La presenza di un “Santo Nobel” fa sempre un bell’effetto!
Redazione
La presenza di premi Nobel è fortissima nelle strutture dei Club Mondialisti, in particolare dei Nobel per la Pace. Un Nobel per la Pace porta con sé una autorità morale che rafforza il peso delle iniziative dei club. Aiuta la gente a fidarsi, a partecipare. “Se c’è anche un Nobel per la Pace, possiamo fidarci…” In qualche modo aiuta a spegnere un po’ il cervello e ad attenuare il senso critico, in favore di un fiducioso affidamento.
Ma noi ci domandiamo: è affidabile sempre una persona in quanto Nobel, ed in particolare Nobel per la Pace?
Se guardiamo ad alcuni Nobel non è così. Non può essere così. Facciamo degli esempi, come il Nobel assegnato ad un personaggio come Kissinger, il Machiavelli americano. Un professore della università gesuita di Georgetown, assistente dell’ambiguo Nixon, vicino ad ambienti piduisti, arrivato a minacciare Aldo Moro poco prima del rapimento (testimonianza della famiglia di Moro) e a combinarne di cotte e di crude su vari piani internazionali. E non per la pace, ma per l’affermazione mondiale della potenza politico-militare americana.
O anche di recente il Nobel assegnato ad Obama prima che facesse qualsiasi pace… sulla fiducia. Appena eletto presidente, come a dargli una credibilità ancora per nulla guadagnata sul campo. Un Obama che poi non ha fatto alcuna pace, ma solo qualche altro intervento militare, come quello in Libia. Che non ha chiuso Guantanamo e non ha ritirato le truppe dall’Afghanistan. Dove ogni giorno muoiono innocenti come “vittime collaterali”.
O il Nobel assegnato a Gorbachev, per aver facilitato non la pace, ma un vero e proprio colpo di stato che ha sostituito il PCUS con il KGB, che poi si è privatamente impossessato dell’economia e del potere sovietico.
Se si guarda la storia del Nobel si scoprono cose interessanti e pubbliche, come ad esempio il fatto che diverse organizzazioni legate al mondialismo lo hanno ricevuto.
Ultima l’Unione Europea, che è una forzatura di superstato regionale (tappa per arrivare al superstato mondiale), e che, grazie ad una crisi finanziaria ben manovrata, si appresta a diventare una artificiosa costruzione alla quale tutte le nazioni europee stanno cedendo sovranità. E che già appare come un non rassicurante superstato orwelliano, capace di imporsi come e quando vuole agli interessi – anche legittimi – degli stati nazionali.
Ma anche tante organizzazioni connesse all’ONU sono state premiate con il Nobel per la Pace, e le Nazioni Unite sono il posto di massima concentrazione di funzionari e lobbies mondialiste.
Se ci si pensa bene, questo premio corrisponde alla antica “santificazione”. Si mettono sugli altari laici del Nobel persone ancora vive, in modo da poterle adoperare per fini propagandistici e per accreditare certe tesi e certe organizzazioni di manipolazione.
Naturalmente per farlo bene occorre che una parte importante dei Nobel vada a persone che veramente si muovono per il bene. E meritano un alto riconoscimento. Così, mischiati fra loro, si “santificano” altri che non lo meritano affatto, ma che da quel momento diventano fonti di accreditamento di iniziative e organizzazioni di manipolazione.
Ancora una volta secondo l’antico modello della Chiesa: per fare dei santi finti, da utilizzare per motivi di potere, servono anche santi veri. Perché tutti pensino che la “santificazione” sia sempre una cosa vera.
E così per rafforzare il potere dell’Opus Dei si è potuto fare santo un uomo di potere e molto vicino ai torturatori franchisti spagnoli, come Escrivà de Balaguer. E questo funziona abbastanza solo perché nella chiesa sono stati fatti santi anche quelli veri come San Francesco…
Questa tendenza manipolatoria dei Nobel è nella sua stessa origine.
Il signor Nobel non era un filantropo, ma un industriale, padrone di una delle principali fabbriche di armi e di morte europee, la Bofors.
Era poi un grande inventore di esplosivi, compresa la dinamite. Un vero genio delle bombe. E per finire, come molti personaggi ora vicini ai Club mondialisti e a questo mondo del potere, era un ricchissimo petroliere, con vasti giacimenti sulle sponde del Mar Caspio, insieme a famiglie come i Rockefeller ed altri.
Un giorno a Parigi si sparse la voce che era morto, ma era un errore, perché era morto il fratello. Qualche giornale pensò fosse morto lui, ed uscì con un articolo nel quale scriveva molto male di questo riccone senza cuore che era morto lasciando solo disastri. Ed allora lui, punto da amor proprio, istituì la Fondazione Nobel, perché desse premi in suo nome e fosse ricordato come un grande della Terra. Da cotanta autorità morale discende la Fondazione Nobel… Parte con una manipolazione della verità.
Quindi, quando vediamo iniziative con la presenza di premi Nobel, non ci facciamo imbrogliare dai “titoli di santificazione”. Ma guardiamo alla sostanza di quello che ci stanno proponendo e di chi ce lo propone.
Non ci possiamo fidare al buio.
Anzi, se ci devono dire una cosa vera e seria, se ci devono proporre qualcosa di importante, che bisogno c’è della sponsorizzazione di un santo nobel? Sarà per farci impressione? Ne fanno i testimonial di una sorta di campagna di condizionamento delle masse, come si fa in quelle tecniche pubblicitarie nelle quali i loro uomini delle multinazionali sono tanto esperti?
Estratto ed adattato dal dossier “I Club Mondialisti e il Risveglio della Coscienza”
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