Le “nuove BR”, la TAV, e i media. 40 anni dello stesso disco
di Enrico Carotenuto
Ecco…e ci mancavano solo le “BR”. O nuove BR. O classiche PPIF (Prese Per I Fondelli). Queste tre sigle, ormai lo sanno anche i sassi, sono sinonimi.
Credo che a questo punto sia chiaro quanto il movimento NoTav faccia paura al governo.
Intendo l’anima vera dei NoTav, quella che non fa idiozie. Quella solidale, quella che s’informa e si unisce con indignazione e risolutezza, ma senza rabbia cieca. Che protesta senza prestarsi a diventare strumento di una grancassa mediatica che non vede l’ora di stigmatizzare qualsiasi comportamento meno che irreprensibile. E che anzi, è disposta ad inventare di sana pianta e a distorcere i fatti, pur di far mandare giù la militarizzazione e la blindatura del progetto all’italico televisiota. Insomma, la parte contro cui il governo ed i media di regime non hanno altre armi che l’infiltrazione, la provocazione, e la menzogna sistematica. E’ solo quella che fa paura a chi vuole fare la tav. Non certo qualche cretino che da fuoco a qualcosa, e nemmeno una guerriglia urbana. Quelle sono mani sante per chi il progetto lo vuole portare avanti. E duole constatare che nel 2013 c’è ancora chi è così indietro, così ignorante, così manipolabile, così debole di spirito, da cascare negli stessi tranelli di 40 anni fa.
Ma perchè scrivo questo?
Perchè fatico a credere che chi, come me, stamattina apre il giornale e legge titoli quali – Le Nuove Br: “No Tav facciano salto in avanti” (La Repubblica) – o – “No-Tav a lezione dai brigatisti” (Il Giornale) – non riesca ad unire i puntini.
Però ci devo credere: sia per strada, che girando per social networks mi accorgo che per quanto ci sia un buon numero di persone che non se la beve più, una cosa del genere, la grande massa delle persone resta comunque all’oscuro di come si muovono certi poteri, di cosa hanno fatto, e di cosa fanno.
Guarda caso, ora escono fuori due delle cosiddette “nuove BR”, Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi, che dal carcere inviano una lettera diffusa nel web, in cui indicano ciò che secondo loro dovrebbero fare i NoTav: “Il movimento No Tav deve compiere un altro salto in avanti, politico organizzativo, assumendone anche le conseguenze, o arretrare”.
Ma chi glielo ha chiesto?
Non certo i NoTav.
Per tutta risposta, il governo invia altri 200 soldati in Val di Susa.
Bel lavoro, cari Davanzo e Sisi.
A nessuno viene in mente quello che potrebbero aver guadagnato da questa lettera? Visite extra? Pasti migliori? Una bella riduzione per buonissima condotta? Chi sta in carcere, magari si accontenta anche di poco. E chi ce li ha messi, prima raggirandoli e facendogli credere chissà che, poi arrestandoli, ha tutte le chiavi…
Come dicevo in apertura, ormai solo chi non si è mai voluto informare in materia non sa che le vecchie, come le nuove BR, altro non erano che gruppi di poveri illusi super infiltrati, i cui leader, sia quelli ideologici come Negri, sia quelli operativi, come Moretti, erano emanazioni dirette degli stessi burattinai che gli altri membri delle BR, quelli “gabbati”, credevano di combattere.
E anche quando in galera c’erano quelli delle “vecchie” BR, ogni tanto facevano uscire un comunicato che favoriva tutti, meno che la loro causa, e men che meno le cause indigeste ad alcuni potentati.
In questo senso stupisce l’arretratezza di chi organizza certe cose: il non rendersi conto che la televisione ed i giornali, ormai, non sono più la sola fonte d’informazioni; il non capire che il tempo è passato, e che siamo in tanti a poter unire i puntini. In tanti a capire che questo comunicato, le mosse del governo, le infiltrazioni nei NoTav per renderli violenti (per carità, poi di poveretti che pensano davvero che la violenza serva, qualcuno ce n’è anche), altro non sono che lo stesso disco rigato da più di 40 anni di uso continuo.
I NoTav sono si ad un bivio, ma le direzioni sono quelle esattamente opposte a quelle indicate dai due “brigatisti”. Si devono rendere conto che mosse come queste, da parte di certi poteri, sono mosse dettate dalla paura. E non la paura di disordini. Quelli sono esattamente ciò che cercano, per questo escono messaggi di questo tipo, che oltre a fare grancassa mediatica, magari influenzano anche le menti più deboli nel movimento.
Ciò di cui hanno veramente paura è che la marea di persone opposte al progetto continuino ad essere in larghissima parte completamente estranei a comportamenti stupidi. La paura è che continuino a fare opposizione impugnando dati, creando consenso alla loro causa attraverso le belle iniziative dei movimenti: quelle che non vengono mai pubblicizzate dagli organi di regime, ma che hanno un effetto duraturo sui cuori e sulle menti delle persone che coinvolgono.
L’unico modo di vincere la battaglia non è la lotta armata di cui si fanno sottintesi campioni due poveracci che pagano la propria confusione mentale in carcere. L’alternativa non è tirarsi indietro. L’alternativa è invece andare avanti, rendendo i movimenti sempre meno criticabili. Quindi ancora più pacifici, coesi, informati. Insomma, forti di testa e di cuore. Solo così, alla fine, si riuscià ad avere l’appoggio anche del televisiota. E una volta ottenuto quello, la battaglia sarà vinta.
Forza ragazzi, ragazze, madri, padri e nonni NoTav: se sono costretti a ricorrere a questi mezzucci, è segno che se la fanno sotto e che siete sulla buona strada!
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