Se Washington piange, Londra non ride
di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine e Altrainformazione)
Come volevasi dimostrare.
Edward Snowden è stato incriminato per spionaggio e furto di documenti riservati di proprietà del governo americano.
Un tribunale della Virginia – dove ha seda la società per cui lavorava Snowden, la Booz Allen Hamilton – ha presentato una denuncia penale e Washington ha chiesto a Hong Kong di arrestare il whistleblower. Lo rivela oggi il Washington Post[1] citando una fonte governativa anonima.
Una funzionaria del dipartimento di giustizia interpellata in proposito si è rifiutata di commentare la notizia.
Com’era prevedibile, era solo questione di tempo prima che il governo americano perseguisse una delle peggiori fughe di notizie riservate della storia USA, soprattutto in considerazione del fatto che l’amministrazione Obama è stata la più impegnata a perseguire i whistleblower, ordinando più investigazioni di qualsiasi altra amministrazione precedente.
Obama, infatti, può vantare ben sei rinvii a giudizio sulla base dell’Espionage Act del 1917 su nove totali. In cento anni di storia tre casi e il presidente Nobel per la pace ben sei casi in soli quattro anni; un vero campione della libertà!
Forse il Change era questo allora…
Il Potere può spiare chiunque e dovunque, ma guai a spiare gli spioni e tanto meno a svelare le loro trame.
La privacy è monodirezionale. Quella delle istituzioni deve essere assoluta, quella della gente è solo una foglia di fico.
Ricorda un po’ il Marchese del Grillo: io sono io e voi non siete un….
Ma tant’è, questo è il bello della democrazia, dove tutti comandano tranne che il demos, il popolo.
Ah già, ma c’è la questione della sicurezza nazionale, dimenticavo; il nuovo totem che mette a tacere chiunque.
Con questa incriminazione adesso Washington può legalmente richiedere alle autorità di Hong Kong l’arresto di Snowden; tra l’altro va notato che tra gli USA e l’ex colonia britannica vige un accordo di estradizione. Ci sono 60 giorni di tempo per formalizzare il rinvio a giudizio.
A questo punto ci sono vari scenari che possono aprirsi nei prossimi giorni.
La possibilità per il giovane Edward di chiedere asilo politico a Hong Kong o alla Cina o, come alcune voci riportano, all’Islanda; un imprenditore collegato a Wikileaks, Olafur Sigurvinsson, avrebbe messo a disposizione un aereo per portare Snowden in Islanda appena ottenuto l’ok dal governo del Paese europeo.
Mentre è altamente improbabile che Pechino voglia prendersi questa patata bollente – ha ben più necessità di Washington che di Snowden – resta Hong Kong dove Snowden può legalmente restare solo 90 giorni con il suo visto turistico di entrata, dopo di che diventerebbe illegale e l’estradizione sarebbe automatica. A meno che non chieda asilo politico, ma la questione è alquanto controversa.
Resta l’Islanda o magari qualche altro piccolo Stato come l’Ecuador, che ha fatto della politica di resistenza alla prepotenza nordamericana la propria bandiera. Vedremo.
Nel frattempo è partita la seconda ondata di rivelazioni, che questa volta mettono in difficoltà il Regno Unito. È la volta di Tempora, una capillare sorveglianza tramite cavi di fibre ottiche degli spioni britannici in atto da un anno e mezzo sulla navigazione internet con lo storico di tutti gli accessi al web, alle email, ai post sui social network, oltre a Skype e naturalmente alle telefonate. Tutte le informazioni raccolte e analizzate sono state puntualmente condivise dalla GCHQ (Government Communications Headquarters) inglesecon la Nsa americana. Secondo le rivelazioni di Snowden, oggi pubblicate dal Guardian[2], la GCHQ è in grado di intercettare un numero addirittura superiore di comunicazioni private rispetto alla NSA; intercettando 200 cavi di fibre ottiche può monitorare fino a 600 milioni di comunicazioni al giorno. Per due miliardi di utenti web in tutto il mondo Tempora rappresenta un accesso alla nostra vita quotidiana, intercettando ogni nostra forma di comunicazione. L’operazione ha coinvolto segretamente un gran numero di compagnie internet e telefoniche private che vengono definite nei documenti rivelati da Snowden ‘partner di intercettazione’. Alcune di loro hanno ricevuto compensi per la loro collaborazione ma tutte sono state obbligate a collaborare e tenute al mantenimento del segreto su tutta l’operazione.
Naturalmente sia il GCHQ che Downing Street interpellati hanno risposto con un secco ‘no comment’.
Insomma se Sparta piange, Atene non ride.
Infine c’è da registrare un appello trasmesso dalla Fox – il più smaccatamente reazionario e forcaiolo canale televisivo a stelle e strisce – in cui Lon, il padre di Edward, scongiura il figlio di non macchiarsi di ‘tradimento’ nei confronti del suo Paese.
“Io spero, prego e chiedo che tu non riveli alcun segreto che possa costituire un tradimento[3]” chiedendo altresì al figlio di mettersi a disposizione della giustizia.
“Ho fiducia nel nostro sistema giudiziario: preferirei sapere mio figlio prigioniero negli Stati Uniti piuttosto che saperlo uomo libero in un Paese che non ha i nostri standard di libertà”.
Perbacco, davvero un bell’esempio di libertà e di patriottismo!
Per tornare a Sparta, proprio come le madri degli opliti che pregavano di veder ritornare i figli morti sugli scudi piuttosto che saperli dei traditori.
[2] http://www.guardian.co.uk/uk/2013/jun/21/gchq-cables-secret-world-communications-nsa
[3] http://www.bbc.co.uk/news/world-us-canada-22952011
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