Carne da cannone dell’Impero
Gli stranieri che vivono negli USA ci mettono anni a riaversi dallo shock dell’enfasi patriottica dell’Impero a stelle e strisce. Tourbillon di bandiere alle feste nazionali, inno nazionale cantato a squarciagola a ogni evento di rilevanza pubblica con l’immancabile mano sul cuore, retorica militarista con relativa mitologia del support our soldiers, e ierofania degli heroes.
di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine)
Ma questo solo finché i soldati combattono per la democrazia e la libertà e i veterans non creano problemi; altrimenti la prospettiva cambia integralmente.
Se i soldati si pongono delle domande scomode – senza parlare di quelli che spifferano segreti inpronunciabili, gli odiatissimi whistleblowers – e i veterani diventano un peso sociale la musica cambia repentinamente. I primi diventano d’un tratto dei traditori da deferire al tribunale militare e i secondi un argomento tabù.
Eppure qualche volta – nonostante le pressioni dell’establishment – le notizie riescono a passare le maglie della censura preventiva del media mainstream, tanto che anche canali proni al sistema devono – pur con imbarazzo – pubblicare a volte notizie davvero scomode.
Come quella – esplosa l’altroieri – che parla di almeno 40 veterani morti nell’inutile l’attesa di assistenza sanitaria presso il Phoenix Veterans Affairs Health Care System, in Colorado.
Molti di questi veterani – che hanno dato la loro migliore gioventù (e la salute) al servizio del proprio Paese – erano stati inseriti in una lista d’attesa segreta, come sostiene un rapporto della CNN[1].
La lista era gestita tramite uno “schema elaborato” attuato dalla dirigenza delle strutture sanitarie al fine di occultare il fatto che tra 1.400 e 1.600 veterani malati hanno dovuto attendere mesi per essere visitati da un medico. E oltretutto nella lista segreta – a tutto beneficio dei ficcanaso governativi – venivano indicati tempi brevi di attesa per gli appuntamenti.
Secondo Sam Foote, un medico recentemente pensionato del Phoenix Veterans Affairs Health Care System, quando i veterani richiedevano una visita medica, la loro richiesta veniva inserita nel computer dell’ospedale ma non salvata. Una schermata degli effettivi appuntamenti veniva stampata, allegata all’elenco segreto e successivamente eliminata, cancellando così ogni memoria degli appuntamenti.
“Così l’unico record del fatto che il veterano fosse mai stato lì per richiedere una cura era quella lista segreta” racconta Foote alla CNN.
Emblematica ad esempio la storia di Thomas Breen, un veterano della Marina di 71 anni, la cui famiglia aveva avuto difficoltà a ottenere un appuntamento di controllo dopo una visita di pronto soccorso a causa di sangue nelle urine. Nonostante una diagnosi di cancro e un documento che lo indicava come un caso urgente, la famiglia non è mai riuscita ad ottenere per lui un appuntamento.
La moglie racconta di aver chiamato tutti i giorni a partire da fine settembre 2013 fino a novembre. Ma Breen è morto il 30 novembre.
Ora due senatori repubblicani, l’inossidabile John McCain e Jeff Flake[2] hanno richiesto una interrogazione al Senato, ma sembra proprio la classica chiusura della stalla dopo la fuga dei buoi.
L’Impero esporta democrazia e libertà nel mondo e canta inni di gloria ai suoi eroi, ma della carne da cannone sopravvissuta, che gliene cale?
[1] http://www.cnn.com/2014/04/23/health/veterans-dying-health-care-delays/
[2] http://www.foxnews.com/politics/2014/04/24/senators-call-for-probe-into-va-hospital-deaths-allegedly-tied-to-delayed-care/
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