A loro di noi non importa nulla
di Fausto Carotenuto
E’ solo un insulso gioco di potere alle nostre spalle.
Berlusconi viene giustamente condannato, ma solo perché ormai non serve più…
Minaccia fuoco e fiamme ma non se lo fila nessuno: lo vogliono fuori ora con la copertura della magistratura.
E allora lui, che teme egoistamente di perdere tutto – non solo il partito ma soprattutto le televisioni, i “dané” e la libertá – si agita. E come tutti i perdenti, più si agita più rischia di affondare nella melma. Proprio su questo contano i suoi nemici del fronte gesuita massonico.
Chiede ai suoi parlamentari di dare le dimissioni, sia pure in forma simbolica e priva di effetti pratici. Lui sa bene, per averli selezionati personalmente, che molti sono dei Giuda pronti al tradimento. E quasi puerilmente tenta di vincolarli ad una firma…. Letta che non vede l’ora di toglierselo di torno, invece di usare l’ultimo consiglio dei ministri utile per bloccare l’aumento dell’iva, congela l’attivitá di governo come rappresaglia contro la sceneggiata delle firme dei parlamentari pdl. Questo fornisce a Berlusconi l’occasione per far dimettere i suoi ministri, finalmente non per il golpe giudiziario e per i suoi personali motivi, ma perchè Letta lascia aumentare l’IVA, e lui “non vuole farsene complice”…
Che orribile teatrino sulle spalle degli italiani… Evidentemente è il duo Letta Napolitano che sta forzando. Se non avesse voluto forzare la mano avrebbe fatto approvare il blocco dell’iva incassando quello nel frattempo. Chiaramente il fronte gesuita massonico mira ad una crisi pilotata contando su una maggioranza senza Berlusconi. Vedremo se hanno fatto bene i conti.
E degli italiani, dei problemi del lavoro, delle tasse, delle situazioni difficili, dei suicidi… Importa qualcosa a qualcuno?
Ovviamente a nessuno dei due schieramenti partitici. Purtroppo però gli italiani sono costretti a occuparsi di loro, perché sono questi figuri che ci governano.
Ma ce ne occuperemo bene solo quando scenderemo in politica portando una nuova consapevolezza, senza affidarci né ai vecchi schemi di finta democrazia, né a nuovi dittatorelli agitapopolo, tutti parte dello stesso teatrino anti-coscienza.
Ci vorrá un po’, ma non importa, perché la crescita della coscienza ha i suoi tempi, che non si possono forzare. Perché richiedono esperienze e maturazioni significative.
Intanto guardiamo il teatrino senza rabbia e senza farci coinvolgere dal gioco superficiale delle finte fazioni. E lavoriamo sulla nostra coscienza individuale e di gruppo, per sapere e sperimentare come mettere veramente l’amore nelle azioni sociali.
(vedi anche il precedente articolo: https://coscienzeinrete.net/politica/item/1554-un-golpettino-per-non-condividere-più-il-potere )
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