L’Italia è allagata, ma chi se ne frega…
di Enrico Carotenuto
Ogni autunno-inverno la stessa storia: piove.
Toh! Incredibile, no?
E ogni anno buttiamo miliardi per via dei danni delle alluvioni. Una perdita di vera ricchezza, spesso le persone perdono gli averi di una vita, le case che non hanno ancora finito di pagare, auto, frigoriferi, letti. Insomma, di tutto. Poi c’è la vera perdita: quella di vite.
Chi le compensa queste persone? Nessuno, dato che anche quelli che assicurano i propri averi, quasi mai vedono un assegno: le compagnie d’assicurazioni sono geniali nel creare postille scappatoia. Quindi spesso chi è assicurato, oltre al danno, si becca pure la beffa.
Ogni anno la stessa storia: piove, e ci si ritrova a parlare della mancanza di investimenti in prevenzione, dei mancati fondi per il dissesto idrogeologico, del governo ladro.
Ogni anno morti e distruzione, ma evidentemente nn ci basta, ne vogliamo di più. Eh si, perchè invece di spendere 1 per migliorare le cose, l’Italia spende 10 per fare più morti (f35) e più distruzione (TAV).
E poi ci sono i geni di turno, quelli che dicono che se non compriamo gli aeroplani, i cinesi avranno vita facile ad invaderci, o che non conteremo sullo scacchiere internazionale. Come se contassimo qualcosa. O come se la Svizzera non contasse. Quelli che “questi NoTav sono dei cretini, violenti, parassiti e drogati. Fanno bene a picchiarli, il paese deve andare avanti”. Quelli che “che mi frega? Io voto pinco pallino perchè mi ha promesso che assume mio figlio/che mi fa il condono edilizio/che mette una buona parola).
Forse è il caso di cominciare a pensare che per avere un governo decente occorra essere migliori noi.
Chi certe cose le afferra, deve impegnarsi a diffondere dei concetti e dei comportamenti migliori. Con le proprie parole, senza cadere nella rabbia e nell’antagonismo, senza cadere nelle stantie divisioni che ci hanno propinato, mantenendo la mente ed il cuore ben aperti. Ma non solo con le parole, anche con la coerenza dei comportamenti. Non si può protestare contro il mal governo, e poi andare ad elemosinare un favore dal viceusciere del ministero.
E’ ora di prenderci le nostre responsabilità. Gli altri, in fondo, non sono che il nostro specchio.
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