Sardegna, sono “solo” esercitazioni militari: caccia israeliani in volo nei cieli dell’isola“
Redazione
Altro che “esercitazioni”, la Sardegna sarà bombardata. Sull’isola è in programma una pioggia di bombe e missili nel prossimo autunno. Nella regione che ospita il 61 per cento delle servitù militari italiane e i tre più grandi poligoni d’Europa si addestreranno persino i mezzi dell’aeronautica militare israeliana. E il territorio ne paga tutte le conseguenze”
Nel silenzio generale nulla cambia e tutto va avanti come sempre. La Sardegna è un’isola militarizzata, non solo mare e spiagge da sogno come pensano tanti turisti mordi e fuggi. Il 61 per cento delle servitù militari italiane sono in Sardegna, i tre più grandi poligoni d’Europa sono in Sardegna.
Sull’isola è in programma una vera e pioggia di bombe e missili, anche israeliani, per il prossimo autunno. I dettagli già si sanno, ma il tema fa fatica a “passare” sui media nazionali. Solo i quotidiani locali seguono con più o meno attenzione questa vicenda che tanto incide sul presente e sul futuro dei sardi e della Sardegna.
Le attività sono già pianificate e riportate nel “Programma per il secondo semestre 2014” stilato dal ministero della Difesa. Saranno “esercitazioni”, termine che nasconde la realtà di un intero territorio che sarà letteralmente bombardato con le più moderne e tecnologiche armi. Da Quirra a Perdasdefogu, da Teulada a Capo Frasca fino a Macomer: poligoni e basi militari sia all’interno che sulle coste saranno teatro dal 21 settembre di esercitazioni e sperimentazioni a cui governo regionale e nazionale hanno dato l’ok.
Persino gli aerei dell’Iaf, l’aeronautica militare israeliana, voleranno su quella che per tanti italiani è solo l’isola delle vacanze. Come aveva raccontato qualche mese fa a Today.it il deputato Michele Piras l’occupazione militare ha causato problemi evidenti alle economie locali: da una parte ha causato una economia pressoché dipendente dalla presenza del poligono (si veda il caso di Perdasdefogu), dall’altra gli indicatori socioeconomici e demografici mostrano chiaramente una correlazione con lo spopolamento (comunque dovuto anche ad altri fattori) e con un livello di reddito pro capite nella maggior parte dei centro interessati decisamente inferiore alla media sarda. Se la questione della correlazione fra impatto ambientale ed alcune forme tumorali è ancora questione dibattuta, in un contesto peraltro nel quale le omissioni e gli insabbiamenti sono all’ordine del giorno, quella della contaminazione del territorio è chiara ed evidente”
“Ad esempio – dice Piras – le indagini ambientali condotte nel PISQ hanno portato a dichiarare contaminati 800 ettari di territorio (quelli a più alta attività). Una operazione di bonifica costerebbe decine di milioni di euro. E se molti escludono la presenza di uranio impoverito, i medesimi confermano la presenza oltre norma di una sostanza radioattiva (e pericolosissima) come il Torio 232 e di metalli pesanti in abbondanza. Del resto è difficile pensare che una attività come quella possa considerarsi eco-compatibile. In altri casi (come quello di Capo Frasca) in quasi 60 anni (tutti e tre i poligoni vennero istituiti nel 1956) non sono mai state condotte analisi ambientali né bonifiche di alcun tipo. E la coscienza ambientale del Paese negli anni ’60 non era certo quella attuale”.
Michela Murgia, scrittrice ed ex candidata alla presidenza della Regione, su Facebook non risparmia critiche a Francesco Pigliaru, l’attuale presidente della Regione, eletto con il partito democratico: “La giunta Pigliaru, accettando quest’assurdità criminale, conferma che il futuro che hanno in mente per la Sardegna è quello di restare teatro di prova degli armamenti che devastano le zone di guerra, con tanto di riproduzioni holliwoodiane di villaggi da bombardare nei test. Nessun’altra economia è possibile dove si testano armi”.
Sardegna, l’isola più militarizzata d’Europa
Il quotidiano l’Unione Sarda, in un articolo del 23 luglio, si è preso la briga di analizzare nel dettaglio il documento che elenca tutte le esercitazioni e sperimentazioni di cui sarà “vittima” il territorio sardo.
QUIRRA Nel Sarrabus e in Ogliastra ci sarà il lancio di missili Aster 30 da terra, che per settimane voleranno affiancati dagli Stinger e monitorati col sistema Skyguard. Gli stessi militari definiscono “hot”, calda, questa attività, che a ottobre verrà incrementata con i lanci di razzi “Spada”. Prevista anche una “ordinaria” azione di bombardamento dagli elicotteri. Nel 2013 a Quirra con i nomi Boeing 767, Waltar e la tedesca Ewitr sono andate in scena invece delle guerre elettroniche simulate.
TEULADA Nel poligono del Sulcis si assisterà a sgancio di bombe da aereo, tiri contro costa (dalle navi verso terra), scuola di tiro missili Tow, Panzerfaust e Milan (al centro delle polemiche, questi, perché armati con testate al torio) ma anche esercitazioni a fuoco di carri armati e di fucilieri. E per avere un’idea di cosa significhi questo programma basta leggere cosa è stato usato l’anno scorso e rendicontato quest’anno. Il territorio dovrà fare i conti con razzi Minolux, Medusa e Faar, proiettili, bombe a mano e “artifizi fumogeni”.
CAPO FRASCA Sulla costa occidentale voleranno persino gli aerei dell’Iaf, l’aeronautica militare israeliana per addestramenti vari. Verranno scaricati “artifici”da 6 chili a una tonnellata. Nei cieli anche Tornado, Amx, Mirage, F16 e altri caccia di varie nazioni alleate dell’Italia.
MACOMER Nel Poligono occasionale di S’Ena Ruggia la Brigata Sassari userà solo armi individuali e bombe a mano. Ma “solo” dodici giorni al mese.
Una cosa è certa: chi auspicava che con la nuova giunta di centrosinistra qualcosa sarebbe cambiato sul tema delle servitù militari in Sardegna, chi sperava che la battaglia contro le servitù militari potesse fare un salto di qualità, passando quindi dalla fase della denuncia e sensibilizzazione a una concreta pratica di governo, resterà deluso.
A Michele Piras avevamo chiesto quale fosse secondo lui il luogo simbolo della Sardegna militarizzata. “Un cartello – ci aveva risposto – che ogni bambino nella mia terra ha incontrato almeno una volta: “Zona militare. Limite invalicabile”. Sarà forse un sogno ma spero che mio figlio possa crescere con l’idea di chi ritiene valicabile ogni divieto d’accesso”.
Fonte: http://www.today.it/cronaca/servitu-militari-sardegna.html
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