L’agenzia Reuters conferma che Google e Facebook stanno rilasciando alle autorità i dati in loro possesso sugli spostamenti delle persone in 131 paesi.
Tali rapporti mostrano grafici che confrontano le visite nelle ultime settimane a stazioni della metropolitana, treni e autobus, negozi di alimentari e altre grandi categorie di luoghi, con un periodo di cinque settimane all’inizio di quest’anno.
Le società in questione sostengono che i dati siano anonimi, ma hanno rifiutato di rispondere a domande su eventuali richieste di dati più specifici fatte attraverso canali legali e/o statali.
I dati nei rapporti di Google provengono dagli utenti che hanno abilitato la funzione “Cronologia delle posizioni” di Google sui loro dispositivi.
Cina, Singapore, Corea del Sud e altri paesi hanno chiesto ai residenti di utilizzare app e altre tecnologie per monitorare la loro aderenza alle quarantene.
Gli attivisti della privacy sostengono giustamente che tali misure possono compromettere le libertà individuali.
La “task force tecnologica” appena varata dal nostro governo sta andando nella stessa identica direzione.