Perchè i 5 Stelle stanno facendo di tutto per far crescere la Lega
di Enrico Carotenuto
Gli ultimi sondaggi elettorali danno Lega e Movimento sostanzialmente appaiati al 29%. Ciò significa che in soli sei mesi il Movimento ha perso il 3%, e la Lega ha guadagnato quasi il 12%. Numeri simili, normalmente, spingerebbero un partito teoricamente giovane e dinamico a prendere serie contromisure. Invece Di Maio&Co proseguono imperterriti nell’opera di demolizione controllata del loro stesso consenso, come dimostra il salto mortale avvitato sulla proroga dell’autocertificazione vaccinale.
Ma è solo l’ultimo di una sequela di dietrofront e tentennamenti dei 5 stelle, che stanno perdendo clamorosamente la guerra d’immagine con la Lega.
Mentre infatti Salvini ha fatto jackpot con scenate cosmetiche fermando l’ingresso di poche centinaia di migranti, dando l’idea al proprio bacino (e non solo) di essere uomo d’azione efficace e immediata, gli elettori di Di Maio si sono sentiti dire che la Tav andrà avanti, che l’obbligo vaccinale non si tocca, per non parlare degli F35, ecc.
Il primo 3%, quelli più attenti, se lo sono quindi giocato. Non hanno abboccato alla buffonata del ricalcolo dei vitalizi, che non cambia di una virgola la realtà economica del paese. Dei rimanenti ce ne sono molti che cominciano ad avere dubbi, ma pensano che occorra dare tempo al tempo e sperano che qualcosa di veramente buono verrà fuori. Speriamo, ma se il buon giorno si vede dal mattino…
Parrebbe quindi che i 5 Stelle stiano tentando di allargarsi nel “bacino perduto” del PD, ma è evidente che sia una strategia perdente, almeno nel corto-medio termine: se sono stati sbaragliati solo sei mesi fa, è perchè la gente non ne può più di partiti-zerbino delle lobby. E’ per questo che hanno votato per chi gli sembrava estraneo al giro.
Ed è per questo che la Lega sale vertiginosamente, perchè danno l’impressione di dare battaglia a lobbies e UE, anche se poi non fanno un gran chè. Altri sei mesi così e rischiano di andare al 40%.
Per il momento comunque, il governo dovrebbe restare stabile. Almeno fin quando non sarà stato completato il “rinnovamento” degli apparati burocratici statali, vera anima dello Stato. Una volta cambiati tutti i dirigenti cambiabili dei ministeri, della RAI e delle partecipate, allora questo governo probabilmente non avrà più motivo di essere.
Ma da qui ad allora i pentastellati dovranno inventarsi qualcosa di vero, se vorranno rimanere forza di governo. Già ora i numeri dicono che una coalizione di centrodestra prenderebbe oltre il 42% dei voti. Se il trend continuasse potrebbero avere la maggioranza assoluta. Perchè fare il Ministro dell’Interno, quando puoi fare il Primo Ministro?
Ma perchè questo andazzo?
Per trarre un senso da questa apparente inettitudine bisogna abbandonare lo scacchiere italiano e guardare quello continentale.
La modalità con cui la formazione del super-stato europeo è stata fatta procedere negli ultimi venti anni ha esaurito il suo corso. Il monoblocco gesuito-massonico (Draghi, Barroso, Juncker, Van Rompuy, ecc), la crisi economica volutamente creata e prolungata con politiche apparentemente suicide e/o predatorie hanno finito per creare grandi bacini di euroscetticismo che rischiano col tempo di far sembrare il monoblocco un po’ come è sembrato il PD agli elettori nostrani lo scorso marzo. Per questo gli scetticismi vanno incanalati e guidati, tenendo sempre a mente che la trasformazione della macroarea europea in stato unico è un passo fondamentale per la globalizzazione intesa come creazione dello stato mondiale. Quindi si sta passando da una fase “granitica” ad una di aperto “divide et impera” in cui l’euroscetticismo va affidato non solo a forze populiste, ma possibilmente a quelle più becere, così che quando oltrepasseranno le linee della decenza, e lo faranno, il rifugio sicuro sarà il vecchio e caro “più Europa!”.
Per questo scopo la Lega ha una marcia in più rispetto ai 5 Stelle, nonchè una certa affinità elettiva con i gruppi a cui è stato affidato l’euroscetticismo nel resto d’Europa.
Ovviamente nessuno (quasi) in entrambi i partiti si rende conto di ciò che succede. E’ un peccato, perchè una presa di coscienza da parte di Deputati e Senatori e militanti, soprattutto 5Stelle, potrebbe portare a cambiamenti realmente importanti non solo in Italia.
Comunque qualcosa sembrerebbe muoversi all’interno dei gruppi parlamentari pentastellati, primi cenni di dissenso con le vette imperscrutabili del partito. Sarebbe opportuno che sempre più parlamentari si rendano conto che in questo momento hanno in mano un potere che non avevano quando il Movimento era all’opposizione. Infatti, mentre prima i “dissidenti” venivano messi alla porta non appena accennavano a voler usare la propria testa, ora questa leva non esiste più: se i vertici cacciano via i pensanti, finiranno per non avere i numeri per governare. Cosa che i vertici vogliono evitare specialmente in questa fase in cui il rinnovamento degli apparati burocratici è ancora in atto. Speriamo quindi che chi è nella posizione, e ha il cervello e il cuore per fare qualcosa di buono, approfitti della situazione.
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