La svendita inutile
di Enrico Carotenuto
Venghino ssiore e siori, si affrettino! Cominciano i saldi, e saranno gli ultimi, o quasi!
Continua la becera solfa, la squallida svendita di tutto ciò che da potere al governo nazionale. Tutto ciò che poteva farlo contare ad un tavolo internazionale, tutto ciò che poteva dar fastidio ai rentiers d’oltralpe, teutonici e d’Albione.
Dobbiamo vendere per rientrare nei parametri del debito richiesti da Bruxelles, ci dicono.
Baggianate. Storielle per i gonzi.
Queste le parole di Saccomanni, qualche tempo fa, in merito all’idea di svendere Fincantieri, Eni, ecc: “Queste società sono redditizie e stanno fruttando dividendi a bilancio, pertanto dobbiamo valutare la possibilità di usare questo come collaterale nelle strategie di riduzione del debito”.
Ora, chiunque sappia fare due più due può vedere il palese errore di ragionamento, no?
Beh, è ovvio: se le aziende SONO REDDITIZIE, che le vendi a fare? Se rendono, STANNO GIA’ abbassando il debito. E lo fanno impiegando cittadini italiani, garantendo un minimo di lavoro ai nostri figli, e mantenendo il timone in mani italiane, di fatto fornendo allo stato una forza, un’arma, un peso politico assolutamente necessario a non farsi mettere i piedi in testa dall’ultimo dei tirapiedi della Merkel, o di Cameron.
Dobbiamo racimolare 12 miliardi?
Facilissimo: niente f35. Et voilà!
Ma perchè solo 12? Leviamo la TAV e facciamo 24!
Ma perchè 24? Buttiamo a mare il MES e facciamo 148!!!
Invece no, noi ci vendiamo le attività redditizie, e ci compriamo cose inutili. Come un padre di famiglia con 8 figli che si vende l’attività e si fa dare un prestito dalla banca per comprarsi una Ferrari.
Questo è quello che stanno facendo.
E ci dicono che così non pagheremo la seconda rata dell’IMU! Grazie Mr. Letta, come è umano lei!
Inoltre, la storia delle privatizzazioni in Italia, dimostra ampiamente che la vendita non ha alcuna influenza sul debito pubblico. Non vorranno mica dirmi che grazie alle privatizzazioni di Prodi, ora siamo senza debito? O che la situazione è migliore? I dati dicono l’opposto.
Ma è naturale, perchè la natura del debito non è quella, e non è neanche la corruzione o le mani bucate dei governi. Il debito nasce, ed è insanabile nel momento esatto in cui l’emissione del denaro è in mani private. Signoraggio e anatocismo. Questa è la natura del debito. Il resto sono baggianate, date al popolino e discusse da “professori” che, quando non sono semplicemente fessi, sono indottrinati, o pagati.
E quindi: a che servono le privatizzazioni? A mettere tutto nelle mani dei conglomerati e delle banche. Fuori dalla portata di influenze per “loro” nefaste, quegli enormi fastidi, tipo l’influenza dei cittadini sulle scelte politiche.
Eh no, cari signori. Non si può fare un super stato decente, se i cittadini hanno voce in capitolo.
E come si toglie voce ai cittadini? Togliendo ogni residuo di potere economico.
Vuoi mangiare? Zitto e obbedisci. Vai a lavorare per mangiarti gli ogm che sono di Monsanto, e non rompere. I semi non sono i tuoi, sono i loro.
Vuoi bere? Zitto e obbedisci. Vai a lavorare per poterti comprare l’acqua della Nestlè, o di Veolia, e non rompere. L’acqua non è la tua, non è un diritto.
Tu, cittadino, non puoi permetterti d’influenzare le scelte dei poteri oscuri, votando per qualcuno che abbia effettivamente qualcosa a disposizione per contrattare.
Quindi lo stato non deve avere nulla a disposizione per competere con gli strapoteri economici. Di conseguenza, chiunque abbia velleità politiche, per contare qualcosa, dovrà dipendere dall’alto, non certo dal basso.
Questo piano va avanti da molto tempo. In Italia l’accelerazione verso il superstato è partita con l’assassinio di Moro e l’arresto pretestuoso e quasi contemporaneo di Baffi, l’allora direttore della Banca d’Italia. Guardacaso entrambi contrari allo SME (il proto-Euro). Con l’insediamento di Ciampi, che cambiò le regole e fu di fatto l’artefice dell’esplosione del debito pubblico negli anni 80 (erroneamente addebitata ai socialisti). Per premio fu fatto Presidente della Repubblica.
Negli anni novanta fu Prodi il paladino delle privatizzazioni e, tu guarda le coincidenze, dell’Euro.
Notare che anche lui, come Monti, e Letta, fosse un signor nessuno che improvvisamente DOVEVA fare il primo ministro. Un signor nessuno proveniente dagli ambienti gesuito-massonici mondialisti.
Com’è che diceva Prodi? “Con l’euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se lavorassimo un giorno in più“! E qui non può che scapparci una risata amara. Che malefico buontempone!
Diceva così sapendo perfettamente che levava allo stato italiano il grandissimo potere della gestione monetaria. Così come Monti e gli altri sanno benissimo che con gli altri trattati (e il fiscal compact a mo’ di lapide) hanno dato via anche la gestione fiscale. Per chi non lo sapesse, uno stato che non può gestire la moneta, o la fiscalità, è solo un teatrino, una bufala, un mucchio di dipendenti da chi questi poteri li ha.
A vent’anni di distanza, siamo sempre sulla stessa giostra, con uno stato sempre più impotente, e con un’economia pubblica che pur generando profitti, è sempre più svenduta.
E ci dicono sempre le stesse balle. Ora non si chiamano Prodi e Ciampi, si chiamano Letta, Monti, Napolitano, Saccomanni, Draghi…ma sono sempre gli stessi dipendenti: cambiano i servi, ma non i padroni.
E i padroni non siamo noi. E più vendono la roba nostra, e meno lo siamo.
E ci tengono buoni e distratti: per i più fomentati c’è Grillo a fare da contenitore, per i più moderati ora c’è Renzi.
Quanto m’intristisce vedere persone che vanno in giro dicendo: “speriamo che Renzi cambi tutto”.
Quando capiremo che non ci si può aspettare niente di diverso dalle persone che emergono dagli stessi circuiti?
Quando capiremo che se tutti saltano su un carro, media, politici, ecc, significa solo che è un modo nuovo di prenderci in giro? Una faccia diversa da dare in pasto ai gonzi?
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