinto in un paese dove non c’è l’Euro, e quindi non rappresenta una minaccia alla moneta: le cose che contano continueranno come prima. E nulla esclude che questa vittoria non sia un preludio ad un grande sputtanamento dell’Ukip, magari a seguito di qualche scandalo ben montato, che servirà ad avvicinare all’Euro i restii inglesi.
E la Le Pen?
Intanto, occorre ricordare che queste sono solo elezioni europee, quindi significano poco, dato che il parlamento europeo decide molto poco.
Poi non si può escludere la volontà di mettere un bastone tra le ruote tedesche, lo scardinamento di un gioco di equilibri interni alle piramidi che gestiscono l’affaire UE. Insomma, una sorta di avvertimento che si può portare avanti o far sgonfiare alle elezioni che contano un po’ di più: quelle nazionali.
Una cosa da notare, è come i 5 stelle siano strumentali sia in Italia che in Europa, limitando ed incanalando il dissenso in entrambi gli scenari. Da noi hanno fatto il massimo per alienare quella parte di elettorato che li avrebbe potuti far vincere, mentre in Europa hanno subito rifiutato la richiesta di collaborazione che è arrivata dagli altri euroscettici dei paesi maggiori: Francia e Gran Bretagna. Come a dire: il venti per cento si, ma diviso, per carità.
Comunque sia, il risultato di queste elezioni, è che tutto ciò che conta per chi conta, è esattamente come prima. Lo stesso potere centrale è in sella, e gode del compattamento dei fronti pro-europeisti dovuto alla crescita del fattore K (che è stata permessa e gestita dallo stesso potere). Tanto è vero, che i mercati di tutta Europa hanno festeggiato giubilanti il risultato elettorale.
Quindi?
Quindi, invece di pensare a queste grandi manovre, che come vedete sono molto ben studiate, pensiamo a cambiare quello che possiamo cambiare veramente, ovvero noi stessi e quello che abbiamo a portata di mano. Facciamo lo sforzo di mettere una goccia d’amore in più nelle situazioni che ci vengono incontro, specialmente in quelle situazioni dove proprio non ci verrebbe di mettercela. E vediamo se facendo così si modifica il flusso degli eventi che ci viene incontro. Scommettiamo che cambia? Questo è l’unico modo reale di cambiare in meglio la nostra vita. Quando questa pratica quotidiana sarà portata avanti da un numero sufficiente di individui, vedremo dei cambiamenti veri nella società, ed il ridimensionamento drastico delle piramidi del potere. Fin quando ciò non si verificherà, continueremo a trovarci davanti contenitori diversi, ma pieni delle stesse sostanze venefiche, e sedicenti salvatori della patria.
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