Cambridge Analytica – La vicenda Facebook: tanto rumore per nulla?
Redazione
Facebook nasce come un gigantesco esperimento tecnologico, all’interno di un enorme programma per la raccolta d’informazioni e per il controllo della popolazione mondiale, che utilizza il web.
Un gigantesco “data base” mondiale, in cui i nostri dati personali, e le informazioni necessarie alla creazione dei singoli “profilings” di marketing commerciale, politico, sociale, psicologico, religioso, etc., non richiedono neanche, da parte del gestore, lo sforzo necessario all’acquisizione degli stessi: semplicemente perché sono i singoli utenti a fornirglieli. Con ciò che scrivono e che pubblicano, con le foto, con i commenti, con le esternazioni, con i ” mi piace”…
di Fabio Petrucci
L’utilizzo delle analisi dei “big data” , per influenzare le scelte dei potenziali elettori, non è certo un mistero.
Lo si sapeva, fin dai tempi della prima elezione di Obama…
Tutta la gran “cagnara” che si sta facendo sullo scandalo Facebook / Cambridge Analytica, pertanto, va letto nell’ottica della solita “guerra tra bande”; tra le 2 piramidi oscure di potere: quella gesuito-massonica ( più filoeuropeista e “Obamiana”) e quella piduista-opusdeista-massonica ( più filoatlantista e “Trumpiana”) – peraltro spesso reciprocamente “infiltrate” in modo trasversale – messe in continua competizione e conflitto tra loro, secondo l’antica strategia del ” divide et impera”, da un unica regia che le utilizza entrambe, in alternanza, per i suoi scopi di manipolazione delle coscienze e di realizzazione del progetto mondialista.
Orbene, a mio modesto avviso, c’è anche un altro aspetto da considerare : quello che è nato come uno strumento di controllo e manipolazione a livello mondiale, si sta lentamente trasformando, seppur lentamente e con tutti i limiti ed aberrazioni, in uno strumento di diffusione “virale” , in tempo reale, di informazioni scomode, normalmente oggetto di censura da parte del mainstream mediatico, come ad esempio nel caso della vicenda delle vaccinazioni obbligatorie.
Potrebbe essere che il giocattolino stia sfuggendo di mano ai suoi ideatori e vada deligittimato, prima con il tormentone delle “fake news”, ora con la scoperta dell’acqua calda relativa all’utilizzo dei “big data” in violazione della protezione della privacy .
Insomma nulla di nuovo sotto il sole.
Se non il fatto, che non caschiamo più nella trappola di chi vuol farci credere alla storiella dei “finti buoni” contro i ” cattivi” di turno….
Qui puoi trovare approfondimenti illuminanti sul consiglio di amministrazione di Facebook, che rendono lampante il fatto che l’utilizzo dei dati per certe cose non è certo una novità, ma è una delle ragioni d’essere del servizio, fin dal principio.
P.S. E di Google… ne vogliamo parlare?
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