La guerra ai sindaci che limitano l’azzardo a colpi di perizie di parte.
di Enrico Carotenuto
Molti sindaci hanno introdotto o cercato di introdurre regolamentazioni per arginare il fenomeno della ludopatia, ponendo limiti alla vendita di determinati giochi, al numero di slot o alla loro locazione. Ovviamente l’industria dell’azzardo non ci sta e combatte ovunque le ordinanze dei sindaci a colpi di carte bollate. I ricorsi ai vari TAR fin ora hanno dato esiti alternati: a volte vince il sindaco, a volte i biscazzieri. Evidentemente è tutto in mano alla sensibilità del giudice, anche perchè lo stato si comporta in modo schizofrenico: da una parte il ministero della salute definisce la ludopatia come fenomeno gravissimo, e dall’altra lo Stato intasca miliardi su miliardi dai biscazzieri, nonostante un livello di tassazione ridicolmente basso. Quindi la predisposizione del giudice e gli eventuali pareri espressi nelle perizie dei litiganti diventano fondamentali per l’esito dei ricorsi.
In uno dei casi più recenti, Lottomatica ha fatto ricorso contro il sindaco di Bergamo, colpevole di aver emanato un’ordinanza per cui sale gioco e punti-azzardo devono essere lontani da scuole, ospedali, bancomat, e luoghi sensibili, nonchè e chiusi in tre fasce orarie: colazione, pranzo e cena, così da “«rendere difficoltoso il consumo di gioco in orari tradizionalmente e culturalmente dedicati alle relazioni familiari» e «indurre i giocatori patologici ad una pausa forzata» che interrompa la schiavitù da tossicomane di chi passa ore alla slot-machine” (fonte)
Il sindaco è stato costretto a questa ordinanza, visto che in un territorio in cui si sono persi decine di migliaia di posti di lavoro, le statistiche dicono che la spesa pro-capite in gioco d’azzardo è di 2,500 Euro l’anno.
Lottomatica, durante il ricorso, ha presentato una perizia di uno psichiatra-sociologo, noto ai telespettatori italiani per le sue comparsate in RAI e MEDIASET. In questa perzia si afferma che i rapporti causa-effetto nella ludopatia non sono certi, e che i dati sono incompleti, e che «Non si tengono in considerazione alcuni effetti potenzialmente positivi del gioco, quali la socializzazione, il diritto al sogno, la possibilità di alleviare la propria amarezza e la propria tristezza: non credo che tocchi allo Stato disciplinare anche i sogni e le speranze…»
Una posizione che ricorda quei medici di cento anni fa che sostenevano che fumare facesse bene, e che non c’erano prove che fumare facesse male.
Difatti il sindaco di Bergamo ha espresso questo parere sulla perizia: «Ippocrate si starà rivoltando nella tomba».
Mentre il CODACONS si è espresso così: “Affermare che le sale slot, luoghi ipnotici privi di luce naturale e dove la mente dei giocatori viene azzerata portandoli a perdere la concezione del tempo e dello spazio, siano luoghi di aggregazione e di felicità, contrasta con le più basilari nozioni sulla dipendenza da gioco, e rappresenta una tesi pericolosissima – prosegue l’associazione – . Per questo acquisiremo la perizia e, se realmente risulterà il suo appoggio al gioco d’azzardo, diffideremo formalmente Rai e Mediaset a non invitarlo più in nessuna trasmissione televisiva”.
In realtà il gioco d’azzardo patologico viene definito da molti psicologi e psichiatri come una condizione molto simile alla tossicodipendenza, e in assenza di studi definitivi sugli effetti fisici della ludopatia che permettano di trovare magari anche altri rimedi, andrebbe trattata in maniera simile.
Chi scrive, tempo fa, rimase colpito dal racconto di un conoscente ex eroinomane, che diceva di come il suo spacciatore fosse solito stazionare proprio sotto una serie di palazzi in cui aveva clientela, e di come, quando lo vedeva uscire dal portone, gli venisse incontro sorridendo a denti scoperti, mettendo così in mostra la bustina con la droga, che teneva, appunto, tra gli incisivi. Questa persona riuscì a liberarsi dell’eroina solo dopo aver cambiato non solo città, ma addirittura nazione: sapeva che non ce l’avrebbe mai fatta ad uscirne con quel tizio che lo aspettava tutti i giorni sotto casa per sorridergli…
In questa ottica, che i punti d’azzardo e le sale slot vengano relegati lontano dalle potenziali prede, è semplicemente sacrosanto. Anzi, come per le sigarette, anche la pubblicità dell’azzardo andrebbe fortemente limitata. Fortunatamente Lottomatica non l’ha spuntata, resta però il fatto che molti personaggi che vengono pompati dalla televisione, poi ce li ritroviamo spesso a difendere gli interessi più deleteri. E’ un caso?