Acqua pubblica? No: solo acqua e fango

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Acqua pubblica? No: solo acqua e fango

di Fausto Carotenuto

Completamente tradito il referendum. 

Dopo due anni dalla vittoria al referendum per l’acqua pubblica, a che punto stanno le cose?
Purtroppo è molto semplice la risposta: UN GRANDE IMBROGLIO.

Si proprio così.

Solo a Saracena, un paesino calabrese di 3900 abitani, si è realizzata l’acqua pubblica. Altri piccoli paesi che l’avevano già pubblica sono sotto attacco delle multinazionali che vogliono prendergliela…

E la pubblicizzazione dell’acqua di Napoli, sbandierata come il grande caso di pubblicizzazione, ha ormai acquisito le caratteristiche di un vero e proprio imbroglio ai movimenti e alla gente.

La società dell’acqua napoletana ARIN è stata pubblicizzata formalmente solo dopo enormi pressioni dei movimenti che avevano garantito l’elezione di De Magistris. Ma si è trattato ancora una volta di una trappola non risolutiva.

La società pubblica è stata creata tenendo lontano i movimenti dalla gestione e affidandola a professori dei soliti circuiti industrialisti. La nuova formazione si ritrova strangolata da un mare di debiti dovuti alla cattiva gestione (ad essere buoni) della societá privata precedente, ma soprattutto non ha mai ricevuto l’affidamento formale del servizio. Il che significa che nulla ne garantisce la sopravvivenza e quindi uno di questi giorni potrebbero escluderla dal servizio  facendone la classica “bad company” e lasciandole i debiti. Mentre il servizio – su pressioni di poteri europei e nazionali – verrebbe dato “pulito pulito” a qualche privato. Pronto da usare come strumento per spolpare la cittadinanza a favore dei soliti poteri.

Per impedire questo i movimenti chiedono ora con forza al sindaco che hanno fatto eleggere,  al prode e scorbutico “Giggino”, di far assegnare subito l’affidamento del servizio alla società pubblica, e quindi di “metterla in sicurezza”… Ma lui non risponde, e al comune dicono che ci stanno pensando… Molto rapidi di pensiero ed efficienti sono stati invece quando si è trattato di organizzare a Napoli la confindustriale Coppa America di vela…

Ci stanno pensando…

Ma a che stanno pensando?

Ci viene il sospetto che stiano pensando a come perdere tempo, a come spargere fumo, a come intorbidare le acque e rinviare, finché una qualche grande svendita dei beni dello stato ai privati internazionali – attesa dall’autunno da parte di Letta – non porterá anche alla svendita del servizio dell’acqua… E loro potranno dire che ci hanno provato a fare l’acqua pubblica, ma “ubi major…”. C’era l’emergenza, bisognava bloccare l’IMU, non aumentare l’IVA… e poi Letta, Napolitano, Draghi.. gli equilibri nazionali…

E quindi non sarebbe colpa loro l’ennesima presa in giro della cittadinanza.            

Se così fosse sarebbe proprio un grave imbroglio ai movimenti per l’acqua, al loro animatore Padre Zanotelli, alla gente di Napoli. E a tutto il grande movimento dei beni comuni italiano.

E allora acquisirebbero sostanza i gravi sospetti che gravano su questa amministrazione: troppo “delicata” e ossequiente con gli ambienti massonici, con troppi professori “esperti” dal ruolo ambiguo e prossimo alla grande industria, troppo influenzata da certi ambienti gesuitici.

E l’eroico sparasette ammazzaquattordici sindaco di Napoli?

Fino ad ora la principale vittima della sua azione sono stati proprio i movimenti che lo hanno eletto e che si sentono traditi… Saranno contenti gli amici dei suoi amici, come Leoluca Orlando dai noti mentori gesuiti (un altro che a Palermo dice che vuole pubblicizzare l’acqua e poi stranamente non lo fa…)… Saranno felici i grandi massoni napoletani, i grandi industriali dell’acqua che attendono sulla sponda del fiume che passi il cadavere dell’azienda dell’acqua napoletana per farne un gran boccone.

Tutte balle? Può darsi, Ma per smentire queste voci il sindaco De Magistris può fare rapidamente una cosa molto semplice: mettere in sicurezza la società pubblica facendo in modo che le venga formalizzato l’affidamento per 30 anni il servizio della distribuzione dell’acqua a Napoli.

Che ci vuole?

Per ora “inspiegabilmente” questo non avviene.

Qualcuno forse attende che una decisione superiore tolga le castagne dal fuoco, e faccia apparire vittime e innocenti i possibili collusi…

Ora ci domandiamo dove sono tutti quelli che hanno cavalcato i referendum per ottenere consensi… Li avete sentiti denunciare queste cose i vari Grillo, Di Pietro, Rodotà, Gabanelli, o i “bravi” professori massonici amiconi dei movimenti… Qualcuno li ha sentiti denunciare questo imbroglio a livello nazionale?
No, sono troppo presi a scegliere delle nuove onde di opinione pubblica da cavalcare… Da cavalcare quando portano voti, successo e prebende, ma da evitare quando  creano problemi con i poteri veri e intoccabili…
A palazzo San Giacomo pare ci stiano pensando…  Al Comune di Napoli è tutto un friggere di pensieri…
Produrranno finalmente la vera pubblicizzazione dell’acqua o solo qualche panzerotto omaggio da offrire ai grandi poteri?

Ma anche Letta, Caltagirone, i finanzieri e i professori del potere ci stanno pensando… A come sistemare l’acqua napoletana. E certo non con gli stessi pensieri della gente e di Alex Zanotelli…
Non facciamoci buggerare… Denunciamo queste manovre alle spalle dei movimenti e della gente…
Pensavate che l’acqua fosse ormai pubblica in Italia?

Semplicemente No.

Pensavate che ormai i cittadini pagassero l’acqua di meno? No la pagano quasi sempre di più, in molti casi è più che raddoppiata.

Ci hanno fregato. A meno che non facciamo qualcosa.

Cominciando col denunciare questi fatti.

 

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Acqua pubblica

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