Luoghi di meditazione, di spiritualità, di pellegrinaggio.
E’ stato pubblicato di recente il libro Luoghi di meditazione, di spiritualità, di pellegrinaggio di Paola Giovetti: una visitazione dei centri italiani, di varia tradizione e orientamento, in cui si pratica la meditazione. In questo articolo l’autrice racconta la sua ricerca e i criteri con cui l’ha compiuta.
Luoghi di meditazione, di spiritualità, di pellegrinaggio.
“Concentrati nel cuore. Entra profondamente in esso e vai lontano, il più lontano che puoi. Raccogli tutti i fili sparsi della tua coscienza, riuniscili e immergiti. C’è una fiamma che brucia nelle calme profondità del tuo cuore. E’ il Divino in te, il tuo vero essere. Ascolta la sua voce. Ubbidisci alle sue parole.”
E’ con queste suggestive parole di Sri Aurobindo che ho scelto di aprire il mio ultimo libro, Luoghi di meditazione, di pellegrinaggio, di spiritualità in Italia, da poco uscito presso le Edizioni Mediterranee, dedicato appunto alla meditazione e ai luoghi italiani dove si impara a praticarla per recuperare armonia e salute e ritrovare se stessi.
Meditare è una grande occasione, una porta aperta verso infinite possibilità e potenzialità. Qualcosa, peraltro, che è alla portata di tutti, giovani e vecchi, colti e meno colti, sani o meno sani che siano. A tutti la meditazione porta benefici, a livello fisico, mentale, spirituale.
Mi è sembrato quindi interessante e utile preparare una mappa italiana di questi luoghi, che – l’ho scoperto facendo la mia inchiesta – sono molto numerosi. Li ho presentati suddivisi per tradizione e orientamento: templi, monasteri, santuari che custodiscono antiche memorie, e istituzioni moderne, create appositamente ai giorni nostri per ospitare iniziative religiose e laiche più recenti, o più recentemente approdate in Italia.
Luoghi, quindi, molto diversi fra loro, in quanto espressioni di esperienze filosofico-religiose culturalmente molto distanti, ma intimamente e sostanzialmente accomunati da un unico intento: insegnare e meditare – secondo regole e discipline diverse, antiche e moderne, ma tutte tese a mettere il praticante in condizione di ritrovare il proprio centro, calmare la mente, far pace con se stesso, con il prossimo e con il mondo, dare un senso alla propria vita, intraprendere il cammino che conduce al Divino, al Dio che vive nel profondo di ognuno di noi. Con gradualità, a poco a poco, un passo dopo l’altro, un orizzonte dopo l’altro.
Come ho accennato, gli orientamenti sono tanti: ci sono i centri di impostazione cristiana, a volte anche monasteri presso i quali vengono organizzati corsi di meditazione ispirati alle antiche tradizioni del cristianesimo o anche allo yoga e allo Zen; ci sono centri di ispirazione induista, buddhista o sufi, la corrente mistica dell’Islam; e centri che seguono l’insegnamento di particolari maestri come Osho, Yogananda, Krishnamurti; e infine centri di impostazione laica, che organizzano corsi di meditazione dei tipi più diversi. Il tutto molto serenamente, prendendo dalle diverse tradizioni ciò che esse presentano di più valido e coinvolgente.
Si tratta a volte istituzioni di notevole prestigio e di grandi dimensioni, centri residenziali in grado di ospitare gruppi più o meno numerosi di persone, altre volte piccoli centri, appartamenti in normali condomini, dedicati agli scopi di cui si è detto e frequentati in occasione dei ritiri e degli incontri, che possono essere anche solo di qualche ora. Nei centri Zen per esempio, oltre ai ritiri di uno o più giorni, ci si incontra una o due volte la settimana la mattina alle sette, per mezz’ora, per meditare insieme prima di andare al lavoro.
Ho parlato anche della “meditazione in movimento”, ovvero il pellegrinaggio. Un tema importante e molto suggestivo, ricco di storia, tradizioni, spiritualità. Camminando con la mente rivolta alla meta del pellegrinaggio e alla sua storia spirituale, si compie una meditazione spontanea che arricchisce e rasserena: dalla Via Francigena che dal nord conduceva i pellegrini a Roma, al breve pellegrinaggio che dal centro di Roma porta al Santuario del Divino Amore poco fuori città; dal “cammino di Francesco” su e giù per le verdi colline dell’Umbria alla Via Sacra Longobardorum che porta al santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano, nelle Puglie; e altro ancora.
E ho dedicato un capitolo anche alle danze meditative, un tipo particolare di meditazione in movimento. E qui ricordo le danze sacre di Gurdjieff, le danze ebraiche e tanti tipi di danze che, oltre al corpo, coinvolgono mente e anima.
Per me questa ricerca ha costituito un viaggio straordinario, pieno di sorprese e di scoperte, di incontri con persone insolite e ricche di spessore e spiritualità, che mi ha coinvolta e arricchita e che offro a chi è interessato a questo tipo di esperienza. Certamente senza la pretesa di aver tracciato un quadro completo, ma nella fiducia di essere riuscita a fornire una panoramica degna di questo nome e indicazioni utili per chi è alla ricerca.