Seduti su una bomba ad orologeria
di Piero Cammerinesi (corrispondente di Coscienzeinrete Magazine negli Stati Uniti)
Un terremoto nell’area di Fukushima potrebbe mettere a repentaglio la stessa continuazione della vita sulla terra.
Lo scandaloso comportamento dei media americani di fronte al disastro di Fukushima Daiichi.
Qual è la situazione reale? Perché i media non ne parlano?
Houston, 10 maggio 2012
I media sono soliti bombardarci con lanci di notizie incessanti quando gli avvenimenti – specie se disastrosi – sono ‘caldi’, vale a dire appena accaduti o in corso di svolgimento, per poi abbandonare quasi del tutto situazioni che potrebbero rivelarsi ancora più drammatiche.
Così nell’assordante silenzio dei media americani una sola voce ufficiale si è levata per ricordare al mondo che la bomba a orologeria di Fukushima continua nel suo inesorabile ticchettio.
Il senator Ron Wyden, che peraltro è stato l’unico a visitare Fukushima, ha lanciato un serio allarme sulla situazione del reattore N.4. Ha energicamente esortato l’ambasciatore giapponese ad accettare l’aiuto internazionale per prevenire la fuoruscita di materiale radioattivo dalla centrale. Wyden rileva come “lo stato precario della centrale nucleare di Fukushima Daiichi ed il rischio rappresentato dall’enorme quantità di materiale radioattivo e di scorie nucleari in caso di futuri eventi sismici, dovrebbe essere serio motivo di preoccupazione per tutti e stimolare un maggiore aiuto ed assistenza internazionali” (1)
Prima di Wyden si era alzata la voce di Mitsuhei Murata, ex-ambasciatore in Svizzera e in Senegal che aveva detto, senza mezzi termini, che in caso di nuovo terremoto nel distretto di Fukushima – e stiamo parlando del circle of fire, una delle zone più sismiche al mondo – nel reattore N.4 potrebbe innescarsi una reazione a catena che renderebbe rapidamente tutto il Nordamerica inabitabile per gli esseri umani per secoli! Si tratta di diffusione di radiazioni 85 volte superiori a quelle di Chernobyl.
Il reattore N.4 – rileva da parte sua Robert Alvarez, Senior Policy Adviser del Secretary and Deputy Assistant Secretary for National Security and Environment del Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti – è danneggiato strutturalmente ed è oggi senza protezione nei confronti degli elementi atmosferici. Se il contenitore – situato circa 30 metri sotto terra avesse delle perdite esse diffonderebbero, a loro volta, una quantità di Cesio-137 dieci volte superiore a quello liberato dalla catastrofe di Chernobyl. Il problema è che le infrastrutture per poter svuotare questi contenitori del loro pericolosissimo carico, sono andate completamente distrutte in tutti e quattro i reattori. (2)
Qual è la situazione reale? Perché i media non ne parlano?
Vediamo i fatti.
Il reattore N.4 contiene 1.535 barre di carburante nucleare spento altamente radioattivo, in grado di emettere radiazioni per 37 milioni di curie.
Le barre sono contenute in una ‘piscina’ a 30 metri di profondità esposta alle intemperie e danneggiata strutturalmente.
A non più di 50 metri dal reattore N.4 c’è una ‘piscina’ ancora più grande che contiene 6.737 barre di combustibile nucleare radioattivo, anch’esse esposte agli elementi.
Se un evento sismico causasse dei danni strutturali al reattore N.4 l’emissione di radiazioni renderebbe totalmente impossibile qualsiasi tipo di intervento umano nell’area e pertanto di rimozione di altre barre radioattive.
In tutto le 11.421 barre radioattive ancora presenti a Fukushima Daiichi contengono una radioattività di 336 milioni di curie, di cui 134 di Cesio-137.
La liberazione nell’atmosfera di tale quantità di Cesio potrebbe distruggere completamente l’ambiente se non totalmente la nostra civiltà.
Cosa fanno i governi e le istituzioni che dovrebbero proteggerci? (3)
Poco o niente.
La politica dello struzzo quando non un più sfacciato cover-up.
Già quando si era liberato il pennacchio di fumo radioattivo dalla centrale di Fukushima ci sono le prove che il FOIA (Department of State Freedom of Information Act) avesse in mano tutti gli elementi per valutare correttamente la situazione, ma si è preferito minimizzare e nascondere alla gente la vera entità della minaccia costituita da Fukushima.
Così oggi si parla di Plume-Gate (pennacchio).
A questo punto sta a tutti noi fare pressioni sull’opinione pubblica e sulle strutture internazionali per attivare ogni possibile azione diretta a ‘sterilizzare’ il reattore di Fukushima Daiichi, ad esempio con questo appello al segretario delle nazioni Unite: http://fukushima.greenaction-japan.org/2012/05/01/an-urgent-request-on-un-intervention-to-stabilize-the-fukushima-unit-4-spent-nuclear-fuel/
note:
3 http://akiomatsumura.com/2012/04/682.html