Breivik sano di mente… E l’anima come sta?
di Fausto Carotenuto
Chi ha commesso la strage? Chi sorride dietro questo viso?
Per la giustizia norvegese è lo stragista Breivik, che è stato dichiarato sano di mente, quindi responsabile dei suoi atti, e condannato alla pena di 21 anni di prigione. Per qualcuno la pena per aver ucciso 77 ragazze e ragazzi è troppo mite.
Può darsi… Ma poi bisognerebbe fare un discorso più ampio per verificare se la prigione serve, a che serve. Com’è o dovrebbe essere. Se deve esserci, ecc…
Altro argomento da approfondire sarebbe: è stato il gesto di una persona o fa parte di una strategia terroristica o occulta più ampia?
Certamente c’è qualcosa che va bel al di là della “mente” del povero Breivik.
Ora facciamo solo qualche osservazione, un po’ fuori dal coro.
La mente di un criminale spesso funziona benissimo. Non è quello il problema.
Il problema è perché qualcuno commette dei crimini, anche efferrati, come una strage. Questo non ha a che fare con la mente, che la nostra cultura assimila al cervello, e che è solamente una specie di computer sofisticato meccanico-vitale. O come direbbe qualcuno eterico-fisico.
Ma a che fare con chi fa della mente il proprio strumento: l’anima, la psiche. Che è il mondo intimo dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti, dei nostri impulsi ad agire. E che a sua volta è strumento di un io, del nostro spirito che adopera la psiche ed il corpo per fare le esperienze che lo fanno evolvere creativamente.
Se, come nel caso di Breivik, un’anima riesce a odiare in modo così forte e disumano, a concepire un progetto così’ criminoso e trovare le enormi forze necessarie ad e attuarlo, in quali condizioni è? Di questo elemento fondamentale la giustizia materialista non riesce ancora a tenere conto.
La salute di un’anima deriva dalle quantità di amore e di consapevolezza che riesce a convogliare nei propri pensieri e nelle proprie azioni. Se per una serie di forti condizionamenti, interiori ed esterni, questo non avviene o avviene troppo poco, l’anima si ammala e asservisce il corpo alle proprie deformazioni.
Ed un’anima ammalata per mancanza di amore e consapevolezza non funziona più come strumento valido del proprio io, del proprio spirito. Ma non rimane priva di guida: è comunque strumento di un qualche spirito, di un qualche io… Magari esterno. Che veramente, in questo caso, sa perché ha voluto e fatto la strage. L’anima malata di Breivik, la sua mente ed il suo corpo molto probabilmente no. Loro, come direbbe il Cristo sulla croce, “non sanno quello che fanno”.
I giudici norvegesi chi avevano di fronte? Quale era l’io o “gli” io che si affacciavano nel sorrisetto indotto dall’anima sul viso di Breivik che ascoltava la sentenza?
Un giorno ci porremo il tema non tanto di rinchiudere qualcuno per i crimini che ha commesso, ma di come ridare salute, amore, consapevolezza, indipendenza e libertà ad un’anima-psiche che li ha perduti. Perché torni ad essere il valido strumento di un libero spirito in evoluzione. E perché certi spiriti non abbiano più a disposizione strumenti pericolosamente malati e inconsapevoli per spargere morte, terrore, paura, schiavitù…