Dagli amici mi guardi Iddio…
“Se darete asilo a Edward Snowden non condivideremo più con voi nessuna notizia di intelligence, lasciandovi del tutto indifesi davanti al terrorismo“. Questa la minaccia – che emerge solo oggi – fatta dal governo Usa ad un Paese amico – la Germania – per impedire che la Merkel accogliesse la richiesta di asilo politico di Snowden.
di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine)
Houston, 20 Marzo 2015 – E questo non lo riporta un giornalista “complottista” ma lo afferma – forte e chiaro – nientemeno che il vice cancelliere tedesco, Sigmar Gabriel, nel corso di una conferenza stampa a Homburg, in Germania, due giorni fa.
Tutti ricorderanno il famoso datagate, e gli eventi che, due anni fa, portarono all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale le rivelazioni di Edward Snowden.
L’improvvisata intervista a Hong Kong e la successiva pubblicazione, su alcuni quotidiani internazionali, dei documenti che mostravano inequivocabilmente il vasto piano di controllo globale di tutti i dati elettronici a livello mondiale da parte dell’NSA americana e del GCHQ britannico.
La rabbiosa reazione del governo americano, a seguito dell’enorme scalpore sollevato da quei documenti che dimostravano – oltre ogni ragionevole dubbio – la guerra dei governi non contro il terrorismo, bensì contro i propri cittadini, costrinse Snowden a una fuga precipitosa.
Come si ricorderà egli riuscì avventurosamente a raggiungere Mosca prima che i mastini dell’NSA e della CIA riuscissero a mettergli le mani addosso.
Nella capitale russa egli restò alcune settimane – ormai senza passaporto in quanto gli era stato revocato dagli USA – in attesa di un Paese che accettasse di ospitarlo.
Le pressioni, che all’epoca il governo americano fece sulle – poche – Nazioni che si offrirono di accogliere Snowden (Ecuador, Venezuela, Bolivia), resero di fatto impossibile l’accettazione della richiesta di asilo politico del transfuga.
In quel concitato periodo vi fu anche l’episodio del dirottamento dell’aereo presidenziale di Morales, il presidente della Bolivia, bloccato e perquisito a Vienna; aereo cui venne finanche negato il diritto di sorvolo di vari Paesi europei compresa l’Italia – il più sciocco dei servi sciocchi – per paura che in esso fosse nascosto il fuggitivo.
Ma quello che solo oggi emerge all’attenzione del pubblico arricchisce di nuovi elementi il quadro, già sufficientemente deprimente, della tracotanza americana non solo nei confronti di Paesi non allineati, ma anche di Paesi amici, anzi, dei più fedeli “alleati”.
Insomma, mai come in questo caso calza a pennello il vecchio adagio: “dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io”.
Già l’episodio del controllo e intercettazione del telefono della stessa cancelliera tedesca, Angela Merkel, dagli spioni dell’NSA, aveva – a parole – richiamato l’indignazione dei tedeschi.
A parole, in quanto ben poco avvenne poi nei fatti. Ma i motivi di tale inerzia ci sono e sono presto detti.
È, infatti, emerso questa settimana un particolare finora sconosciuto.
Il vicecancelliere tedesco, Sigmar Gabriel, nella conferenza stampa a margine della premiazione di Glenn Greenwald a Homburg, ha candidamente dichiarato che all’epoca della spasmodica ricerca di un Pase che ospitasse Snowden, la Germania sarebbe stata disponibile se non avesse ricevuto aperte minacce dall'”alleato” americano.
Il governo USA affermò apertamente che, se i tedeschi si fossero azzardati a dare asilo o solo a far transitare Snowden in Germania, gli Stati Uniti non avrebbero più condiviso le fonti di intelligence con la Germania, lasciando, così, il Paese completamente in balìa di eventuali minacce terroristiche.
Se poi – ma questo Gabriel non lo dice, lo aggiungiamo noi – riflettiamo su chi realmente organizza il terrorismo, è facile comprendere il peso di tale minaccia.
“Ci dissero – così Gabriel – che non ci avrebbero più avvisato di piani terroristici o altre questioni d’intelligence“.
Il vice cancelliere ha aggiunto di essere molto dispiaciuto del fatto che Snowden abbia dovuto chiedere asilo alla Russia “visto che nessun altro Paese era in grado di proteggerlo dalle minacce di arresto da parte del governo americano“.
In realtà il dibattito sull’opportunità di dare asilo a Snowden era stato all’epoca molto vivace e aveva avuto il suo picco lo scorso anno quando la commissione parlamentare incaricata di analizzare le attività di spionaggio dell’NSA voleva portare Snowden a testimoniare in Germania, cosa che fu poi impedita dal governo.
Bene, oggi è facile capirne il motivo.
Alla domanda di un giornalista presente alla conferenza stampa su come mai allora fosse stata presa quella decisione, Gabriel ha risposto che Snowden non venne fatto testimoniare perché la Germania avrebbe dovuto legalmente acconsentire in caso di richiesta di estradizione da parte degli USA.
Insomma, cosa abbiamo qui?
Un Paese – gli USA – che minaccia apertamente un proprio “alleato” – la Germania – spiata, peraltro, spietatamente per anni, di restare completamente vulnerabile di fronte ad attentati terroristici – organizzati, poi, chissà da chi? – se dà spazio a colui che – Edward Snowden – ha mostrato al mondo dove stia di casa il vero terrorismo globale.
Sino a oggi nessun funzionario governativo aveva ammesso apertamente che erano state le minacce degli Stati Uniti a far sì che la Germania voltasse improvvisamente le spalle a Snowden, le cui rivelazioni furono di grande aiuto per i tedeschi come per ogni popolo del mondo.
Solo la presenza di tali minacce può infatti giustificare quel rifiuto, altrimenti indifendibile, da parte della Germania, di proteggere Snowden dalla persecuzione del suo Paese.
Fortunatamente l’attenzione e il coraggio di una piccola parte della stampa libera sta coraggiosamente indicando alla gente la realtà dei fatti, dietro l’illusionismo catodico e mediatico.
Ora sta a noi riflettere su questi elementi e diffondere queste notizie.
Solo la conoscenza della verità ci renderà liberi.
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