Rumi, lo specchio infranto della Verità e la Libertà
di Fausto Carotenuto
La verità era uno specchio che cadendo dal cielo si ruppe…
Ciascuno ne prese un pezzo
e vedendo riflessa in esso la propria immagine,
credette di possedere l’intera verità…
Così diceva nel 13° secolo il grande pensatore e poeta persiano sufi Jalaladdin Rumi. Era l’epoca nella quale templari, sufi e cabalisti ebraici tentavano di produrre l’esperimento di una libera Gerusalemme, neo-capitale di una nuova religione sincretica veramente e profondamente unificante degli spiriti. Ognuno avrebbe portato il suo pezzo di specchio per ricostituire insieme la verità comune. Per realizzare il mito della Gerusalemme Celeste…
Solo pochi illuminati, tra cui Federico II e San Francesco, lo compresero… Ma gli altri, papi, nobiltà nera europea e musulmana e poteri oscuri dell’epoca, fecero di tutto per far fallire il sogno… E da allora il sincretismo religioso viene guardato dalla curia romana e dai mufti islamici come il principale nemico, da combattere in tutti i modi. Allora lo si ostacolò con successo facendo diventare un bagno di sangue crociate che erano nate per esser pacifiche e senza violenza. Come poi riuscì a fare solo Federico II. Che venne comunque scomunicato proprio per aver avuto Gerusalemme in modo pacifico.
La forma pensiero del divide et impera viene adoperata dalle forze oscure proprio per tenere separati i pezzi dello specchio della Verità… ed in questo modo tenere contrapposte e separate le persone, per poterle dominare meglio. E per tenerne basso il livello di coscienza.
La rete di coscienze serve a riformare il grande specchio della Verità, ognuno con il suo pezzetto messo a disposizione degli altri…
Lo stiamo già facendo… e la Verità ci rende liberi!
Fausto Carotenuto
la Gerusalemme Celeste