Obamacare
Ovvero come ti truffo gli americani, usando il loro denaro per ingrassare ulteriormente le grandi case farmaceutiche.
Di Piero Cammerinesi (corrispondente di Coscienzeinrete Magazine dagli USA)
Houston, 28 giugno 2012
Le agenzie hanno appena ‘battuto’ la notizia che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto un’istanza di incostituzionalità che metteva a rischio quella che qui viene chiamata ObamaCare, vale a dire la riforma sanitaria (HealthCare) voluta da Obama.
Si trattava di accettare o rigettare un ricorso supportato da 26 Stati che sosteneva che l’obbligo di avere una assicurazione sanitaria (come previsto dalla ObamaCare) fosse incostituzionale in quanto lesivo della libertà personale.
La Supreme Court lo ha rigettato, accogliendo le ragioni di Obama; così dal 2014 oltre trenta milioni di americani privi di assicurazione sanitaria saranno costretti a sottoscriverne una.
Tutto bene quel che finisce bene?
Non proprio.
Il presidente Barack Obama con questa legge si proponeva essenzialmente due obiettivi.
Il primo: garantire a tutti gli americani un’assistenza sanitaria di qualità.
Il secondo: ridurre la spesa sanitaria complessiva.
In realtà la legge – così com’è – non è in grado di raggiungere nessuno dei due obiettivi, sia perché esiste comunque una fascia di non abbienti che non può assicurarsi, ma soprattutto perché invece di ridursi, i costi generali sono schizzati alle stelle.
Vediamo il perché.
Il sistema sanitario americano è il più costoso del mondo perché ogni costo viene moltiplicato per il numero dei soggetti che deve trarne profitto. I medici privati devono trarne profitto, i laboratori privati devono trarne profitto, gli specialisti privati che ricevono i referti dai medici generici devono trarne profitto. Gli ospedali privati devono trarne profitto. Le compagnie di assicurazione private devono trarne profitto. Tutti questi profitti moltiplicano esponenzialmente i costi dell’assistenza sanitaria.
Ma non è tutto: oltre a questa filiera di profitti ci sono i costi della prevenzione e della lotta contro la frode. Dato che le compagnie di assicurazione private fanno di tutto per trovare delle scuse per non rimborsare gli assicurati e la MediCare (servizio di base gratuito) paga una minima parte delle spese mediche, i fornitori privati di assistenza sanitaria (medici, ospedali etc.) cercano di alzare i costi il più possibile, sapendo che quanto effettivamente riceveranno sarà una piccola percentuale delle loro parcelle.
Insieme all’ampliamento della base assicurativa Obama non ha – come avrebbe dovuto – regolarizzato questa filiera di costi introducendo delle regole, diciamo così, calmieratrici; così ObamaCare ha come effetto quello di gonfiare ulteriormente i costi con la gioia di Big Pharma (le Corporation farmaceutiche) e delle compagnie di assicurazione private.
Ricordiamo – per dovere di cronaca – con buona pace dei “progressisti” europei che lo esaltano, che il disegno di legge è stato scritto dai think tank conservatori e dalle compagnie di assicurazione; ObamaCare in realtà è un progetto che, attingendo alle imposte sul reddito pagate dai cittadini, utilizza fondi pubblici per pagare le compagnie di assicurazione private facendo di conseguenza lievitare il costo delle cure sanitarie.
ObamaCare – progetto su cui Obama punta per la rielezione l’anno prossimo – non è pertanto “medicina socialista” ma medicina privatizzata, che garantisce miliardi di dollari di profitti alle compagnie di assicurazione private proseguendo e peggiorando – se possibile – un sistema sanitario radicalmente incentrato non sulla salute dei cittadini ma sui poteri delle Corporation.
E – quel che è peggio – costringe i consumatori a servirsi esclusivamente di prodotti di medicina allopatica, escludendo totalmente la medicina alternativa, le terapie nutrizionali, i rimedi naturali etc. obbligando anche coloro che non volessero usufruire di medicina allopatica a contrarre una costosa assicurazione personale.
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