Se colpiamo il bersaglio sbagliato…
di Enrico Carotenuto
Finalmente qualcuno nei media mainstream comincia a porre alcune domande intelligenti riguardo alla guerra in Siria e all’Isis. Il Sole 24 Ore se ne è uscito con un bell’articolo a firma di Alberto Negri in cui la situazione mediorientale viene presentata con un minimo di criterio, e guarda caso si evidenziano alcune delle incongruenze di cui parliamo da anni, ma che per qualche motivo erano finora sfuggite alle fini penne dei grandi media nazionali ed internazionali. Forse che la recente crisi de “Il Sole” abbia creato inaspettati spazi di libertà di espressione? Chi lo sa. Fatto sta che finalmente su un giornale mainstream compare un articolo in cui ci si chiede come mai, con tutti gli attentati recenti, il problema dell’occidente e degli stati arabi sia l’Iran e non l’Isis.
Vogliamo rassicurare il bravo giornalista che il perchè non è poi così difficile da inquadrare. Noi lo abbiamo fatto circa un anno e mezzo fa in questo articolo, di cui consigliamo la lettura a chi se l’è perso la prima volta, vista la sua evidente attualità.
Ecco un estratto dell’articolo del Sole 24 Ore, che potete leggere per intero cliccando QUI.
La “Mezzaluna sciita” diventa così un pericolo maggiore dell’Isis e del jihadismo sunnita che proprio l’Iran insieme alla Russia e al loro alleato Assad e all’Iraq hanno combattuto in questi anni colpendo l’insieme dell’opposizione siriana. Il fatto che gli alauiti di Damasco restino al potere può certamente non piacere ma quali sono le alternative che sono state proposte in questi anni ai regimi autocratici del Medio Oriente? L’abbattimento prima di Saddam in Iraq nel 2003 e poi di Gheddafi in Libia nel 2011 hanno sprofondato nel caos intere nazioni e una delle eredità lasciate dal fallimentare governo di Fratelli Musulmani in Egitto, poi abbattuto dal colpo di stato del generale Al Sisi nel 2013, è stato che il Sinai diventasse un santuario dei jihadisti. (Fa piacere che su un giornale di rilevanza nazionale si parli, nel 2017, di cose di cui si sarebbe dovuto parlare nel 2014. Meglio tardi che mai. – Nota di CIR)
Ma che cosa hanno pensato le potenze occidentali, tra cui la stessa Gran Bretagna? Hanno fatto credere ai sunniti che avrebbero avuto una rivincita in Siria e in Iraq con la caduta di regimi alleati della repubblica islamica iraniana e lo smembramento di questi ex stati arabi. Il suo primo viaggio importante all’estero la signora May lo ha fatto a Riad. E ora quali sono i piani di americani, inglesi e giordani? Tagliare il “corridoio” iraniano che attraverso l’Iraq e la Siria rifornisce Damasco e gli Hezbollah libanesi. Prima ancora di combattere un Califfato assediato a Mosul e nella capitale Raqqa, si pensa a contrastare Teheran e magari a usare i jihadisti in funzione anti-sciita.
Se questi sono i presupposti della guerra al terrorismo, motivati dai grandi interessi economici e finanziari intrattenuti con le monarchie del Golfo, è evidente che si tenta di spostare il bersaglio della guerra al terrorismo a un altro piano. (Chiosa fuorviante: è lampante per chiunque abbia approfondito la questione con i giusti strumenti, che il bersaglio della guerra al terrorismo non sia mai stata la sconfitta del terrorismo, ma l’opposto. – NOTA DI CIR)
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