Che fará Tsipras? Cosa succederà ora?
di Fausto Carotenuto
Al di lá dei proclami, quale è in effetti la funzione di questo cambiamento di governo in Grecia?
Vediamo prima cosa vuole fare ufficialmente Tsipras. Lo estraiamo dal “programma di Salonicco” del suo partito Syriza e dalle sue recenti dichiarazioni:
Tsipras non ha alcuna intenzione di uscire dall’Euro, ma dall’interno dell’Eurozona vuole rinegoziare l’enorme debito contratto dai corrotti governi precedenti. Contro le tesi tedesche, apprezza le spinte di Renzi per ottenere maggiore flessibilità di bilancio per favorire la crescita. Ed apprezza fortemente le recenti mosse di Draghi di introduzione del quantitative easing (stampa di enormi quantità di euro per comprare titoli dei vari stati). Vuole poi introdurre politiche sociali per risollevare dalla povertà gli strati popolari maggiormente colpiti e avviare un programma di assunzioni ed investimenti volto alla ripresa dell’economia del paese.
Speriamo che ci riesca. Troppa la sofferenza nel vedere allargarsi la fascia di povertà e di disperazione nel popolo greco. E troppa l’indignazione nel vedere la protervia dei poteri internazionali, espressi dalla Troika europea e soprattutto dai tedeschi – nel portare avanti non un programma di solidarietà ma di rigido strangolamento economico del popolo greco.
Tutti speriamo che l’avvento di Tsipras migliori le condizioni sociali in Grecia.
Ma questa è ovviamente – come per tutti i fatti politici che ci vengano presentati dai media del potere – solo la superficie di quello che sta avvenendo.
La realtà della manipolazione internazionale sta seguendo logiche diverse da quelle dichiarate.
Cerchiamo di capire cosa avviene più in profondo.
La crisi economica e finanziaria è stata creata artificiosamente, insieme all’11 settembre, per indurre emergenze così forti da forzare le riottose coscienze occidentali a rimanere sottoposte ai soliti poteri e ad accettare la formazione di megastati regionali iperarmati e iperpresidiati. Meglio controllabili dai grandi poteri mondiali.
Queste crisi ed una serie di scandali ovunque provocati ad arte, hanno aiutato a promuovere cambi di classi politiche. Con uomini nuovi, spesso giovani, prima sconosciuti ed usciti fuori “dal nulla”. Ma forniti di tali e tanti appoggi dalle lobbies internazionali da essere capaci “magicamente” di rottamare e distruggere facilmente qualsiasi vecchio avversario. Sul modello Renzi.
Si tolgono classi politiche delle quali per anni si è favorita la corruzione, per sostituirle con una nuova classe che non emerge tanto dai territori e dai cittadini, quando dalla emotività emergenziale, alla quale il potere risponde proponendo propri uomini “nuovi”.
Abbiamo più volte evidenziato come questa manovra sia condotta da un particolare fronte oscuro, quello gesuita-massonico, da alcuni anni vincente nella competizione internazionale tra piramidi di potere. Che ora controlla Presidenza degli Usa, Papato, Presidenza della BCE, i vertici europei e numerosi governi.
Qualcuno dirà… ma cosa c’entra Tsipras con il fronte gesuita-massonico?
C’entra e come. Uno dei segreti della storia italiana e mondiale degli ultimi 50 anni è l’attivo interessamento ed infiltrazione del gesuitismo nell’estrema sinistra. Dai tanti movimenti di liberazione fino ad ogni singolo partito italiano di sinistra ed estrema sinistra. Persino nella nascita attraverso “cattivi maestri” di formazioni della lotta armata degli anni settanta, come Lotta Continua, Potere Operaio o le Brigate Rosse.
E proprio dal vivaio della estrema sinistra europea emerge improvvisamente Tsipras: solo qualche manina nascosta molto potente poteva organizzare e lanciare mediaticamente questa vicenda. Compattando intorno a questo volto “nuovo” la litigiosa e frazionata galassia della sinistra radicale. Se si va a guardare chi partecipò in Italia alla formazione della Lista Tsipras per le elezioni europee, non sarà difficile rilevare le tracce evidenti della partecipazione attiva ed entusiasta di elementi notoriamente espressione del gesuitismo.
E’ chiaro che i tanti militanti di queste formazioni non lo sanno e sono genuinamente, ideologicamente coinvolti, ma da 50 anni non si rendono conto di chi li manovra…
Detto questo, cosa sta succedendo?
Il gruppo gesuita-massonico è quello che più di tutti preme per la formazione di un superstato europeo… ed allora come mai sostiene questo apparente antieuropeismo di Tsipras? Ed anche di Renzi?
Perché sono solo apparenti, ma in effetti funzionali.
Né Tsipras né Renzi faranno nulla per danneggiare il Superstato Europeo.
Una prima fase della strategia di unificazione europea, quella del disastro economico forzato, è servita a mettere al potere in alcuni stati uomini nuovi e più saldamente dipendenti dai gruppi di controllo. Questa fase sta ora finendo.. e si può allentare la morsa economica. Si può dare un po’ di fiato alla gente che altrimenti potrebbe ribellarsi al sistema e uscire fuori di controllo. E questa è una buona notizia.
E poi forse è venuto il momento della seconda fase: occuparsi dei veri, grandi ostacoli alla unificazione europea. Che non sono i Paesi mediterranei, ma le grandi potenze nazionaliste: le classi dirigenti e le opinioni pubbliche di Gran Bretagna, Francia e Germania.
Per il momento Londra rimane parzialmente estranea a queste dinamiche essendo fuori dall’eurozona ed in fondo ancora più agganciata al mondo anglosassone (USA, Canada, Australia, ecc) che al continente europeo. La Francia invece ha cominciato ad esser colpita non solo dagli scandali continui, ma ora anche da non casuali azioni terroristiche che mettono in dubbio la forza e la capacità dello Stato francese di essere “idoneo” da solo ad affrontare le grandi emergenze. I fatti drammatici di Parigi sono stati certamente un primo forte colpo al nazionalismo francese.
E prima o poi è inevitabile che l’attenzione si concentri sulla Germania. E’ un passaggio ineludibile per i poteri oscuri, altrimenti l’Europa unita orwelliana non si farà.
L’opinione pubblica e la classe dirigente tedesca devono essere convinte in qualche modo a “sciogliere” la propria sovranità e la propria ricchezza nel più vasto quadro continentale. Il che significa entrare in una “media” europea fatta anche di paesi molto meno ricchi. Significa accettare una parziale riduzione dei livelli di benessere economico tedesco e la presa di responsabilità delle regioni più depresse del nuovo superstato. Non ipotizzabile che lo facciano per libera scelta.
Vediamo quale emergenza tireranno fuori per forzare i tedeschi all’obbedienza.
Già ora gli atteggiamenti di Renzi, le mosse di Draghi e la vittoria di Tsipras, tutte di ispirazione gesuita, stanno mettendo in difficoltà la Germania, che ha iniziato a scalciare. Trovandosi improvvisamente, “stranamente”, in minoranza rispetto agli altri partners.
Cosa faranno per farla smettere di scalciare?
Il periodo di pressioni ed emergenze per la formazione del superstato orwelliano non è certo finito. Prepariamoci a vederne di nuove in successione.
Ma non facciamoci spaventare: le manovre dei poteri oscuri per condizionarci sono vecchie come il mondo. La novità vera è che sempre più gente si risveglia, se ne accorge e cerca di fare il bene là dove può con indipendenza di pensiero e libertà di cuore.
Usiamo ogni nuova manovra oscura per risvegliarci di più.
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