Dal libro, “Corpo, Anima, Spirito” di Fausto Carotenuto.
Leggi la parte precedente qui:
https://coscienzeinrete.net/spiritualita/item/3071-corpo-anima-spirito-parte-1-cosa-sappiamo-di-noi-stessi
Da dove partiamo? Da quello di cui ci sentiamo più sicuri. E allora possiamo dire con tutta tranquillità:
“io ho un corpo”.
Di questo siamo sicuri: lo sentiamo, lo vediamo, lo tocchiamo, lo possiamo annusare, sentire e perfino assaporare. E lo stesso possiamo fare con il corpo di qualcun altro. Sempre che ci vada e che ce lo lascino fare…
Nel dire “Io ho un corpo” abbiamo già cominciato ad individuare due parti di noi: l’io e il corpo. Due parti che hanno dei rapporti molto stretti, ma che sono entità distinte.
Noi non diciamo “io sono un corpo”, ma io “ho” un corpo.
E’ abbastanza semplice in fondo rendersi conto – e dentro di noi lo sappiamo – che io non sono il mio corpo. E che quindi il corpo è un nostro strumento.
Quindi già in partenza noi sentiamo e facciamo una prima distinzione tra due parti: l’“io” e il nostro strumento: il “corpo”.
Qualcuno potrebbe obiettare che questo corpo è un po’ particolare come strumento, visto che non è poi tanto sotto il nostro controllo. Spesso è lui a prendere il sopravvento su di noi: se si ammala, limita o impedisce anche del tutto quello che “io” voglio.
E’ vero: nelle persone con alcune gravi malattie sembra quasi che l’“io” si spenga, sparisca a poco a poco, o del tutto. Schiacciato, cancellato da un corpo che non funziona più bene. Che non si rende più disponibile.
Però è anche vero che, al di fuori di questi processi di malattia o di particolari disfunzioni, la “normalità” è che noi, quando stiamo bene, questo corpo ce l’abbiamo a disposizione per muoverci, fare le cose, pensare, vedere, sentire, ecc…
Ma allora, che tipo di strumento è? Quale è il rapporto di fondo tra noi ed il nostro corpo? Forse possiamo dire che è qualcosa che usiamo, che è temporaneamente a nostra disposizione, ma di cui non abbiamo il pieno controllo.
chi controlla il nostro corpo?
Vediamo di capire, almeno in condizioni normali, cosa controlliamo e cosa no.
Possiamo usare tanti muscoli grandi e piccoli, sparsi un po’ dappertutto. Questo ci permette di svolgere molte funzioni, come muoverci, parlare, nutrirci, dirigere o portare dove vogliamo i nostri sensi… Ne ricaviamo una bella sensazione di libertà, e quando siamo nel pieno del vigore ci può dare anche un senso di forza e di “potenza”.
Ma se ci pensiamo bene, non è poi molto quello che noi “veramente” controlliamo di questo strumento. Il nostro corpo è fatto di piccolissimi mattoni, di atomi messi insieme in un certo modo preciso ed intelligentissimo per formare poi le nostre cellule e con queste gli organi, gli arti, ecc… Però noi non partecipiamo ai suoi processi di costruzione, di continua trasformazione e manutenzione. Non ne sappiamo niente: nemmeno ce ne accorgiamo… I nostri organi funzionano saggiamente per conto loro: non siamo noi a regolare il funzio-namento del cuore, o dei reni, o del fegato.
Ma anche nei casi nei quali ci sembra di avere il controllo totale, in effetti non sappiamo tutto quello che avviene nel nostro corpo. Se muoviamo un dito, certamente non abbiamo seguito ed organizzato tutto quello che serviva per fare questo movimento. Non abbiamo distribuito ordini rapidissimi e in successione al cervello, al sistema nervoso, ai tendini e ai muscoli… E’ un processo che sfugge quasi del tutto alla nostra coscienza normale.
E così, quando ci ammaliamo, cerchiamo l’aiuto del nostro dottore per capire cosa è successo in questo meccanismo che consideriamo “nostro”, ma che è in gran parte fuori controllo. Noi non ne seguivamo coscientemente il funzionamento quando eravamo “sani”, e non sappiamo adesso perché qualcosa non funziona. Ne abbiamo qualche sintomo. Ma non lo sappiamo “da dentro”, dall’interno di noi stessi, e per questo ci siamo rivolti a un “tecnico”. Tutte le analisi, le ecografie, le TAC ecc., servono a cercare di comprendere “da fuori” qual-cosa che noi non riusciamo a conoscere né a governare dall’interno.
Diciamo allora che il nostro “io” ha a disposizione un corpo, ma lo controlla fino a un certo punto: non partecipa coscientemente alla sua edificazione e trasformazione; e nemmeno al suo funzionamento interno ed alla sua manutenzione. Diciamo piuttosto che ne usa una serie di funzioni.
A questo punto però sorge una domanda: “Se il nostro corpo non lo facciamo funzionare noi, chi lo fa funzionare?”
Va avanti da solo, per caso, senza una intelligenza dietro? No, non è possibile: un prodotto così saggio, ricco di doti, di funzioni e di capacità utili e complesse, può essere solo il frutto di una grande intelligenza e del suo lavoro. Ci viene spontaneo dire che si tratta della Natura. E di certo possiamo chiamarla anche così. Ma non può essere un qualcosa di impersonale e privo di consapevolezza. Come in genere viene considerata la Natura ai nostri giorni. Deve essere una intelligenza che sa bene quello che fa e perché. Un essere – o più esseri – che svolge delle funzioni di “padre” o “madre”, con doti di coscienza enormemente più elevate delle nostre.
In base a queste considerazioni non c’è alcuna difficoltà a pensare che quando con-sideriamo una Natura con queste caratteristiche, stiamo in effetti facendo riferi-mento ad esseri con poteri straordinari, ad “esseri divini”. Gli stessi esseri, la stessa saggezza divina che vediamo all’opera ovun-que nella Natura, dentro e fuori di noi.
Quindi diciamo che il nostro corpo è lo strumento che una o più intelligenze superiori ci hanno donato per viverci dentro. E non solo lo hanno costruito, ma continuano a tenerlo in funzione in modo che sia sempre a nostra disposizione.
Se lasciassero a noi il compito di far fun-zionare il cuore o i polmoni, e di farne la manutenzione, saremmo morti da un pezzo! E se affidassero completamente a noi tutto quello che c’è da organizzare per muovere un dito, quel dito non si sposterebbe mai! Semplicemente non abbiamo ancora una capacità di coscienza sufficiente per farlo.
Quando usiamo un computer, ne adoperiamo certe funzioni che ci sono messe a disposizione. Premiamo i tasti e “clicchiamo” con il “mouse”, senza domandarci quello che avviene in tutti i pezzetti, in tutti i circuiti della macchina. Ma non siamo così ingenui da pensare che “noi siamo il computer” e lo controlliamo in tutto e per tutto… O che quella macchina ed i suoi funzionamenti complicati sono venuti fuori a caso. Lo sappiamo benissimo che un computer non esisterebbe se dei ricercatori e dei tecnici intelligenti non avessero sviluppato una saggezza tecnica sufficiente a costruirlo. E un computer è un qualcosa di infinitamente meno complesso ed intelligente del nostro corpo…
Quindi, quando utilizziamo un computer, noi stiamo in pratica ricevendo la collaborazione degli uomini intelligenti che l’hanno inventato e costruito. Allo stesso modo, quando usiamo il nostro corpo, lo possiamo fare solo perché ce lo hanno messo a disposizione e collaborano continuamente con noi delle intelligenze elevatissime… divine.
Quelle stesse intelligenze che le varie tradizioni religiose dell’Umanità hanno chiamato in tanti modi diversi: dèi, angeli, deva, grandi spiriti, ecc.
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