di Enrico Carotenuto
Si ricomincia. L’attentato di Parigi ha scatenato nuovamente la psicosi da attentato, e i media fanno da grancassa, come al solito. Sui giornali di oggi, oltre ai peana orwelliani per il re che ha abdicato, spiccano due notizie messe li per continuare a soffiare sul fuoco della paura: la presunta bomba all’aeroporto di Fiumicino, che a guardar bene sembra più frutto della psicosi di una coppia di passeggeri che altro, e il malefico ventenne jihadista che dall’Ohio progettava di far saltare il campidoglio americano.
Ecco come si sarebbero svolti i fatti di Fiumicino: una coppia va in allarme perchè uno straniero stava armeggiando con un contapassi elettronico in aereo, poco prima del decollo, gli chiedono cosa sia quell’aggeggio, e stando a loro, il passeggero sloveno risponde in inglese: “è un contapassi, è con questo che voglio far saltare l’aereo“. Ora, per carità, è giusto che sia scattata la procedura d’emergenza, ma è anche vero che non c’era nessuna bomba, e che probabilmente la coppia ha capito male la risposta, oppure lo sloveno ha semplicemente fatto una battuta cretina. Resta il fatto che gli articoli sui maggiori quotidiani, il Corriere della Sera e La Repubblica titolano mettono enfasi sulla parola “allarme” e “bomba”, non su “malinteso” o “passeggero deficiente”. Addirittura il Corsera dice che pare che lo sloveno avrebbe avvertito il comandante di aver messo una bomba nella stiva. Infatti, normalmente, la prima cosa che fa uno che vuol fare esplodere una bomba su un aereo, è avvertire il comandante…
La linea editoriale di queste testate sembra essere: “Nel dubbio, mettiamogli paura”.
L’altra notizia, quella del temibile jihadista ventenne che voleva fare una strage: un poveretto che ha comprato due armi semiautomatiche e 800 proiettili, che twittava allegramente inni alla jihad, è stato arrestato perchè ha fatto vedere ad un amico dai piani per costruire bombe fatte in casa, scaricati dal web. Un vero furbacchione…
Ora, senza soffermarsi sul fatto che per comprare semiautomatiche e proiettili a gogò, negli USA, basta andare da WalMart; Mi chiedo come mai , anche qui, nessun giornalista accenni che questo era un semplice invasato, e che anche questa storia è ridicola? Gli USA hanno il più grande apparato di sicurezza del mondo, la possibilità di spiare tutto e tutti, di tenere sotto controllo tutte le comunicazioni, vivono in un costante stato di paranoia, e questo qui che twittava inni all’Isis dall’Ohio e scaricava diagrammi per ordigni dal web, sarebbe stato una minaccia da schiaffare in prima pagina?
No. O meglio si, notizie da prima pagina, ma magari per riflettere sugli effetti psicotici di questa guerra infinita, creata apposta per generare psicosi da tutti i lati: da un lato una coppia che se la fa sotto per un contapassi, o uno sprovveduto che non si rende conto che non è periodo per lo humour nero, dall’altro un poveretto inconsapevole, e da un altro ancora i giornali che mettono entrambe le notizie sotto la luce del “stavolta è andata bene, ma…“
Ma così va, così viene permesso, così sta bene a chi questa guerra l’ha preparata per decenni, e a chi ci casca.
La tensione non deve scendere. Bisogna far vedere che c’è pericolo ovunque, metterci il dubbio che forse oggi il pakistano che ci vuole appioppare l’ubiquo bastone da selfie, tirerà fuori il kalashnikov da sotto la bancarella. Non ci vogliono tranquilli, che ci passi subito lo spavento che ci hanno provocato negli ultimi giorni. Lo devono cavalcare, amplificare, per farci ingoiare il prossimo rospo.
Viste da un’altra angolazione, però, queste aggressioni alla nostra psiche, possono anche mettere di buon umore: infatti, se da “riuscite”, diventan “tentate”, ovvero se riusciamo a leggere articoli come questi e a vederli per ciò che sono, possiamo anche immaginare che tutta questa grancassa, tutto queso allarme, sia semplicemente come nel “Mago di Oz”, rumori, echi, specchi e giochi di luce ed ombra, che ci fanno credere di essere di fronte ad un potere temibile, ma solo perchè lo temiamo noi, perchè in realtà si tratta solo qualche piccolo ometto spaventato con in mano un altoparlante ed una macchina del fumo.
E allora, col sorriso sulle labbra, possiamo smettere di preoccuparci del Grande Oz, e vedere che abbiamo con noi la sofia di Dorothy, il coraggio del leone, il cuore dell’omino di latta, e il cervello dello spaventapasseri.
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