L’inarrestabile declino di una democrazia
La storia è nota ed è stata ripresa anche dalla stampa italiana per la sua assoluta atrocità.
di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine, Altrogiornale e Altrainformazione)
Houston, 3 Marzo 2015 – Il 22 Novembre scorso a Cleveland qualcuno chiama il 911 (il telefono della polizia) dicendo che c’è un ragazzino che, in un parco cittadino, punta una pistola “probabilmente finta” contro i passanti.
Arriva subito una macchina della polizia e il ragazzino, Tamir Rice, viene ‘giustiziato’ entro – dicono i testimoni – entro uno o due minuti massimo dall’arrivo dei poliziotti.
Tamir, che aveva in mano una pistola a piombini e solo 12 anni, muore il giorno dopo in ospedale.
Ci sono due agenti nella macchina, Franck Garmack di 46 anni e colui che spara – praticamente appena aperta la portiera – Timothy Loehmann di 26.
Nella registrazione di una telecamera di sicurezza che inquadra la scena si vede Tamir che cammina sul marciapiede, giocherellando con una pistola – che risulterà essere una pistola giocattolo – che sporge dai suoi pantaloni.
La sua figura entra ed esce dall’inquadratura della telecamera e ad un certo punto si vede che fa una chiamata con il cellulare, raccoglie della neve e tira delle palle di neve.
Poi, mentre si trova vicino ad un gazebo, arriva improvvisamente l’auto della polizia, che attraversa il parco sulla neve.
L’auto gli piomba praticamente addosso, fermandosi a pochi centimetri da lui. Dalle riprese si può vedere il ragazzino che allunga la mano alla cintura dove c’è la pistola giocattolo, mentre i due poliziotti balzano dall’auto armi puntate.
Immediatamente dopo si vede Tamir a terra, colpito.
“Shots fired, male down, black male, maybe 20,” Abbiamo sparato, un maschio di colore a terra, probabilmente di 20 anni – dice alla radio il poliziotto che chiama la centrale.
No, Tamir aveva solo 12 anni e stava giocando – anche se stupidamente come buona parte dei suoi coetanei – nel Cudell Commons Park.
Ma non c’è solo questo.
Non viene chiamata una ambulanza per diversi minuti. Solo dopo l’arrivo di un’altra pattuglia viene prestata assistenza al ragazzino ormai dissanguato.
Pochi istanti dopo arriva la sorella di Tamir – che ha assisitito all’assassinio a freddo del fratello – urlando “my baby brother, they killed my baby brother” – il mio fratellino, hanno ammazzato il mio fratellino.’
Uno dei due poliziotti le è subito addosso, la getta a terra e la ammanetta.
Questa la storia.
Una storia dell'”altro mondo”, del mondo da questa parte dell’Atlantico.
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Una storia come tante. Come quella di un homeless, di un senzatetto, giustiziato oggi a Los Angeles con 5 colpi di pistola solo perché non si faceva arrestare dalla polizia.
Poi ci sono state le proteste, le interrogazioni e le indagini.
E ieri sono arrivate le conclusioni della commissione.
Ci credereste? La città di Cleveland ha concluso il caso con queste parole: “The death of Tamir Rice was ‘directly and proximately’ caused by the 12-year-old’s own actions” – La morte di Tamir Rice è stata causata ‘direttamente e immediatamente – dal comportamento del dodicenne.
Non solo, sia Tamir – ormai defunto – che la famiglia sono stati dichiarati responsabili di “qualsiasi danno, ferite e perdite derivanti dall’incidente”.
Le 20 righe della sentenza stabiliscono che Tamir non esercitò la “necessaria attenzione onde evitare di farsi male” e che i membri della sua famiglia – incluse la madre e la sorellina di 14 anni che avevano sporto denuncia per l’operato della polizia – devono rispondere dei danni “causati dal loro comportamento”.
Sono state totalmente ignorate le testimonianze – persino dei colleghi di lavoro dell’agente che ha sparato – che indicavano che Timothy Loehmann era assolutamente inadatto al lavoro che faceva.
Già nel 2012 aveva avuto seri problemi con il suo modo di maneggiare le armi. In un file dell’Independence Police Department a firma del vicecapo Jim Polak, si attesta che egli, durante l’addestramento all’uso delle armi “non è in grado di eseguire ordini anche semplici, non è capace di comunicare con chiarezza o di ricordare e che la sua performance con la pistola è decisamente scadente”.
E Polak rincara la dose affermando che, data l’instabilità emotiva del soggetto, non ritiene che “né con il tempo né con l’addestramento Loehmann sarà in grado mai di correggere i suoi difetti”.
Oggi pomeriggio sono arrivate le scuse del sindaco di Cleveland, Frank G. Jackson, per “l’uso inappropriato del linguaggio e per l’insensibilità dimostrata nel giudizio su quanto è accaduto”.
Scuse un po’ tardive per chi piange ogni giorno persone innocenti assassinate a freddo dalla polizia in questo Paese.
Tardive per chi si chiede se mai si metterà fine all’impunità praticamente assoluta delle forze dell’ordine, ormai armate ed addestrate militarmente a combattere contro il proprio popolo.
Tardive per chi vede ormai affondare la democrazia americana – ogni giorno di più – in un baratro senza apparente via d’uscita.
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