Presenza insolita del padiglione della Santa Sede alla 55ma Biennale Arte di Venezia
Paola Lo Sciuto
Il Vaticano quest’anno è presente con un padiglione tutto suo, e cerca di comunicare attraverso i linguaggio dell’ arte contemporanea a fedeli e non, commissionando opere che parlino di spiritualità.
É la prima volta nella storia della Biennale di Venezia che il Vaticano si presenti ufficialmente al pubblico dell’arte contemporanea con delle opere espressamente commissionate. L’arduo progetto che ha per titolo “In Principio” è stato scelto dal commissario, il Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che, in linea con gli intenti del Dicastero di incentivare il dialogo con la cultura contemporanea, ha ideato e promosso questa novità assoluta.
(Vedi anche la pag.: Conferenza Stampa partecipazione della Santa Sede).
L’incipit, coordinato dal curatore del Padiglione Prof. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, è la Genesi e i suoi primi undici capitoli. Da questi sono stati identificati tre nuclei tematici, e commissionate ad altrettanti artisti, (come ai tempi d’oro) delle opere d’arte visiva.
La Creazione è stata affidata a Studio Azzurro. Attraverso un utilizzo ormai consolidato di media interattivi, lo storico gruppo milanese ha presentato un’installazione che vede l’uomo in posizione centrale e stimola l’osservatore a un movimento fisico-sensoriale e mentale, nello spazio circostante e nella memoria collettiva e individuale.
Per la De-Creazione è stato scelto il fotografo ceco Josef Koudelka: la potenza delle sue fotografie panoramiche in bianco e nero racconta la contrapposizione dell’uomo al mondo e alle sue leggi, morali e naturali, e la distruzione materiale derivante dalla perdita di senso etico.
La speranza insita nella Ri-Creazione trova espressione nella specificità dell’arte di Lawrence Carroll. La sua capacità di ridare vita ai materiali di recupero, trasfigurandoli attraverso processi di ripensamento e rigenerazione, apre contro ogni previsione nuove possibilità di coesistenza tra dimensioni all’apparenza estranee come fragilità e monumentalità.
Il Vaticano ci tiene a far sapere che i costi di questa operazione sono stati totalmente sostenuti dagli Sponsors, particolarmente da ENI e Intesa SanPaolo.
Qui vi proponiamo una intervista a Paolao Rosa del gruppo Studio Azzurro impegnato sin dai primi anni ottanta a sperimentare il linguaggio artistico attraverso installazioni di video arte soprattutto interattiva.
http://www.undo.net/it/my/55biennalevenezia/221/556
Paolo Rosa, parla di un elemento spirituale che non ha nulla a che vedere con il religioso, e di un progetto che rilancia la relazione dell’arte con la committenza.
L’Intervista è di Massimo Marchetti, il montaggio di Eva Frapiccini.
Ci piacerebbe sapere dal pubblico se le opere realizzate riescono a trasmettere il loro intento visto che l’arte contemporanea ha abbandonato lo spirito per principio, dedicandosi totalmente e soltanto alla materia.
La scelta di Josef Koudelka ci sembra però molto oculata. Koudelka lo conosciamo come un fotografo straordinario e commovente per la sua incredibile capacità di rendere sacro l’umano.
(L’esposizione curata dal vaticano, è stata interamente sponsorizzata da ENI, cioè noi, e da BNL. NDR)