CORONAVIRUS: cosa avviene veramente in Cina e quanto riguarda l’Italia

Dati, cifre e considerazioni importanti.

Di Fausto Carotenuto

Questa mattina, per vedere le ultime notizie sul Coronavirus, apro il sito dell’ANSA, la principale agenzia di stampa italiana, quella che dà il la alla comunicazione dei media. E trovo il seguente comunicato, che è in comune tra l’agenzia italiana e la francese AFP.

Eccolo:

(ANSA-AFP) – ROMA, 6 MAR – …  “La Cina ha riportato 30 nuovi morti legati al coronavirus, 143 nuove infezioni e 16 cosiddetti “contagi di ritorno”, i casi importati da persone arrivate nel Paese. Nel complesso, sono 3.042 le persone decedute in Cina per il Covid-19, ha riferito la Commissione sanitaria nazionale (Nhc)”

Bene, questo l’aggiornamento. Ma d’istinto non mi fido, visto come viene fatta la comunicazione dei media su certi argomenti diciamo “delicati” per l’opinione pubblica. Anche perché nei giorni precedenti una notizia che mi era sembrata importante, era che in Cina l’epidemia stava perdendo forza. Che era quella che mi interessava di più. Ma da questo comunicato proprio non si evinceva.

E allora mi sono ricordato di quando – quasi 50 anni fa – ero un giovanissimo praticante giornalista, e dei giornalisti anziani – proprio dell’ANSA – mi diedero un loro libro a scopo istruttivo. Il libro era una sorta di manualetto su come presentare, come scrivere una notizia. Nel quale trovai un tesoro di indicazioni su come, scrivendo sempre cose vere, si poteva camuffare, deviare, alterare la verità di certi fatti. E condurre di conseguenza i lettori a farsi un’idea sbagliata dei fatti, o tale da indirizzarli a trarne certe, volute conclusioni.

E allora sulla base di questo ricordo mi dico: “Bene, facciamo una verifica. Visto che ANSA e AFP citano la fonte, il governo cinese, vado a vedere cosa scrive il comunicato originale cinese.”

E cosa scopro?

Che nel comunicato ANSA manca un pezzo… e il pezzo guarda caso sono le buone notizie… quelle che non vanno troppo evidenziate se si vuole tenere la gente in tensione.

Chi vuole vada a vedere tutto il comunicato cinese del 6 marzo (http://en.nhc.gov.cn/2020-03/06/c_77327.htm) e si renderà conto del fatto che in quello dell’ANSA manca proprio la parte fondamentale:

i dati su quanti sono i guariti del giorno ed il loro totale, e su quanto si stanno riducendo i malati.

E’ questo il classico modo tendenzioso di dare notizie, che segue la linea editoriale attuale di tutti i principali media: esaltare il problema, mandare in panico la gente, per trarre il massimo di benefici nel rafforzare il potere e gli interessi di quei gruppi anti-coscienza dai quali anche i media dipendono.

Ed inoltre terrorizzare non aiuta nemmeno ad allertare maggiormente la gente a prendere le giuste misure di contenimento e igieniche. In effetti non fa altro che mandare in confusione le persone ed anzi proprio per questo creare ulteriori ansie, agitazione e confusione che rischiano di produrre l’effetto opposto: una minore attenzione logica alle misure da prendere.

E allora mi è venuto in mente di fare il contrario: di valutare direttamente – senza l’ulteriore filtro dei media, cosa emerge dai numeri cinesi. Pur sapendo che potrebbero essere in parte manipolati. Ma fiducioso nel fatto che, dopo i primi tentativi falliti di nascondere il problema, Pechino ha optato per una maggiore trasparenza. Confermata da alcune equipes di scienziati  e osservatori internazionali che stanno seguendo le vicende sul territorio.

I numeri dovrebbero essere sostanzialmente giusti, nella direzione di un retrocedere dell’epidemia, anche perché in varie province cinesi stanno diminuendo ufficialmente i livelli di allerta e di misure anti-contagio.

Ma vediamoli questi numeri, partendo da un grafico costantemente aggiornato da parte della John Hopkins University su questo sito:
https://statistichecoronavirus.it/mappa-coronavirus/

Ecco, in questo grafico si vede l’andamento del virus: la linea superiore ocra è quella dei contagiati cinesi, quella verde quella dei guariti mondiali, in grandissima parte cinesi, e quella gialla mostra l’andamento dei contagiati nel resto del mondo.

Cosa si vede? Che la tendenza dei contagiati cinesi non è più in rapida salita: circa 100-200 contagiati in più al giorno negli ultimi giorni, rispetto ai 3-4000 al giorno di un mese fa.
Mentre la linea gialla in basso, dei contagiati del resto del mondo comincia a salire negli ultimi 10 giorni, anche se ancora per il momento a ritmi inferiori a quelli cinesi.
Ma quello che è interessante e positivo è che non solo stanno diminuendo di molto i contagiati cinesi. Ma a questo si aggiunge il dato fondamentale espresso dalla linea verde: le guarigioni – soprattutto cinesi – stanno aumentando: tra le 1770 e le quasi 3000 al giorno negli ultimi giorni .
Il che fa vedere anche graficamente come le due linee, ocra e verde, almeno per quello che riguarda la componente cinese, tendano ad unirsi  entro un paio di settimane. Evidenziando una probabile, totale o pressoché totale scomparsa del virus in Cina.

Avete sentito sui media qualcuno evidenziare la possibile prossima fine dell’epidemia cinese?
Poco o niente, altro è quello che si vuole suscitare nella gente.

E per l’Italia e il resto del mondo?
Se la tendenza fosse simile, e le misure di contenimento messe in atto dai governi sufficientemente efficaci, l’evoluzione del virus potrebbe essere la stessa.
In Italia stiamo entrando nella zona di picco, in particolare nelle zone rosse, e potremmo vedere tra non molto una diminuzione analoga a quella cinese dei nuovi casi ed un aumento giorno per giorno dei guariti.
Fino all’auspicabile esaurimento dell’epidemia.
E questo senza che si sia trovato ancora il vaccino o l’antivirale specifico.

Ma esaminiamo ancora meglio ed in particolare il caso più eclatante, quello della provincia dell’HUBEI, con capoluogo WUHAN (undici milioni di abitanti).

E lo facciamo per due motivi: per capire come si comporta questa epidemia in una zona rossa chiusa, dove ormai la gente è esposta al contagio, contagiata, guarita o già morta.

E perchè questa provincia ha quasi lo stesso numero di abitanti dell’Italia: 58.500.000.

Nell’HUBEI, come nelle zone rosse ormai chiuse, non si tratta tanto e solo di limitare il contagio per non estenderlo fuori dalla zona rossa, quanto soprattutto di farlo finire.

Le autorità cinesi hanno chiuso la zona, compartimentato, isolato le persone in casa, anche con estrema durezza, e costruito ospedali in tutta fretta. Reagendo forse con minore preparazione della nostra, presi di sorpresa dall’esplodere del virus, che probabilmente circolava già da qualche mese nella provincia senza suscitare alcun allarme.

Vediamo allora la sintesi di cosa è successo e di cosa sta succedendo nell’HUBEI in questa tabella, i cui dati sono estratti dai bollettini del governo cinese:

Da questi dati si vede che nell’Hubei il 5 febbraio c’è stato il massimo di nuovi contagiati giornalieri, ancora relativamente pochi morti, e pochi guariti. Poi il 19 febbraio si arriva al punto di svolta: i guariti superano i contagi giornalieri, improvvisamente di parecchio: 1.209 guariti rispetto a 349 contagiati.  Ed infine i dati del 5 marzo, quando l’evoluzione dell’epidemia ha progressivamente prodotto molti meno contagiati giornalieri, fino a 126, un numero più limitato di morti, 29, e soprattutto un numero più elevato di guarigioni, 1487.

E molto interessante appare il fatto che nei totali, sulla destra della tabella, al momento del punto di svolta del 19 febbraio, su 62.031 contagiati ne erano guariti 10.337 e ne rimanevano da guarire 49.665, mentre ora su 67.592 ne sono guariti ben 41.956 e ne rimangono da guarire molti di meno: 22.695.

E vediamo anche qualche dato percentuale di bilancio su questa vicenda sia nell’Hubei che in tutta la Cina:

Cosa si vede? Che fino ad ora le percentuali di contagiati e di morti sono veramente minime, anche in relazione alla sola provincia dell’Hubei, di gran lunga fino ad ora il principale focolaio del mondo: 0,12% di contagiati e 0,005% di morti.
Se tutto andasse secondo quanto prevedibile dagli andamenti statistici attuali, alla fine dell’epidemia la provincia focolaio dell’Hubei avrà avuto circa 3.500 morti, pari allo 0,006% della sua popolazione. A meno di inattese riprese della virulenza dell’epidemia..

Vediamo ora se da questi dati possiamo trarre qualche considerazione che riguarda la situazione italiana.
Prima di tutto diciamo che nelle prossime settimane vedremo quando si raggiunge il picco, vale a dire il massimo di contagi giornalieri, quando questi cominciano a diminuire, e poi osservando quando si verifica il punto di svolta, quando i guariti giornalieri pareggeranno i contagiati, e poi finalmente quando i guariti giornalieri cominceranno ad essere sostanzialmente superiori ai nuovi contagi. E capiremo meglio le dimensioni del fenomeno che ci riguarda ed i suoi prevedibili tempi.

Andasse nella maniera peggiore, come nell’Hubei, cosa che al momento riteniamo alquanto remota, avremmo 3500 morti. In questa ipotesi ne potremmo avere anche di più, perché la percentuale di popolazione molto anziana italiana è superiore a quella cinese.
Sarebbe qualcosa di drammatico certamente, ma comunque non al di là di quello al quale siamo abituati ogni anno, anzi forse meno.
Infatti, secondo una stima del nostro Istituto Superiore di Sanità, ogni anno ci sono in Italia dagli 8 ai 12.000 morti per la normale influenza. Con tutto che i vaccini anti-influenzali ci sono e vengono usati da circa metà della popolazione anziana.

VEDI LE STIME DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’: https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2020/02/25/news/_influenza_8_mila_decessi_all_anno_ma_e_sbagliato_paragonarli_al_coronavirus_-249546412/

Quindi non andiamo in panico.

Aspettiamo serenamente che l’epidemia passi, rinviando svaghi, vacanze ed impegni laddove è possibile: non durerà per sempre. Sopportiamo il peso anche economico, delle conseguenze dell’epidemia con pazienza e fiducia.
E osserviamo le misure cautelari che vengono indicate, più che altro per salvaguardare gli anziani in peggiori condizioni fisiche: più si espande il virus più sono destinati a morirne.

Non facciamoci prendere da ansie e paure immotivate, che favoriscono una maggiore presa su di noi da parte dei vari poteri di manipolazione, che sfruttano questo virus per condizionare la nostra psiche, dirigendola verso pensieri e scelte a loro favorevoli:
● per chi vuole convincerci a prendere per paura più farmaci e vaccini, anche quando non servono e ci ammalano;
● per chi vuole renderci sempre più dipendenti dalle macchine, dall’elettronica, ed avvolgerci in una rete digitale disumanizzante e pericolosa per la salute;
● per chi vuole farci lavorare e studiare da soli, chiusi in una stanza, a contatto solo con una macchina, invece che nella meravigliosa esperienza di crescita della interazione umana con gli altri: gli insegnanti, i colleghi, i parenti, gli amici…

E allora noi adottiamo un atteggiamento di vera e propria RESISTENZA morale:
prima di tutto informiamoci bene, per sfuggire alle sirene portatrici di disastri dei media; e portiamo ancora più al centro della nostra vita e del nostro tempo i valori umani, gli scambi di bene tra individui, gli ideali elevati, il rapporto con la natura, lo sforzo creativo del Bene da fare ogni giorno.
Fare questo ogni giorno, proprio nonostante le continue aggressioni alla nostra psiche e ai nostri corpi, ci renderà interiormente molto più forti ed evoluti nella giusta direzione della coscienza.

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