Per vile denaro stanno devastando il sacro monte Amiata e uccidendo le sue popolazioni

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Per vile denaro stanno devastando il sacro monte Amiata e uccidendo le sue popolazioni

 

di Fausto Carotenuto

 A Taranto l’ILVA provoca un tasso di mortalità di più 11%, e i giudici alla fine sono tardivamente ma giustamente intervenuti per bloccare il massacro. Sull’Amiata la geotermia ENEL provoca un tasso di mortalità accertato di più 13% , nessuno interviene, e le autorità dicono che va tutto bene…

VERGOGNA!

 

La regione Toscana, attraverso l’Agenzia regionale di sanità (Ars), ha commissionato alla fondazione «Gabriele Monasterio» e al Cnr di Pisa uno studio epidemiologico per verificare i possibili danni alla salute dei residenti nei sedici comuni toscani, sede di impianti geotermici. Il Rapporto ha evidenziato nella zona sud, cioè in Amiata, una grave situazione sanitaria: + 13 per cento di morti.        Gli amministratori regionali della regione Toscana, nonostante le relazioni tra aumento di inquinanti e incremento di malattie e decessi nella popolazione, hanno definito «rassicurante» il quadro (sic!)

Evidentemente si sentono rassicurati dal fatto che in cambio di morti, malattie e devastazione, le istituzioni politiche che loro gestiscono ricevono lucrose compensazioni dall’ENEL per l’impatto ambientale degli impianti. Che loro sanno molto bene come usare secondo i soliti schemi partitici di utilizzo delle risorse finanziarie disponibili…

VERGOGNA!

amiataboschiIl Monte Amiata, sacro agli etruschi ed ai romani, è un bellissimo gigante verde di origine vulcanica. Ricchissimo di fonti di meravigliose acque potabili e termali, di boschi, di zone di produzioni agricole di qualità, costellato di bellissimi paesi di antica cultura e civiltà.

Nelle sue viscere vulcaniche il calore di Madre Terra, che alimenta una delle zone più belle d’Italia.

amiatasanfilippo

 

Proprio questo calore è da decenni oggetto delle brame e degli appetiti famelici di chi ha voluto sfruttarlo per produrre energia elettrica e per lucrare su contributi governativi, certificati verdi, ecc… L’ENEL, del tutto indifferente alla devastazione che andava producendo, ha negli anni costruito e gestito una serie di centrali geotermiche di tecnologia ormai obsoleta, che hanno prodotto, tra gli altri i seguenti danni:

  • aumento del tasso di malattie e di morti fino al 13% nelle popolazioni locali;
  • abbassamento (fino a 250 metri) ed avvelenamento della importantissime falde idriche potabili, che forniscono acqua a tutte le provincie limitrofe,
  • immissione nell’aria di impressionanti quantità di veleni
  • presenza di orribili impianti velenosi in meravigliose aree naturali protette
  • attacco squilibrante al sottosuolo di una zona al alta sismicità.

Secondo l’ARPAT, in un anno le centrali dell’Amiata rilasciano in atmosfera 2.700 tonnellate di acido solforico, 28,97 chili di arsenico, 2.460 tonnellate di ammonio, 889,14 chili di mercurio, 11,01 tonnellate di acido borico e 655.248 tonnellate di anidride carbonica.

Gli effetti sulla gente e sulle persone di questa che viene considerata energia “pulita”, sono peggiore di una centrale a olio combustibile.

E non è nemmeno energia rinnovabile, perchè devasta i bacini idrogeologici sotterranei, li esaurisce e poi occorre passare a sfruttarne altri…

Nonostante questo vero e proprio disastro di recente è stata autorizzata una nuova centrale ENEL, denominata Bagnore 5, che aumenterà gli effetti nefasti appena descritti. Con l’approvazione dei soliti ministeri interessati,  e il sostengo decisivo della Regione Toscana e di parte dei Sindaci locali, sedotti dalle lucrose compensazioni al danno ambientale ricevute dall’ENEL.

E anche per il futuro, nonostante i disastri del passato, si vende la salute delle popolazioni e della terra, in cambio di denari che vanno ad alimentare il sistema gestito dai partiti, in questo caso soprattutto il PD, che presidia il territorio e la regione.

UNA VERGOGNA ASSOLUTA.

zaccagniniadrianoQuesti elementi sono stati raccolti in una interpellanza parlamentare presentata dall’ On. Zaccagnini, ex 5stelle e sostenitore del nostro movimento Coscienze in Rete.

In questa interpellanza, molto ben articolata, e che pubblichiamo a seguire (per chi volesse approfondire) si evidenziano i gravi problemi e si chiede al governo di intervenire per interrompere lo scempio fisico e morale.

Ci preme inoltre riportare un aspetto veramente deplorevole e al limite dell’assurdo.

Visto che non si poteva smentire l’aumento della mortalità, le autorità hanno cominciato a dire che il problema derivava dallo stile di vita degli amiatini (sic!). come dire che era tutta colpa delle passeggiate nei boschi, dei funghi, delle castagne, delle insalate, dell’olio di oliva, di due salsicce, di qualche bicchiere di vino e forse di qualche sigaro toscano…

amiatapasseggiata

 

 Dopo i vari accertamenti epidemiologici e studi appositi si è visto che non sono certamente questi i problemi.. e allora cosa si inventano le furbissime e malevole autorità?

La motivazione “sessuale”.  Qualche mente brillante al servizio del potere ha fatto questa bella pensata: saranno i “costumi sessuali” degli infoiati amiatini, che li portano alla morte più rapidamente… e subito è stato ordinato un costoso studio in merito.

Un abisso di autentica e stupida barbarie. Il colmo del ridicolo se non fosse che qui c’è il dramma di popolazioni e territori martoriati nelle proprie esistenze per vile danaro.

Ci domandiamo: Ma giudici e procure da quelle parti che fanno? E i NAS che vanno prontamente ad occuparsi di cose che non sono ambientali, come i crimini finanziari vaticani, in questo caso dove sono finiti? L’ENEL gode di privilegi extraterritoriali o ha comprato la licenza di uccidere da James Bond? E le ASL, le autorità e i ministeri competenti sono troppo anestetizzati e resi imbelli dalle lottizzazioni di partiti ossequienti ai grandi poteri economici?

Il lato positivo è che le popolazioni locali, che per decenni hanno dormito, pur subendo danni enormi, incantate da qualche posto di lavoro, da qualche contributo e soprattutto da politici locali abbarbicati ad un sistema partitico parassita e vampirizzante, ora cominciano a risvegliarsi.

La protesta sull’Amiata cresce, i comitati fioriscono, la resistenza si fa di giorno in giorno più ampia.

Le coscienze gradualmente maturano a contatto con le nefandezze del potere. ma solo se si indignano e combattono per il bene e la verità.

 

A seguire, dopo la foto del Monte Amiata, l’Interpellanza parlamentare di iniziativa dell’On Adriano Zaccagnini, dall’On Zolezzi del 5stelle e dall’On. Pellegrino di SEL:

 

monte-amiata

ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00351

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 146 del 27/12/2013

Firmatari

Primo firmatario: ZACCAGNINI ADRIANO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 27/12/2013

Elenco dei co-firmatari dell’atto

Nominativo co-firmatario

Gruppo

Data firma

PELLEGRINO SERENA

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’

27/12/2013

ZOLEZZI ALBERTO

MOVIMENTO 5 STELLE

27/12/2013

Destinatari

Ministero destinatario:

  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 27/12/2013

Stato iter:

IN CORSO

Atto Camera

Interpellanza 2-00351

presentato da

ZACCAGNINI Adriano

testo di

Venerdì 27 dicembre 2013, seduta n. 146

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, il Ministro per gli affari europei, per sapere – premesso che:
in ambito sia europeo che italiano il fenomeno geotermico è stato approcciato con eccessiva generalizzazione e non tiene conto delle singole realtà, specie in Amiata, dove le caratteristiche geologiche e l’alta presenza di mercurio, legata anche alla storia mineraria del territorio, costituiscono ulteriori elementi di preoccupazione per la tutela della salute e dell’ambiente; questo dato emerge chiaro dalla vicenda dell’Amiata, dove la regione Toscana, attraverso l’Agenzia regionale di sanità (Ars), ha commissionato alla fondazione «Gabriele Monasterio» e al Cnr di Pisa uno studio epidemiologico per verificare i possibili danni alla salute dei residenti nei sedici comuni toscani, sede di impianti geotermici. Il Rapporto, pubblicato nell’ottobre 2010, rinvenibile dal sito della regione Toscana, ha evidenziato nella zona sud, cioè in Amiata, una grave situazione sanitaria: + 13 per cento di morti. Tutto ciò significa che sull’Amiata le condizioni ambientali e locali incidono negativamente sulla salute;
gli amministratori regionali della regione Toscana, nonostante le relazioni tra aumento di inquinanti e incremento di malattie nella popolazione, hanno definito «rassicurante» il quadro. Su questi punti si è concentrata la relazione del comitato «Sos Geotermia» che dal suo sito https://sosgeotermia.noblogs.org/il-nostro-manifesto/ interviene sul caso «Sul monte Amiata […] si sta procedendo, ad uno scempio ambientale gravissimo. Tale scempio viene perpetrato nascondendosi dietro alla falsa convinzione che la geotermia sia una fonte energetica rinnovabile e pulita. Nel caso delle centrali amiatine è esattamente il contrario. Ciascuna centrale geotermica emette nell’atmosfera, oltre a vapore di acqua e anidride carbonica, vapori di Mercurio, Arsenico, Acido solfidrico, Ammoniaca ed altri inquinanti provocando gravi danni all’ambiente e alla salute degli abitanti. Nello studio epidemiologico della Fondazione Monasterio di Pisa (ottobre 2010), dal titolo “Progetto Geotermia”, nell’allegato 6 (“Correlazione Ambiente e Salute: dati significativi”), nella parte relativa ai “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali e dati sanitari”, si riconoscono patologie e mortalità in alcune zone delle aree geotermiche in relazione alle concentrazioni crescenti degli inquinanti emessi anche dalle centrali ENEL. Oltre all’inquinamento dell’atmosfera e del suolo, esiste il problema del depauperamento e dell’inquinamento della falda acquifera della montagna, una delle più ricche d’Italia, che fornisce acqua potabile alle province di Grosseto, Siena e Viterbo. Il fenomeno è dovuto alla correlazione tra falda idropotabile superficiale e campo geotermico, per cui tutte le volte che la portata di vapore sottratto aumenta, la portata delle sorgenti diminuisce e viceversa (Edra, 2006). Ma non solo. Le condizioni di depauperamento dell’acquifero amiatino sono così gravi che a fronte di una riduzione di portata anche modesta si ha una risalita dei fluidi geotermici, che vanno a contaminare la falda, aumentando la concentrazione di inquinanti come arsenico e boro e compromettendo la salubrità dell’acqua che, dall’Amiata, soddisfa le esigenze di circa 700.000 utenti delle provincie di Grosseto, Viterbo, Siena. Il livello della falda acquifera è molto al di sotto del livello atteso. Il piezometro installato dalla regione Toscana in località Poggio Trauzzolo (Santa Fiora, Grosseto) ha direttamente mostrato come il livello della falda (maggio 2010) si sia abbassato di 205 metri rispetto a quanto indicato dallo Studio Calamai nel 1970 e da quanto sostenuto da Enel. […] La regione Toscana, infatti, appoggia il progetto di Enel che attraverso l’enorme guadagno ricevuto dal meccanismo dei certificati verdi, dei sussidi e dei finanziamenti pubblici, distribuisce alla stessa Regione ed ai comuni una pioggia di denaro a titolo di compensazione ambientale e con un costo in bolletta per la collettività mediamente del 30 per cento in più rispetto ad altri Paesi europei. Enel guadagna inoltre la possibilità di produrre in altri luoghi energia con combustibili fossili»;
in data 6 novembre 2013 dal sito del quotidiano Il tirreno un articolo a firma di Francesca Ferri riportava la seguente notizia – «ROMA. Il ”caso geotermia” in Amiata entra nei lavori del 27o congresso dell’Associazione italiana di epidemiologia, a Roma, e lascia il segno. I partecipanti – scienziati e ricercatori di varie università e istituti di ricerca – non sono rimasti indifferenti ai dati relativi alle sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera dalle cinque centrali amiatine e certificate dall’Arpat […] Né alle 54 relazioni, certificate dallo studio epidemiologico dell’Agenzia regionale di sanità (Ars) della Toscana tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti degli inquinanti prodotti dalle centrali». All’appuntamento romano Sos Geotermia, ha portato le misurazioni fatte dall’Arpat nel 2008 e divulgate nel 2011, sulle emissioni di sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera […] è intervenuto al congresso ponendosi le seguenti domande riportate nel pezzo del quotidiano Il Tirreno: «Nella presentazione al congresso – spiega Barocci – ho invece sostenuto che, dal punto di vista sanitario, ciò che conta è la quantità totale che il territorio riceve». Quante sono queste quantità? L’Arpat lo certifica: in un anno le centrali dell’Amiata rilasciano in atmosfera 2.700 tonnellate di acido solforico, 28,97 chili di arsenico, 2.460 tonnellate di ammonio, 889,14 chili di mercurio, 11,01 tonnellate di acido borico e 655.248 tonnellate di anidride carbonica. «Dove finiscono tutte queste sostanze?», chiede Barocci. Arpat non ha mai dato una risposta. Una risposta, molto preoccupante, l’ha data invece l’Ars a un’altra domanda: esiste una relazione tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti, nell’ambiente, degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche? La risposta è stata «sì», in 54 relazioni «statisticamente significative». «Pertanto con il linguaggio della logica, valida dai tempi di Aristotele – spiega Sos Geotermia – possiamo ritenere come vera l’esistenza di una relazione tra l’aumento notevole di malattie registrato e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti. Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra gli stessi inquinanti presenti nell’ambiente e le emissioni delle centrali geotermiche, possiamo affermare come vero che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche». Perché dunque la Regione conclude che il quadro epidemiologico nell’area geotermica è «rassicurante»? «E una conclusione fuori dalla logica», spiega Barocci. «Mi sono confrontato con ricercatori del Cnr e dell’Ars e qualcuno mi ha detto: ”Non hai tutti i torti”». Ma, soprattutto, lo stupore è stato grande tra le file degli scienziati, «convinti finora – spiega Barocci – che la geotermia fosse una fonte pulita e rinnovabile di energia. Penso che lo sia, ma non ovunque, non in Amiata, perché qui il sottosuolo è ricco di metalli pesanti che, con l’attività geotermica, escono fuori insieme al vapore acqueo»;
in Amiata il serbatoio geotermico, dal quale sono estratte migliaia di tonnellate di vapore, è ad acqua dominante. La produzione di energia comporta un consumo di milioni di metri cubi di acqua proveniente anche dagli acquiferi superficiali oltre che da quelli termali e geotermici. I serbatoi geotermici perdono vigore nel tempo e nell’arco di un decennio la portata iniziale si riduce di circa il 30 per cento, fino a mettere il pozzo di estrazione fuori produzione. Il declino dei pozzi è evidente nell’area geotermica di Piancastagniaio, dove proprio per questa ragione il piano di riassetto prevede la perforazione di 5 nuovi pozzi di estrazione. Questa è la palese dimostrazione che la geotermia in Amiata non solo non è un’energia pulita, ma neppure rinnovabile. Inoltre è documentata una interferenza tra le falde idriche superficiali e acquifero geotermico, questo collegamento è dovuto alla presenza di camini vulcanici, faglie e fratture vulcanico-tettoniche, evidenziate da studi condotti da decenni dagli stessi geologi di ENEL e confermate anche dal geologo della regione Toscana. L’Acquifero dell’Amiata, a partire dagli anni ’60 si è abbassato di circa 200 metri come è stato rilevato anche dal piezometro regionale realizzato in località Poggio Trauzzolo, che dal 2011 continua a registrare un calo della superficie di falda, indipendentemente dalle abbondanti piogge e nevicate degli ultimi anni. I carotaggi della perforazione, fotografati e repertati, testimoniano l’esistenza di frequenti fratture trasversali, pienamente coerenti con le precedenti ricerche;
la legge n. 183 del 1989 e successive modifiche e integrazioni, articolo 144, del decreto legislativo n. 152 del 2006 prevede che le acque siano utilizzate con priorità per consumi potabili e che siano tutelate le aree di ricarica delle falde idriche per il consumo umano, cioè che siano protette da qualsiasi fonte inquinante. Ciò nonostante ancora non è stato definito il bilancio idrico in programma sin dal 2002, strumento indispensabile per conoscere la quantità di acqua in uscita ed assicurare l’equilibrio fra le disponibilità di risorse ed i fabbisogni per i diversi usi nel rispetto delle leggi sopra ricordate;
il decreto legislativo n. 4 del 16 gennaio 2008, ha modificato il decreto legislativo n. 152 del 2006, (codice dell’ambiente) e l’articolo 3-ter, nell’avvenuta modifica, rafforza nella legislazione italiana il principio di precauzione – già previsto peraltro dal trattato comunitario all’articolo 174, comma 2; oltre ad inquinanti tossici e nocivi per la salute, le centrali dell’Amiata, producono, come sopra riportato, migliaia di tonnellate di CO2 e grandi quantità di metano, altra sostanza climalterante. L’anidride carbonica emessa in Amiata è in una quantità di gran lunga superiore a quella emessa da una centrale alimentata ad olio combustibile. Quest’ultima infatti produce 700 tonn di CO2 per GW/h, mentre una centrale geotermoelettrica dell’Amiata ne produce 852 t/GWh, una quantità enorme, quasi tre volte superiore a quella emessa dalle centrali dell’area tradizionale di Larderello: 308 t/GWh;
normalmente le centrali geotermoelettriche della Toscana producono intorno ai 10 kg/h di ammoniaca, ma la centrale di Bagnore 3 (20 Mw) ne ha prodotti nel 2005 addirittura 546,9 kg/h; ora pare si aggirino intorno ai 180 kg/h, essendo comunque la fonte più inquinante a livello regionale e contribuendo così in maniera pesante ad innalzare i valori del PM10 che determinano la qualità dell’aria in tutta la regione. Proprio per questo motivo la regione Toscana, nella delibera sopra richiamata, ha fissato il limite di emissione per questo inquinante in 2 kg/h, precisando al punto 4.9.2 ultimo comma, che mentre per altri inquinanti il valore stabilito è un valore obiettivo, riguardo all’ammoniaca questo valore deve essere rispettato, poiché limite fissato a sperimentazione avvenuta e quindi non modificabile. ENEL non rispetta questo limite;
nella relazione di monitoraggio del 2006 l’ARPAT sollecita: «… di riconsiderare i limiti previsti dalla normativa vigente per gli inquinanti normati, tenendo conto della forma in cui sono presenti nelle emissioni, del flusso di massa complessivo emesso dalle centrali ubicate in uno stesso territorio»; nel 2007 l’ARPAT riafferma: «… La necessità di definire i limiti alle emissioni per ammoniaca e acido borico, nonché di riconsiderare riducendoli i limiti previsti dalla normativa vigente per gli inquinanti normati»;
recentemente è stata autorizzata la costruzione della centrale di Bagnore 4 (40 Mw), la più grande dell’Amiata, che insieme all’approvazione del piano di riassetto dell’area geotermica di Piancastagnaio, consentirà il raddoppio della produzione geotermica. Le rispettive procedure di VIA non hanno preso in esame l’impatto cumulativo delle emissioni, come ARPAT da tempo ha richiesto, né è stato preso in considerazione l’inquinamento che continuano a produrre le discariche di materiali di risulta derivanti dalla lavorazione del mercurio, siti ancora in gran parte da bonificare, nonostante il loro inserimento nei piani di bonifica regionali;
la costruzione della centrale di Bagnore 4 è prevista a poco più di 200 metri dall’attuale centrale Bagnore 3. Questo è quanto certifica la delibera della giunta regionale Toscana n. 810 del 10 settembre 2012; «La nuova centrale Bagnore 4 e due nuovi pozzi sono localizzati all’interno di un sito di interesse comunitario (SIC) e zona di protezione speciale (ZPS) “Monte Labbro ed Alta Valle dell’Albegna” (IT 5190018), mentre i rimanenti interventi sono programmati in prossimità del medesimo SIC/ZPS ed alcuni ricadono all’interno o nelle vicinanze del SIC/ZPS “Alto corso del fiume Fiora” (IT 51A0019) e del SIC “Cono vulcanico del Monte Amiata” (IT51A0017). Per la tutela e la valorizzazione del sito “Monte Labbro ed Alta Valle dell’Albegna” sono stati finanziati dagli inizi degli anni 2000 due progetti LIFE Natura dall’Unione europea. L’ARPAT, dipartimento di Siena, in una sua relazione del febbraio 2007 dal titolo “Controllo e monitoraggio delle pressioni e dello stato dei territori soggetti allo sfruttamento dei fluidi geotermici” scrive, in riferimento alle aree adiacenti agli impianti già in esercizio: “le campagne di controllo della qualità delle acque superficiali hanno evidenziato che le acque dei fossi adiacenti agli impianti presentano variazioni significative dei parametri arsenico e boro rispetto alla “normale composizione”, riscontrabile nei torrenti che scorrono in zone non interessate dalla presenza delle centrali»;
l’Amiata è riconosciuta zona sismica di Cat 2, seconda la classificazione regionale 2012, quindi ad alta sismicità, ai sensi degli articoli 93-94 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 e dell’articolo 105 della legge regionale n. 1 del 2005. La geotermia, come dimostrato scientificamente, produce una «sismicità indotta» derivante da fenomeni di depressurizzazione del sottosuolo dovuti dallo sgonfiamento dei cuscini geotermici e alla reiniezione dei fluidi con conseguente possibile fatturazione delle rocce, oltre a fenomeni di subsidenza. Inoltre questo impianto, che sorgerà non più a duecento metri dalla centrale esistente Bagnore 3, ricade all’interno di un’area classificata ad alto rischio di frana «PF4» dal piano di bacino del Fiora. Se si tiene conto che le centrali geotermiche non possono essere messe «fuori servizio» con la stessa facilità con cui si può intervenire con altri tipi di impianti è evidente il pericolo cui sono sottoposti gli abitanti delle zone prossime alle centrali. Tali pericoli aumentano notevolmente se consideriamo che il patrimonio edilizio in Amiata è costituito in prevalenza da centri storici ed edifici costruiti in passato in assenza di norme antisismiche;
il professore Mucciarelli docente di sismologia applicata, nella facoltà di ingegneria dell’università della Basilicata e direttore del centro ricerche sismologiche dell’Istituto nazionale di oceanografia e geografia sperimentale intervenendo sulla rivista Ingegneria sismica nel numero di giugno 2013 arriva alle seguenti conclusioni: «In Italia gli studi sulla sismologia indotta sono in cronico ritardo, rispetto al resto del mondo data l’assenza di dati pubblici su questo fenomeno. Questa assenza di dati e di studi potrebbe essere confusa con assenza del fenomeno stesso. Ciò sarebbe pericoloso in un momento in cui vi è un forte interesse per attività quali la geotermia, lo stoccaggio di metano ed il sequestro sotterraneo di anidride carbonica. Anche in aree con bassi livelli di sismicità naturale va prevista comunque l’istallazione di reti microsismiche che consentano il monitoraggio della sismicità indotta. I dati di queste reti dovrebbero essere resi disponibili su siti pubblici. Nella progettazione di impianti andrebbe considerata anche la sismicità che questi possono indurre come avviene in altri Paesi europei. La auspicabile futura disponibilità di dati anche per scosse di modesta entità potrebbe consentire di costruire relazioni di attenuazione delle accelerazioni con la distanza e di conversione magnitudo intensità ad hoc per sismicità indotta. Infine maggiori cautele andrebbero adottate in quelle aree dove le strutture esistenti risultano inadeguate sismicamente già per la sismicità naturale»;
le attuali leggi prevedono che il valore limite di alcuni pericolosi inquinanti quali il mercurio, l’acido solfidrico e l’arsenico possano essere rilevati con due diverse modalità:
a) in concentrazione nelle emissioni sotto forma di soluti del trascinato liquido (drift) e in questo caso gli inquinanti sono presenti in misura modestissima a causa della forte diluizione del drift con immissione di aria esterna;
b) nel flusso di massa che viene scaricato in atmosfera e che pertanto inquina l’ambiente, dove invece le quantità superano di gran lunga i limiti previsti in concentrazione;
le attuali leggi prevedono però che sia considerato a norma un impianto geotermico, se rispetta anche soltanto uno dei due limiti. Così scriveva il prof. Eros Bacci, docente di ecotossicologia all’università di Siena nel 1998, in un volume sull’energia geotermica pubblicato a cura di ARPAT: «Limiti in concentrazione sono alternativi a quelli in portata (forse sarebbe stato più corretto il contario!) per cui le emissioni che eccedono i valori in portata…riescono a rientrare in norma con i limiti di concentrazione»;
in Amiata, benché i fluidi geotermici contengano sostanze con un alto grado di tossicità e nocività, l’Enel costruisce ancora centrali «flash» il cui funzionamento concettualmente è lo stesso da quasi un secolo. Questi impianti, infatti, continuano a scaricare tonnellate di sostanze inquinanti in atmosfera, con qualche accorgimento, quali i filtri AMIS, che comunque abbattono solo in parte e solo alcuni inquinanti (idrogeno, solforato, mercurio), mentre gli altri sono immessi totalmente in atmosfera. Queste tecniche sono obsolete e non più consentite in gran parte del mondo per il forte impatto ambientale che producono e sono state sostituite dalla tecnologia delle centrali «a ciclo binario»;
se, considerato che l’acqua è un bene comune di gran lunga più importante degli utili di una società energetica e tenuto conto della grave crisi idrica determinata anche dagli impianti geotermici che comportano forti aumenti dei consumi, ad avviso degli interpellanti nella specifica circostanza del Monte Amiata si sarebbe dovuto applicare il principio di precauzione –:
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti narrati e quali azioni intendano intraprendere;
se i Ministri, visto l’eccesso di malattie registrate nei comuni geotermici con concentrazioni crescenti degli inquinanti di cui in premessa, non reputino ci sia un nesso con le suddette emissioni geotermiche, che si ripetono da diversi decenni in Amiata;
se non reputino che il bilancio idrico avrebbe dovuto essere definito, come richiesto anche dalle autorità di bacino, comprendendo le acque emesse dalle centrali geotermiche e che le aree di ricarica delle falde idropotabili debbano essere individuate, perimetrate e tutelate;
di quali elementi disponga circa la conformità dell’attività geotermica in Amiata con le normative vigenti così come sopra citate;
se viste le norme e le direttive e indicazioni dell’Unione europea sulla riduzione delle emissioni di ammoniaca e metano, non reputino che le centrali geotermiche dovrebbero essere escluse dalle energie rinnovabili, visto che producono più di una centrale alimentata ad olio combustibile e se stante i dati dell’Arpat, si possa sostenere che le centrali geotermoelettriche producano energia pulita e sostenibile tale da ricevere una cospicua somma di incentivi statali;
se tale situazione non comporti rischi elevati per l’incolumità pubblica in caso di eventi sismici che, stante i fatti, si potrebbe verificare con conseguenze disastrose; quindi se non ravvedano un reale rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio, considerato che l’Amiata è reputata anche zona sismica, e se non ritengono, per quanto di competenza, di fare proprie le considerazioni del professore Mucciarelli docente di sismologia applicata;
se non ritengano doveroso, per quanto di competenza, colmare le lacune normative, finora troppo generalizzate, in tema di geotermia, facendo proprie le istanze dei movimenti e dei coordinamenti locali che denunciano un grave rischio per la salute e per l’ambiente;
se i Ministri vista la costruzione di Bagnore 4 all’interno di un sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale, non ritengano che vada ad inquinare pesantemente un’area protetta, anche in considerazione del fatto che, ad avviso degli interpellanti sia sta agendo in netto contrasto con le scelte compiute in precedenza dalla pubblica amministrazione che ha prima usufruito di finanziamenti pubblici per proteggere e valorizzare le risorse naturali e le biodiversità di un’area ed ora usufruisce delle «compensazioni ambientali» di ENEL per danneggiare quello che invece avrebbe dovuto tutelare.
(2-00351) «Zaccagnini, Pellegrino, Zolezzi».

 

 

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