Si può fare!
Redazione
Esiste un pensiero diffuso tra e da molti, secondo il quale quando i poteri decidono una cosa dall’alto, ai cittadini non rimane che subire. Questa storia felice, invece, ci mostra come i cittadini, quando remano tutti dalla stessa parte, indistintamente dalle bandiere, quando sono bene informati, attivi e pressanti nei luoghi dove si prendono le decisioni, non possono essere ignorati.
Un bellissimo segnale dall’Umbria, dove la popolazione locale ha costretto una società appoggiatissima dalle alte sfere, ad abbandonare il suo piano per una rischiosa centrale geotermica in territorio sismico, che metteva a rischio la popolazione ed il territorio. Bravi!
Ecco il comunicato stampa delle associazioni che hanno sventato questo tentato scempio.
Associazioni ambientaliste e comitati di cittadini dell’Orvietano, della Tuscia viterbese e del lago di Bolsena
“ITW & LKW Geotermia Italia S.p.A. abbandona il progetto di geotermia a Castel Giorgio: ambientalisti, popolazione e i sindaci uniti in difesa delle peculiarità del territorio”.
…I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.
(dal “Bollettino della Vittoria”, 4 novembre 1918, Armando Vittorio Diaz (1861 – 1928), generale e ministro italiano)
Grande soddisfazione dell’opinione pubblica dell’Alfina per il ritiro della ITW-LKW dal progetto di geotermia nel comune di Castel Giorgio.
Si è trattato di una importante vittoria dell’opinione pubblica, attraverso i comitati ambientalisti e le forze politiche locali. Che hanno risposto in modo forte e determinato a quella che è stata considerata una vera e propria minaccia alla salute dei cittadini e al proprio bellissimo territorio: un raro ed efficace momento di compattezza. Un luminoso esempio di come le comunità locali, se opportunamente motivate e informate, riescono muoversi con successo per rispondere alle continue aggressioni speculative ai propri più genuini e basilari interessi.
Il progetto, pur volendo adoperare una tecnologia dichiarata “verde”, comportava in effetti rischi troppo forti per la salute e i beni dei cittadini di un’ampia zona, con la certezza di provocare sciami sismici di magnitudo non prevedibili. Grave anche il rischio di inquinamento dell’importante bacino acquifero potabile sottostante, con effetti nocivi di grande portata per lo stesso lago di Bolsena.
A rassicurare sulla innocuità del progetto era intervenuto il suo firmatario, il prof. Franco Barberi, condannato in primo grado all’Aquila per aver rassicurato gli aquilani prima del gravissimo terremoto del 2009. Il che naturalmente aveva tutt’altro che rassicurato l’opinione pubblica di Castel Giorgio. Tutte le forze politiche locali, dopo qualche iniziale tentennamento della precedente amministrazione, hanno infine espresso un compatto no al progetto, nonostante le enormi pressioni ricevute da alcune dirigenze politiche nazionali. I candidati di SEL, del PD e del 5 Stelle hanno concordato su questa linea. E la nuova amministrazione, con alla testa il Sindaco Andrea Garbini, ha da subito adottato una chiara linea di contrarietà al progetto. Notevole e cruciale il contributo scientifico e politico del comune di Orvieto, attraverso l’impegno personale del proprio Assessore prof. Claudio Margottini, geologo di fama internazionale. Un sostanzioso contributo è giunto anche dalla Provincia di Viterbo, con il sostegno del Vicepresidente e Assessore all’ambiente Paolo Equitani e dei sindaci del Lago di Bolsena, nonché dalle associazioni di tutela dello stesso Lago, con in testa l’ing. Piero Bruni.
Un grande ed intenso lavoro di coordinamento, di sensibilizzazione e di accertamento dei problemi reali e delle procedure connesse è stato compiuto dai comitati ambientalisti del territorio, tra cui il CISA e il Comitato per la Salute dei cittadini e del Territorio di Castel Giorgio, in coordinamento con le associazioni ambientaliste interessate al Lago di Bolsena.
Gravi pecche sono state riscontrate nelle procedure, inaccettabili incompatibilità e una generale sottostima dei rischi, informandone la popolazione e tutte le autorità competenti fino ai livelli regionali e nazionali. E intervenendo con forza e cognizione di causa nelle procedure di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e arrivando a richiedere l’intervento della magistratura.
Di fronte a questo fronte compatto e estremamente attivo di comitati, popolazione, sindaci e politici locali, alla società proponente non è rimasta altra scelta che ritirarsi.
Una bella vittoria dell’opinione pubblica contro i poteri forti. Ma anche la consapevolezza che occorrerà tornare a difendersi presto da nuove offensive speculative.