Uno dei peggiori se ne va, e Obama lo ringrazia per aver contribuito alla “pace”
di Enrico Carotenuto
E’ morto il novantunene Abdullah bin Abdulaziz, re dell’Arabia Saudita. In carica ufficialmente dal 2005, ma regnante a tutti gli effetti dal ’95. Uno dei regnanti più oppressivi del pianeta, che ha favorito in tutti i modi il diffondersi dell’aspetto integralista dell’Islam, che i cittadini occidentali (non i regnanti) oggi temono. E cosa dice di lui Obama? – “Ha intrapreso passi importanti per far avanzare l’iniziativa di pace nella regione araba, uno sforzo che gli sopravviverà” –
Che gli sopravviverà è certo, visto che i casini che ha creato non finirano per decenni, ma che Obama chiami “iniziativa di pace” quello che ha fatto Re Abdullah è così assurdamente orwelliano, da rimanere stupefatti. Pace?! “Yes we can“: si, a quanto pare potete dire qualsiasi bugia impunemente.
Alla faccia dell’onestà: Obama sovverte completamente la realtà, tanto che viene da chiedersi se la sua prossima uscita sarà: “L’ignoranza è forza” o ” “La povertà è ricchezza”.
Perchè dire che Abdullah ha contribuito alla pace è esattamente l’opposto di quello che ha fatto: ha sovvenzionato il terrorismo per decenni; ha avuto un ruolo determinante nei fatti dell’ undici settembre 2001; ha sovvenzionato, insieme al Qatar, le cosiddette “primavere” arabe, distruggendo così quei governi che si guardavano bene dal rendere la vita facile ai fondamentalisti: Gheddafi, ma anche Mubarak in Egitto, e Ben Ali in Tunisia, senza dimenticare Saddam Hussein (15 su 19 presunti terroristi dell’attentato a New York erano sauditi, ma la guerra, guarda un po’, l’hanno fatta al vicino Iraq, uno dei grandi concorrenti dei sauditi sul mercato del petrolio, nonché baluardo contro il fondamentalismo islamico); l’Arabia è uno dei principali sovvenzionatori della ribellione contro gli Assad in Siria, il vero altro potentato mediorientale, talmente potente che ancora non sono riusciti ad abbatterlo (probabilmente è solo questione di tempo), si, proprio quelli che adesso si chiamano ISIS e che scorrazzano (casualità) per l’Iraq: i soldi ce li hanno messi i sauditi ed il Qatar. Lo sanno tutti quelli che si sono minimamente interessati alla questione mediorientale.
Sul fronte interno invece Abdullah era così buono e aperto, che il suo paese è l’unico al mondo dove le donne non possono guidare, dove devono avere un guardiano maschio che decide se possono viaggiare, sposarsi o divorziare, se possono andare a scuola o cercare lavoro, se possono aprire un conto in banca e persino se possono essere operate da un dottore! In Arabia vige la pena di morte per i reati più vari, tra i quali l’apostasia (rinunciare alla religione) la blasfemia e la stregoneria! L’Iraq di Hussein, a confronto, era un miracolo di tolleranza, e la Siria di Assad ancora di più. Ah, le esecuzioni avvengono pubblicamente, e sono decapitazioni effettuate con una spada.
Il capo dispotico ed assoluto di tutto ciò è il re. Quel re appena deceduto, che il principale politico dell’occidente si è affrettato ad elogiare.
Complimenti vivissimi.
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