La farsa di Monti
di Enrico Carotenuto
Dunque Monti annuncia le dimissioni, ovviamente non subito, ma dopo l’approvazione delle leggi di stabilità e di bilancio.
Ma tanto il lavoro che doveva fare lo ha fatto.
Chiaramente non mi riferisco al fantomatico risanamento economico che è stato la scusa per l’istallazione del governo “tecnico”. Quello, i numeri parlano chiaro, non c’è stato.
Anzi c’è stato un aggravarsi delle condizioni economiche reali italiane. Più disoccupazione, calo del PIL, più precariato.
Il ruolo del governo Monti è stato quello di smantellare i principali fattori d’indipendenza italiana dagli oscuri poteri mondialisti. Sia i fattori economici, che psicologici.
Dal punto di vista economico, con la parità di bilancio in costituzione, l’adesione a MES e Fiscal Compact, Monti ha di fatto legato l’italia mani e piedi a sistemi di strozzinaggio gestiti da oscuri euroburocrati, che guardacaso vengono sempre pescati in circoli massonico-gesuitico-bancari. Quindi l’Italia non può più intervenire nè con la moneta, ne con la spesa pubblica per correggere e aiutare la propria economia. Quello che può fare, al massimo, è indebitarsi di più allo scopo di salvare le banche, e ogni volta che lo farà, sarà un euroburocrate ad imporre nuove tasse e balzelli o a tagliare la sanità un altro po’, per riprendersi i soldi.
La leva economica è stata usata anche per smantellare psicologicamente il sistema Italia: l’aumento dell’età pensionabile, la modifica all’articolo 18, i tagli a tutto ciò che è Stato sociale, dalla sanità alla scuola, mentre si sono trovati 4 miliardi di euro per il Monte di Paschi, 17 miliardi per gli F35, 10-20 miliardi per la TAV, eccetera eccetera. Tutte botte che fanno pensare agli italiani che non si possa fare altro che adeguarsi, o montare le ghigliottine in piazza. Ma agli italiani, fortunatamente, la ghigliottina fa paura più della povertà.
A chi, giustamente, non ha più fiducia nei partiti, complici di tutte le nefandezze sopra elencate, viene data come alternativa il movimento 5 stelle. Che alternativa non è.
In questa situazione Monti ha annunciato che dopo il patto di stabilità e la leggie di bilancio, darà le dimissioni. Potrà tornare a riposarsi su una qualsiasi delle sue poltrone d’oro: al senato (a vita!), alla Bocconi, al Bruegel, o in un ufficio di Goldman Sachs, lieto e tranquillo per aver fatto il lavoro sporco che nemmeno il più efferato dei partiti nostrani avrebbe potuto fare, senza la sospensione della democrazia che ancora stiamo vivendo.
Sospensione che di fatto, con l’adesione ai trattati di cui sopra, è ormai permanente.
Monti dice che va via perchè non ci sono più le condizioni. Ma forse intendeva dire che non c’è più gusto, avendo già fatto tutto…
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