La marina russa arriva in Siria per fare “esercitazioni”
di Enrico Carotenuto
Alla Russia non va più bene che governi neutrali o alleati vengano rimpiazzati dai governi dei Fratelli Mussulmani. Ma qual’è la differenza tra Libia, Tunisia, ed Egitto da una parte, e Siria dall’altra? Nel caso specifico della Siria, c’è da salvaguardare l’unica base navale russa rimasta nel Mediterraneo, per l’appunto quella di Tartus, impedire il completarsi dell’accerchiamento statunitense al territorio russo, e proteggere le vite di migliaia di cittadini russi che lavorano in Siria. Oltre, ovviamente, ad un prezioso alleato e compratore d’armi.
Per questo motivo Putin ha inviato navi da tre flotte (Baltico-Mare del Nord e Pacifico) a fare “esercitazioni” congiunte con la marina siriana.
La flotta comprende portaerei, fregate, mezzi da sbarco, insomma: tutto quello che serve per reagire immediatamente ad un’invasione via terra e serve come segnale forte anche per evitare l’istituzione di una no-fly-zone sulla Siria. Infatti in questi giorni le truppe NATO (leggi: USA) stanno istallando batterie su batterie di missili Patriot al confine turco. I russi faranno esercitazioni di trasporto attrezzature, tecniche anti sottomarino, e di tiro. I siriani sostengo però che i i russi sono li anche per rifornire l’esercito regolare di 150 carrarmati, per sostituire quelli andati persi fin ora, e missili anti-nave.
Questa sembra essere la risposta all’ammassamento di truppe NATO in Giordania e Turchia presso i confini siriani. In Giordania infatti sembra esserci molto fermento negli ultimi giorni, con rapporti di gran viavai di truppe che non parlano arabo. Tanto che il presidente siriano Al-Bashar si è rifugiato, insieme alla sua famiglia, su una nave da guerra scortata dalla marina russa.
Come abbiamo visto nelle recenti guerre della NATO, l’istituzione di una no-fly-zone praticamente determina la sconfitta dei regimi attaccati, in quanto non più in grado di utilizzare la superiorità aerea. Abbiamo anche visto come un no-fly-zone non sia altro che la consegna dei cieli nelle mani delle truppe NATO, che iniziano immediatamente a bombardare. Così è successo in Libia e Tunisia.
Certo, Putin non fa questo perchè è buono, ne è certo che Al-Bashar sia al sicuro. Troppe volte i russi e gli americani sono stati compagni di merende, e magari si metteranno d’accordo: questo sfoggio di potenza potrebbe non essere altro che la carta che Putin si gioca per avere una fetta più grossa di chissà quale torta.
Se vuoi saperne di più sui reali motivi della “primavera araba”, sui motivi per le guerre in Siria, Egitto, Libia e Tunisia, leggi:
https://coscienzeinrete.net/politica/item/1004-ultime-dal-fronte-islamico%E2%80%A6
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