Verso una visione spirituale dell’acqua
Redazione
In varie parti del mondo, i movimenti per l’acqua pubblica, ed i popoli, che in maggioranza si esprimono contro le privatizzazioni, vengono messi a tacere, o si temporeggia eternamente, magari in attesa di una qualche “emergenza” che “costringa” ad andare contro la volontà popolare. La democrazia esiste? Un articolo dell’avvocato Consiglia Gianniello.
Nella regione boliviana di Cochabamba, nel 2000, il Governo ha venduto l’acqua della pioggia a una multinazionale californiana e solo un’insurrezione popolare ha impedito che venisse portato a compimento questo crimine di Stato. Si proprio così, sembra paradossale, ma ai cittadini era stato vietato di raccogliere l’acqua che cade dal cielo quando piove! Quella che seguì fu una vera e propria guerra civile, in cui persero la vita dei cittadini. Sulla scia di quanto accaduto a Cochabamba, in Uruguay, si è tenuto, nel 2004, il primo referendum al mondo sul tema dell’acqua, che ha portato all’introduzione nella Costituzione uruguayana del principio che riconosce l’acqua come risorsa essenziale per la vita e l’acceso all’acqua potabile e ai servizi a essa collegati come diritti umani fondamentali.
In Colombia, nel 2007, è stata presentata una proposta di modifica costituzionale da far votare al popolo colombiano attraverso un referendum, ma il Congresso della Repubblica l’ha archiviata! In Italia, il referendum si è tenuto l’anno scorso, ma a oggi la volontà manifestata da 27 milioni di cittadini, che hanno detto no alla privatizzazione dell’acqua, non è stata rispettata. Eppure, in Colombia, come in Bolivia, in Uruguay e in Italia, vigono governi democratici! O la democrazia è solo un simulacro e la legge uno strumento al servizio dei potentati economico-finanziari?
Dopo l’acqua, a cos’altro ci chiederanno di rinunciare? Dovremo pagare anche per l’aria che respiriamo? Ma come siamo arrivati a questo punto?
Nella cultura andina e in quella colombiana del popolo U’wa, le sorgenti, i laghi, i fiumi e il mare sono luoghi sacri. L’acqua è considerata un essere vivo che genera vita e la natura come un tutto di cui uomini e divinità fanno parte. Il popolo U’wa, in Colombia, ogni anno celebra rituali per mantenere l’equilibrio della natura sul piano fisico e cosmologico e ogni famiglia ha la sua riserva d’acqua di cui si prende cura e difende da ogni contaminazione.
Nella cultura materialista, che considera ogni cosa come merce da cui trarre profitto, l’acqua ha perso la sua sacralità e da bene essenziale per la vita è diventata un bene di consumo da cui trarre profitto. Non è casuale se non si parla più di acqua, ma di risorse idriche!
E’ questo il motivo per cui un’idea assurda e inconcepibile come quella di vendere l’acqua viene portata avanti dal nostro governo e dai governi di tutto il mondo! Se si andrà avanti per questa strada, sarà nelle mani di pochi il potere di decidere come e a chi consentire l’acceso all’acqua! La disponibilità di questo bene dipenderà dai padroni dell’acqua!
Ma le cose stanno cambiando. I referendum ne sono una prova. Uomini e donne di tutto il mondo si stanno risvegliando e stanno recuperando la visione spirituale della vita e del rapporto profondo che lega l’uomo e la natura. L’acqua è il filo conduttore che unisce popoli e culture diverse.
E’ per questo che qualche anno fa, prima del referendum, i movimenti per l’acqua, hanno chiesto alla guida spirituale del popolo U’wa di venire nel nostro paese per visitare la nostra Terra. La guida spirituale si è recata sulle montagne del Trentino e ha dialogato con loro per ottenere il favore degli spiriti della Terra.
Dopo qualche giorno, la vittoria è arrivata!