Vecchi amici
di Enrico Carotenuto
Come sono teneri, questi due vecchietti. In genere uno intervista l’altro, e da grande giornalista qual’è, evita sempre di fargli delle domande di qualunque reale conseguenza, e mentre fanno la pantomima, si danno del tu, e si dicono quanto sono buoni e liberali e di sinistra. In questi tempi internettiani, lo spettacolo offerto, potrebbe esere commentato con l’acronimo LOL! (Significa, per chi non lo sapesse, “Laughing Out Loud”: sto ridendo forte)
Ironicamente, o forse no, uno è il fondatore di “Repubblica”, l’altro è il presidente della Repubblica.
Ovviamente, quando il giornalista parla del presidente, sorvola sempre sulla sua gioventù, e beh, è ovvio, dopo la guerra hanno fatto come milioni d’italiani, sono stati colti da amnesia fulminante e definitiva, e si sono scordati chi erano e che facevano fino al giorno prima. Quindi, perchè fare ad altri domande che non vorresti fatte a te? Non sarebbe da buoni cristiani…
Comunque, queste due espressioni del regime, hanno servito bene e a lungo chi mena le danze, tanto da essere ancora, in tarda età, difficilmente sostituibili.
Poverini: condannati a vita ai lavori forzati. Invece di godersi un po’ di vecchiaia in santa pace, dovranno stare li a sgobbare finchè il cielo misericordioso se li prenderà.
Addirittura, il povero presidente della Repubblica, chiamato ad un secondo mandato senza precedenti.
Un secondo mandato, che ha visto la nascita immediata del governo Letta, il governo dell’Europa o morte! Anzi, dell’Europa E morte, perchè QUESTA Europa significa la morte della democrazia.
Per chi pensa che questi due vecchietti non contino molto, poniamo l’accento su una cenetta svoltasi un paio di mesi fa, a casa del prode giornalista “liberale”.
Eccone un resoconto:
“La quieta e romantica piazza della Minerva, nel cuore di Roma, venerdì sera era insolitamente affollata. Ma non di turisti. A meno che non ne sia nata una nuova specie amante dei palazzi privati anziché dei monumenti. In realtà uno dei palazzi affacciati sulla piazza è l’abitazione di un monumento, non dell’arte bensì del giornalismo italiano: Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica.
Chi era alla finestra, venerdì scorso, ha notato che davanti alla sua abitazione ha sostato a lungo una “comitiva”. Probabilmente poliziotti in borghese, in attesa di tre auto blu. I passeggeri che ne sono scesi erano rispettivamente il presidente del Consiglio Enrico Letta, il governatore della Banca centrale europea Mario Draghi e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Una cena davvero impegnativa. Non capita tutti i giorni di radunare attorno a un tavolo le figure istituzionali più importanti del nostro Paese e d’Europa. Alle quali Scalfari ha dedicato il suo editoriale due giorni dopo, intitolato per l’appunto “Napolitano-Letta-Draghi: lo scudo Italia-Europa“.
Non sapremo mai cosa si sono detti, ma possiamo intuirlo dall’articolo in cui, dopo aver citato due aforismi del Diario di Friedrich Hebbel per sintetizzare i mali che affliggono il nostro Paese, ossia “la caparbietà di Berlusconi nel privilegiare se stesso” e l’incapacità della massa di fare progressi, Scalfari ricordava che il governo Letta, così come quello Monti non sono stati una scelta, “ma il prodotto necessario d’una situazione priva di alternative”.
Siccome ora ci troviamo nuovamente in una situazione assai critica, inserita in un quadro internazionale ancora in crisi, “riusciranno i nostri eroi”? si domandava il fondatore. Gli eroi Napolitano-Letta-Draghi che “sono i nostri tre punti di forza, che hanno l’Europa come obiettivo preminente per l’avvenire di tutti” questa volta però devono agire da supereroi perché Berlusconi non indietreggia e sarebbe disposto anche a farci uscire dall’euro pur di non decadere. Speriamo che sia stato loro offerto un bel piatto di spinaci.” (R.Z. per www.ilfattoquotidiano.it , fonte: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-eccola-vera-p4-eu-genio-scalfari-attovaglia-napolitano-mario-draghi-ed-enrico-letta-63536.htm)
Interessante, no? I tre uomini più potenti d’Italia si incontrano per un semolino a casa di Scalfari, e lui, il giorno dopo, li descrive come eroi scintillanti alle masse belanti.
Ma siamo ancora masse belanti? O ci stiamo svegliando? Gli diamo ancora retta, a questi signori? No che non gli diamo retta. Non gli diamo questa soddisfazione. Pensiamo a ciò che abbiamo intorno, ed a come utilizzare il nostro cervello ed il nostro cuore per migliorare la vita del nostro prossimo (e la nostra). Diamoci da fare, il resto verrà da se.
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